venerdì, Aprile 18, 2025

Divide et impera. Ora la vendetta di Trump

Cominciano a cadere le teste di quanti abbiano testimoniato contro Donald Trump alla Camera dei Rappresentanti nel processo d’impeachment. A perdere l’incarico Gordon Sondland, finanziatore del Presidente, rimosso dall’ufficio di ambasciatore Americano a Bruxelles, e anche il testimone chiave, il Ten. Col. Alexander Vindman, consulente per l’Ucraina del consiglio di sicurezza nazionale che è stato trasferito assieme al fratello. 
In sospeso le sorti di Mitt Romney, unico Senatore Repubblicano a votare per la condanna riguardo all’accusa di abuso di ufficio. E le destituzioni sono solo all’inizio.

Il Presidente Americano Donald Trump sembra aver iniziato la tanto promessa vendetta per aver patito assieme alla sua famiglia un “inferno in forma ingiusta“. E non ha tardato a passare dalle parole ai fatti.

Il primo ad accusare il colpo è stato il veterano di guerra tenente colonello Alexander Vindman, scortato fuori dalla Casa Bianca assieme al fratello gemello, anche lui tenente colonnello.
La testimonianza di Vindman alla Camera, fortemente voluta dai Democratici in quanto presente alla telefonata intercorsa tra Trump e il Presidente ucraino Zelensky, ha riportato la descrizione di pressioni a suo dire “improprie” sul leader ucraino e “non appropriate”. Il suo avvocato, David Pressman, ha accusato il tycoon di aver cacciato il suo cliente “per aver detto la verità”.
Vindman, riferendosi a Trump, ha commentato: “Non sono affatto contento di lui”.

Un’epurazione che assomiglia a quella dell’Ottobre del ‘73 dello scandalo “Watergate” a opera di Nixon, e che i media Americani hanno già ribattezzato “il massacro del venerdì sera”.

Per il prossimo futuro si prevedono ulteriori trasferimenti di quanti abbiano trasgredito all’ordine presidenziale di non testimoniare.

Senza contare che Trump non ha mai fatto segreto dell’opinione che riserba nei riguardi della Speaker della Camera, la Democratica Nancy Pelosi, nell’occhio del ciclone dal momento dell’avvio del procedimento a carico del Presidente in un escalation che l’ha vista stracciare in diretta il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato da Trump al Congresso il 4 Febbraio scorso. Gesto, peraltro, condannato da molti e ritenuto ancor più offensivo dopo la motivazione addotta dalla deputata, che l’avrebbe ritenuto “un manifesto di bugie“.

Le profezie del leader della Casa Bianca non si riducono a questo: oltre a TwittarePresidente per sempre” pregusta già “Altri quattro anni di Trump“.
E i sondaggi gli dànno credito attestando la sua popolarità al 49%, il livello più alto finora.

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