È successo ancora: un nuovo atto di vandalismo a Pompei. Una delle aree archeologiche più densamente visitate d’Italia è stata oggetto dell’ennesima mortificazione. Una turista di nazionalità britannica ha pensato bene di non accontentarsi di uno dei souvenir, acquistabili ormai in qualsiasi negozietto dedicato che trapunta la zona, e di appropriarsi direttamente di un reperto originale e di incommensurabile valore. Un bellissimo mosaico pavimentale, parte integrante di quello straordinario insieme di decori e suppellettili che contribuiscono a rendere così fascinosa agli occhi di tutti (turisti e non) la città sepolta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., è il bene oggetto di tale offesa.
Domenica 7 Aprile 2019. Un piccolo pezzo di mosaico pavimentale da staccare e da portare via con sé. Destinazione: oltre il Canale della Manica; probabilmente l’idea di possedere fisicamente, nella propria casa, un pezzo di storia bimillenaria era troppo esaltante. Ciò che più ha colpito la fantasia della turista che si è macchiata di questo atto di vandalismo appartiene alla pompeiana Domus dell’Ancora. La Domus, riaperta al pubblico lo scorso Dicembre dopo la chiusura avvenuta nel 2016, si trova nell’insula X della Regio VI. Deve il suo nome proprio a un’ancora raffigurata nel mosaico che impreziosisce il vestibolo dell’edificio. Un’ancora che metaforicamente simboleggia la domus vista nel suo essere un porto sicuro al quale approdare.
Vandalismo a Pompei, il dettaglio del mosaico con ancora dell’omonima Domus
La giovane, una ragazza di soli 21 anni accompagnata nella sua visita dal padre e dalla sorella, ha scavalcato uno dei cordoli posti nell’area e ha rovinato il mosaico, nel tentativo di staccare via da tutto l’apparato una decina di tessere in tutto: tessere che poi ha preso, in numero di tre, e che ha velocemente nascosto tra gli oggetti personali contenuti all’interno del suo zaino. Accortosi di quanto accaduto, uno dei vigilanti si è mosso per allertare tempestivamente i Carabinieri.
I militari hanno così fermato la donna e l’hanno tradotta nella caserma di Porta Marina Inferiore. La giovane è stata infine rilasciata dopo la sua identificazione e la stesura di tutta la relativa documentazione. Sul suo capo pende adesso una denuncia per danneggiamento aggravato. Circa 3mila euro: questa la somma di denaro che verrà impiegata per restaurare il mosaico e riposizionare le tessere estrapolate nella loro sede originaria. Il restauro dovrebbe essere già iniziato nella giornata di ieri.

Gli atti di danneggiamento, di danneggiamento con furto o di “semplice” furto di reperti archeologici sono una delle note dolenti di tutto il sistema dei Beni Culturali italiano. Sempre più turisti indugiano in questo tipo di comportamenti illegali e scorretti anche dal punto di morale. Ciò accade specialmente nelle aree più affollate dai visitatori. Complice la troppo elevata mole di gente che i sorveglianti hanno il compito di tenere d’occhio, c‘è sempre chi spera di far parte di quel gruppo d’eccezione che possa riuscire a sfuggire al controllo dell’autorità. Non sempre i sistemi di videosorveglianza si rivelano sufficientemente efficaci nel supportare il lavoro di salvaguardia svolto dal personale. Talvolta i responsabili riescono a rimanere impuniti.
Ci si chiede come si possa riuscire ad arginare un fenomeno che ogni anno arreca danni ingenti al Patrimonio culturale italiano. Oltre a una doverosa un’inversione di rotta di tutte quelle politiche sbagliate che nel corso degli ultimi decenni hanno contribuito a relegare in secondo piano il mondo dell’archeologia, della cultura e dei Beni Culturali in generale (andando così a impoverire un sistema che andrebbe invece rivisto, implementato e arricchito di nuove professionalità altamente qualificate e adeguatamente retribuite), è necessario fare leva sull’educazione emozionale delle nuove generazioni. Fare in modo che tutti, sin da giovani, possano essere educati a sentire il Patrimonio culturale (materiale e non) come una parte irrinunciabile della storia di ogni persona. Persona che va intesa nel suo duplice essere: un individuo e, al contempo, uno dei tanti membri che compongono una comunità. Soltanto così si potrà arrivare, finalmente, a comprendere che danneggiando si commette un torto non solo nei confronti degli altri ma soprattutto verso se stessi, in prima persona.