Quando si pensa al mondo della letteratura, spesso ci si dimentica dei critici letterari. Il primo pensiero va, di solito, ai grandi classici. O agli scrittori più celebri. I critici letterari meritano un po’ di attenzione. Soprattutto, meritano di essere inseriti nel grande universo letterario. Grazie a molti critici, un lettore può farsi varie idee di uno scrittore. O di un libro. I critici sviscerano le storie e gli autori. Ponendoli sotto una luce diversa. E Denis Donoghue merita di essere ricordato per il suo lavoro eccezionale come critico.
Chi è Denis Donoghue?
Per gli amanti dei romanzi contemporanei, il cognome Donoghue non deve suonare nuovo. Denis Donoghue è il padre di Emma Donoghue. Autrice di “Room“. In Italia, il romanzo è conosciuto come “Stanza, letto, armadio, specchio“. Ma cosa si sa di Denis Donoghue? Donoghue è nato il 1° dicembre 1928 a Tullow, un paese dell’Irlanda meridionale. Tuttavia, la famiglia Donoghue è andata a vivere a Warrenpoint, poco oltre il confine dell’Irlanda del Nord. La passione per la lettura ha accompagnato Donoghue fin dalla giovane età. Il critico ha spesso raccontato che suo padre ha avuto un ruolo decisivo nella sua passione per la lettura. “Sono certo che l’autorità della parola scritta e l’autorità di mio padre fossero uguali“. Ha scritto Donoghue in “Warrenpoint“. Il critico è morto lo scorso 6 aprile, all’età di 92 anni.
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Non solo critico letterario
Definire Denis Donoghue solo un critico letterario è riduttivo. Dopo l’università, Donoghue ha lavorato nel servizio civile irlandese. Lavoro che, però, non lo ha mai appagato. Portando solo una profonda insoddisfazione. Il fortuito incontro con un suo ex-docente dell’università ha cambiato le carte in regola. Donoghue ha, infatti, iniziato a lavorare anche come professore all’università. Prima a Cambrdige. Dove ha lavorato dal 1965 al 1966. Dopodiché Donoughe è tornato in Irlanda, dove ha lavorato fino al 1980. Infine, è andato a insegnare all’Università di New York. Non solo, però. Alla fine degli anni ’80, Donoughe ha anche scritto per il New York Times. Il critico ha, infatti, condiviso una rubrica con Anatole Broyard, Cynthia Ozick e Marylinne Robinson. Rubrica che gli permetteva non solo di parlare di libri, ma anche di altro. Inoltre, Donoghue è autore e co-autore di una trentina di libri.
L’importanza della parola
I genitori di Donoghue hanno dimostrato il loro supporto, quando il figlio ha cominciato ad appassionarsi ai libri. Lo stesso è stato per Donoghue con i suoi figli. “Le parole avevano un valore religioso“. Ha raccontato Emma Donoghue al New York Times. Donoghue e sua moglie, Frances Rutledge, davano molta importanza alla lettura. La loro casa era una sorta di ritiro per uno scrittore. Piena di libri e di avidi lettori. “I miei genitori mi lasciavano leggere e scrivere“. Ha affermato Emma Donoghue sempre al New York Times. Non vi è dunque da sorprendersi nel sapere che Denis Donoghue ha accolto con gioia il fatto che la figlia scrivesse romanzi. Non solo, però. Emma è anche una scrittrice acclamata dalla critica. Forse il suo entusiasmo è dovuto anche al fatto che non se la cavasse con la narrativa o la poesia. Lui si occupava, invece, di quello che veniva dopo.
Denis Donoghue: un grande accademico
Donoghue ha dato molto alla cultura letteraria. Con i suoi saggi, con le sue lezioni. Di cui andava anche particolarmente fiero. Denis Donoghue è stato, dunque, un grande accademico e critico letterario. Che andava fiero del suo non appartenere a una corrente letteraria. Le cui critiche si sono addolcite solo col progredire degli anni. Dispiace, però, sapere che in Italia non è molto conosciuto. Che nessuna sua opera è stata tradotta in italiano. Anche se non parlava di scrittori o autori nostrani, Donoghue meritava un po’ di attenzione anche in Italia. In particolar modo, sapendo che è stato un grande della critica letteraria. Per chi mastica l’inglese, si consiglia di recuperare qualche suo saggio. In modo da conoscere meglio questo grande critico e accademico.