Di recente in Spagna e Belgio sono stati rinvenuti resti di mandibole di tre Neandertal e prelevando la placca batterica presente sui denti, gli scienziati sono riusciti a risalire ad importanti informazione circa la loro dieta.
Gli studi sono stati condotti da un team di scienziati guidato da Laura Weyrich, microbiologa della University of Adelaide. I risultati sono stati pubblicati su Nature.
È venuto fuori che gli ominidi belgi consumavano prevalentemente carne, mentre quelli spagnoli avevano un’alimentazione per lo più vegana.
Ma la cosa più interessante riguarda la presenza nella placca dentaria di tracce di batteri che vivevano nel corpo di questi individui. Da qui si è risaliti alle malattie e alle cure utilizzate.
Ad esempio nel Neandertal spagnolo sono state rinvenute comunità batterica riconducibili ad un ascesso dentale e allo stesso tempo sono stati ritrovati frammenti di legno. Infatti il legno veniva probabilmente masticato in quanto dava sollievo, grazie alla presenza di acido acetilsalicilico, principio attivo dell’aspirina!
Lo stesso ominide soffriva di vomito e diarrea e a tal proposito consumava muffe che contengono antibiotici naturali.
Studi simili sono iniziati negli anni Ottanta del Novecento. In seguito, grazie all’avvento di potenti microscopi e strumenti di ricerca genetica è stato possibile analizzare questo materiale.
Le ricerche hanno inoltre evidenziato come il microbioma dei soggetti carnivori sia molto diverso da quello dei soggetti erbivori. Ciò potrebbe essere la chiave per comprendere l’impatto della dieta sui microbiomi nel tempo, e come ciò abbia influenzato la nostra evoluzione.
“Con la medicina moderna, studiare gli effetti di diete diverse sul microbioma è davvero complicato: sarebbe infatti necessario far mangiare la stessa cosa a milioni di persone per mesi”, spiega Weyrich. “Invece, usando come modello di partenza i Neandertal – individui che vivevano stabilmente nello stesso posto e che mangiavano ciò che questo offriva – oggi possiamo stabilire quali delle loro abitudini poteva provocare modifiche nel loro microbioma”.
“I microbiomi, di cui non potremmo fare a meno, si sono evoluti assieme a noi per milioni di anni”, spiega Dobney, archeologo della University of Aberdeen, “L’obesità, il diabete non sono spuntati dal nulla. Queste ricerche ci consentono di capire gli effetti dei cambiamenti nelle migrazioni e nelle diete sulla società umana”.
Fonte: National Geographic