Le cabine telefoniche non servono più. Vengono utilizzate all’incirca ogni tre giorni, così è avviata la loro dismissione anticipata dal 2026, l’anno deputato per questa azione, a quello corrente. Conto alla rovescia per la dismissione delle cabine telefoniche, alcune già smantellate negli scorsi mesi estivi e le altre entro la fine del 2023. Andiamo a conoscere qualche dettaglio del processo di smantellamento e i motivi che hanno portato a questa decisione.
Addio alle cabine telefoniche
La dismissione delle cabine telefoniche in Italia è prevista entro il 2023. Daremo addio a circa quindicimila cabine telefoniche pubbliche che la TIM, il primo operatore di telecomunicazioni italiano, smantellerà.
L’operazione è compresa nell’ambito delle azioni previste dalla direttiva europea 2018/1972. L’obiettivo è do rendere moderne le telecomunicazioni all’interno dell’Unione Europea. Le poche eccezioni sono rappresentate da ospedali e strutture sanitarie equivalenti, con almeno dieci posti letto. Come pure carceri e caserme con almeno cinquanta occupanti. E ancora rifugi di montagna. Ciò sarà garantito attraverso un servizio telefonico avente le caratteristiche dei servizi pubblici, cioè disponibilità per chi richiederà il servizio, che sarà a condizioni economiche regolate.
Le cabine sono considerate rifiuti speciali. Così la maggior parte sarà utilizzata per il recupero dei materiali di fabbricazione.
La delibera
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) rende esplicita la nuova regolamentazione relativa al servizio di telefonia pubblica. Ciò avviene attraverso la delibera 98/23/CONS risalente all’aprile di quest’anno. L’AGCOM agisce in riferimento all’art.97 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche ritenendo non più necessarie le postazioni pubbliche di telefonia.
Perché si dismettono le cabine telefoniche?
Le ‘postazioni telefoniche pubbliche, ovvero le cabine telefoniche, vengono dismesse perché obsolete. Rappresentano un servizio superato. Infatti, viviamo nell’era digitale e con la diffusione degli smartphone e la copertura massiccia delle reti internet non servono più.
I ricordi spaziano tra i gettoni e le schede prepagate che si utilizzavano per chiamare la migliore amica o il ragazzo che piaceva ad un amica per combinare un incontro.
Per qualsiasi esigenza, la cabina telefonica era lì. Anche per comunicare un cambio di programma a casa, mentre eravamo fuori con gli amici.
In tutti gli anni in cui le cabine telefoniche sono state nelle vie e nelle piazze, hanno permesso alle varie generazioni di comunicare con amici e parenti distanti. Infatti, per molto tempo le cabine telefoniche sono state l’unico strumento per poter comunicare a distanza.
Origine della cabina telefonica
Il primo telefono pubblico a pagamento nasce nel 1889 nel Connecticut. Inventore è William Gray che perfeziona il lavoro di Antonio Meucci e Alexander Graham Bell. Infatti crea un meccanismo che permetteva di raccogliere monete che attivavano la possibilità di parlare a qualcuno dall’altra parte del filo.
Così i telefoni pubblici cominciano a vedersi nelle città degli Stati Uniti. In Inghilterra, compaiono nel 1924. In Italia, nel 1952. A Milano le installa la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda, STIPEL, che negli anni Sessanta è incorporata nella SIP. Questa diventa Telecom Italia e poi TIM.
Inizialmente di metallo e vetro con un combinatore a disco che permetteva di comporre il numero da chiamare, si utilizzavano i gettoni acquistavano nelle edicole. Fino al 2001, quando i gettoni non non sono più accettati. Ma già prima iniziano ad essere utilizzate le schede telefoniche che diventano anche oggetti da collezione.
Cambiano anche le strutture delle cabine, fino ai Rotor, cioè quelli rossi con la cornetta nera. Seguiti dai Digito, grigi con la cornetta rossa. Quindi, arrivano gli apparecchi telefonici coperti solo da una protezione in plexiglas, accessibili più facilmente.
Il primo cellulare
L’apporto tecnologico e le nuove modalità di comunicazione conducono all’attuale utilizzo dello smartphone per telefonate veloci e connessioni rapide.
Tutto parte nel 1973, quando parte la prima telefonata da un prototipo di cellulare. La sua storia nasce grazie all’ingegnere di Motorola, Martin Cooper, che doveva presentare a New York il primo telefono portatile. Così, da New York parte la prima chiamata da un telefono cellulare. Il prototipo era un DynaTac, dal peso maggiore al chilo e lungo più di venti centimetri. Impiegava circa dieci ore per caricarsi.
Per vedere il primo cellulare portatile nelle vetrine, bisogna aspettare il 1983.
Conclusioni
Con la dismissione delle cabine telefoniche, scompare il simbolo di un’epoca che ha segnato le abitudini di intere generazioni per decenni. Dall’avvento del Duemila si modificano usi e costumi in termini di telecomunicazioni, per lo sviluppo delle tecnologie e dell’utilizzo di Internet per comunicare rapidamente ed essere sempre connessi con tutti. Questo segna il declino dell’utilizzo delle cabine telefoniche, fino alla decisione della loro dismissione.