martedì, Aprile 15, 2025

Devianza e disagio giovanile

La devianza si riferisce al cambiamento che viola norme e aspettative sociali importanti. Di conseguenza è visto in maniera negativa da parte di un gran numero di persone. Essa è relativa. Infatti dipende, ad esempio, dal tempo e dalla società. E’ espressione del disagio giovanile.

Cos’è la devianza

La devianza si riferisce al cambiamento che viola norme e aspettative sociali importanti. Di conseguenza è visto in maniera negativa da parte di un gran numero di persone. Essa è relativa. Infatti dipende, ad esempio, dal tempo e dalla società. E’ espressione del disagio giovanile.

Chi è il deviante? E’ una risposta complessa perché dipende dal punto di vista di chi osserva. Deviante può essere la persona che fa uso di droghe. Come pure, i bugiardi possono essere considerati devianti. Anche i giocatori di carte possono essere considerati tali.

La società non può essere suddivisa in ‘normali’ e ‘devianti’. Non esistono delle categorie in cui racchiudere gli essere umani.

Devianza e controllo sociale

Strettamente legato al concetto di devianza è quello del controllo sociale.  Esso è un insieme di mezzi volti a garantire che normalmente la gente si comporti nei modi attesi e approvati. Lo strumento che controlla è la socializzazione. La socializzazione è l’integrazione o l’adattamento degli individui in varie strutture e relazioni sociali. Dunque, è l’inserimento di un individuo in una collettività.

Trattando di devianza, dunque, si fa riferimento alle norme. Esse sono rafforzate con ‘sanzioni’. Queste possono essere: positive, negative, formali e informali.

La devianza non va confusa con la criminalità. La criminalità è ben altra cosa. La criminalità si riferisce ai comportamenti che violano la legge. Quindi ai reati.

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Teoria dell’anomia di Émile Durkheim e Robert K. Merton

In merito a ciò, il sociologo Émile Durkheim ha formulato la teoria dell’anomia. L’anomia è una situazione sociale in cui le norme sociali sono deboli. Oppure mancano. Oppure sono in conflitto tra loro. La situazione di anomia genera la devianza.

Robert K. Merton, anch’egli sociologo, riprende dal collega. Definisce la devianza come il risultato di uno squilibrio all’interno del sistema sociale. Questo squilibrio nasce perché sono proposti gli obiettivi. Ma non sono dati i mezzi per raggiungerli. In tal modo, la tendenza è raggiungere gli obiettivi con mezzi illegali.

Da ciò, si evince che le origini della devianza risiedono nella cultura e nella struttura sociale.

Teoria della trasmissione culturale di Edwin Sutherland

Un’altra teoria interessante è quella della trasmissione culturale di Edwin Sutherland. Afferma che se il comportamento deviante viene preso come un modello culturale da seguire, tenderà ad essere trasmesso così com’è. Questa trasmissione è condizionata dall’intensità dei contatti e l’età. Come pure dalla presenza di varie culture.

Devianza come espressione del disagio giovanile

La devianza è espressione del disagio giovanile. Infatti, i comportamenti devianti sono una delle manifestazioni classiche del disagio giovanile. Ci si riferisce ai giovani in età evolutiva. Durante la crescita e la maturazione, stanno acquisendo la propria identità di persone adulte. Possono rifiutare i modelli imposti durante l’infanzia. E avere il rifiuto dell’autorità, sia genitoriale che sociale. L’adolescenza può presentarsi difficile. Fino a originare un vero e proprio disagio. Magari non sfociano necessariamente in devianza.

Senz’altro sviluppano una personalità fragile. Fino alla devianza.

Spesso, l’ambiente in cui il ragazzo nasce e cresce può non essere caratterizzato da modelli esemplari di una società dedita alla legalità. In questi contesti, la delinquenza non è considerata come tale. Bensì, è la normalità del contesto di vita.

Questo comportamento deviante ha un inizio, poi prosegue. Successivamente, si stabilizza o si interrompe.

Strategie preventive per devianza e disagio giovanile

Strategie preventive che affrontano efficacemente devianza e disagio giovanile sono principalmente programmi preventivi centrati sul minore deviante, con un orientamento promozionale volto a sviluppare abilità e capacità (strategie di prevenzione primaria). Poi ci si rivolge alla famiglia dei giovani già coinvolti in dinamiche violente, nonché ai minori stessi (strategie di prevenzione secondaria). Inoltre, si può intervenire attraverso azioni predisposte per ragazzi recidivi, volte al recupero e al contempo alla prevenzione di ulteriori atti violenti (strategie di prevenzione terziaria).

Occorre adottare più avanzati strumenti concettuali, metodologici e di intervento. Soffermarsi su due aspetti. Ovvero, la valutazione dei bisogni degli adolescenti e la valutazione delle condizioni di rischio.

Si deve pensare all’attuazione di un approccio ‘multiagency’. Cioè, in ogni fase del lavoro con il deviante, devono essere presenti tutte le agenzie responsabili dell’intervento con l’adolescente. Dalla famiglia al sistema educativo. Quindi sistema giudiziario e socio-assistenziale.

L’obiettivo è di offrire supporto agli adolescenti fragili e alle loro famiglie.

Donatella Palazzo
Donatella Palazzo
Psicologa individuale, familiare e di coppia, e scrittrice. Sessoanalista (Istituto Italiano di Sessoanalisi e Dinamiche Sessuali). Specialista delle Risorse umane. Progettista in ambito sociale e scolastico. Membro dello Staff della Casa Editrice Noitrè. L'attività comprende, tra l'altro, la valutazione dei contributi di prossima pubblicazione, l'organizzazione degli eventi da presentare al pubblico e altro in ambito culturale.

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