C’è chi con le riaperture dopo la pandemia pensa solamente a godersi libertà, cibo, mare e le spiagge. Ma per quanto riguarda la vita notturna? Con l’estate in arrivo i giovani fremono dalla voglia di passare notti in bianco a ritmo di musica ma quando verranno riaperte le discoteche? Questo settore, ormai in ginocchio già dall’estate scorsa vuole prepararsi a ripartire ma quando potrà effettivamente riaprire le porte ai giovani?
Le discoteche in Italia riapriranno?
Attualmente questo settore risulta uno dei pochi che ancora non hanno la possibilità di riprendere. Infatti, nonostante l’estate sia imminente, il Comitato tecnico scientifico, riunitosi il 18 giugno non ha ancora dato il suo via libera per la ripartenza. Tuttavia c’è una forte spinta da parte della politica per rilanciare questa attività che garantirebbe posti di lavoro e una ripresa dell’economia. Salvini ha infatti dichiarato: “Dire di no vorrebbe dire fare l’ennesimo regalo a Spagna, Grecia, Ibiza. L’obiettivo è quello di riaprire tutti i locali anche quelli da ballo il primo di luglio. Abbiamo chiesto al Cts di riaprire in sicurezza le 3mila discoteche italiane che danno lavoro a 100mila persone. In questo momento ogni posto di lavoro per me è sacro”. Anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha detto la sua auspicando alla possibilità di revoca della mascherina e all’imminente riapertura delle discoteche
Quali sono le regole per la riapertura?
I gestori sono pronti ormai da tempo e mentre aspettano il via libera alla riapertura, hanno presentato un piano per ripartire con dei protocolli ben precisi. “Abbiamo proposto al sottosegretario l’uso delle mascherine solamente negli ambienti al chiuso laddove non è possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro, con l’esclusione di coloro che sono intenti a ballare o a consumare alimenti e bevande“. Secondo i gestori le attività di ballo effettuate in una discoteca o sala da ballo sono considerabili alla stregua di attività fisico sportive per questo motivo obbligare l’uso della mascherina durante tali attività potrebbe nuocere alla salute delle persone. L’attuale normativa prevede un affollamento massimo che va da 0,7 a 1,2 persone al metro quadro consentendo un adeguato affollamento atto a garantire comunque la sicurezza e il contenimento della propagazione del virus.
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L’incognita green pass
Il piano principale è rappresentato da ingressi consentiti soltanto a chi è munito di green pass ovvero vaccinati, guariti oppure persone che si sono sottoposte a tampone. Tuttavia le regole non appaiono sufficienti. Per gli scienziati rimane l’incognita su chi deve controllare che i clienti abbiano il green pass, soprattutto per i locali dove la capienza è molto alta e quelli che organizzano eventi con accessi difficili da monitorare. Anche il timore per la difficoltà di effettuare il tracciamento di fronte a un caso di positività resta una delle incognite. Perciò mentre il Cts valuta “ulteriori elementi di valutazione” una data non certa resta il 1° luglio