Ormai ci siamo: oggi, venerdì 28 giugno, si completerà la demolizione del Ponte Morandi, tragicamente crollato lo scorso 14 agosto, causando ben 43 vittime e 566 sfollati. Come annunciato dal sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci, le circa 4.500 tonnellate di acciaio e cemento che ancora compongono i resti del viadotto autostradale verranno fatti saltare in aria con dell’esplosivo. In un primo momento si temeva che, in seguito alla detonazione, si potessero liberare nell’aria pericolose particelle di amianto: per fortuna però, in seguito alle operazioni di carotaggio effettuato lungo le pile 10-11 è emerso che il materiale non è presente in quantità che superano i limiti previsti dalla legge.
Tuttavia, gli abitanti della zona circostante il Viadotto Polcevera temono che, in seguito all’esplosione, si possano sollevare delle polveri sottili potenzialmente dannose per la salute. Il primo cittadino del capoluogo ligure anche su questo punto si è detto piuttosto sicuro che non ci saranno problemi, avendo predisposto decine di vasche sopra e sotto i resti della struttura che dovrebbero sollevare un muro d’acqua di circa 50 metri d’altezza che andrebbe a mitigare l’impatto delle particelle. Non è dello stesso avviso Enrico D’Agostino, presidente del Comitato Liberi Abitanti di Certosa che, raggiunto da Il Fatto Quotidiano, ha spiegato come la preoccupazione maggiore sia legata alle polveri Pm1 che sarebbero trotto sottili per essere contrastate con gli strumenti a disposizione dell’Arpal.

Intanto le istituzioni locali hanno predisposto un ampio piano di evacuazione e messa in sicurezza che è partito già dall’inizio della settimana. In questi giorni infatti è giunto a Genova dalla Spagna dopo diversi mesi di attesa un particolare detonatore che, all’atto della deflagrazione, andrà a controllare la lunga sequenza di microcariche. Inoltre da lunedì gli operai hanno cominciato a piazzare circa 1.400 chili di dinamite nei piloni rimasti ancora in piedi dopo la prima parte dei lavori di dismissione dell’infrastruttura. Sono circa 3.400 le persone che hanno dovuto lasciare le proprie case e che non potranno rientrarvi fino alle ore 21, ovvero quando la demolizione del Ponte Morandi dovrebbe ormai essersi conclusa con successo. L’esplosione è prevista tra le ore 9 e le 10 di oggi, e sicuramente per evitare di incorrere in rischi si procederà solo in condizioni di vento non superiore ai circa 13 Km/h.
Ponte Morandi: lo smantellamento del moncone ovest
I residenti ai quali è stato comunicato di lasciare le abitazioni sono quelli compresi nella fascia territoriale che abbraccia Via Porro, Via 30 Giugno 1960, e una sezione di Via Fillak e Via del Campasso. Stando alle prime stime, circa la metà degli abitanti è riuscita a trovare una sistemazione autonoma, mentre per tutti gli altri sono disponibili otto centri di accoglienza tra Rivarolo e Certosa.
Invece, per quanto concerne coloro che vivono fra i 300-400 metri di distanza dall’area in cui si verificherà la demolizione del Ponte Morandi, è stato predisposto che non lascino i propri appartamenti dalle 9 alle 15. Gli sfollati potranno rientrare dopo aver ricevuto un SMS che comunicherà la fine delle operazioni. Infatti soltanto quando l’Arpal avrà constatato che la situazione dell’aria sarà tornata alla normalità, verrà dato il disco verde al ritorno dei residenti nelle rispettive abitazioni.
Demolizione del Ponte Morandi: paura per le polveri sottili
Nonostante le rassicurazioni da parte del sindaco di Genova, gli abitanti di Certosa già da un po’ di tempo stanno palesando la loro preoccupazione per la qualità dell’aria, lamentando anche delle risposte piuttosto scarse da parte della gestione commissariale. Inoltre c’è anche un po’ di preoccupazione per la collocazione delle vasche atte a mitigare le conseguenze delle polveri sottili che si libereranno al momento della demolizione del Ponte Morandi. A tal proposito, il Comitato Liberi Abitanti di Certosa ha pubblicato su Facebook 11 domande sulla questione, alle quali per il momento l’amministrazione comunale non avrebbe ancora risposto.

Enrico D’Agostino si augura che quest’iniziativa possa risultare davvero utile affinché le istituzioni locali ascoltino i dubbi e i timori dei cittadini. Il presidente del comitato che ad oggi rappresenta l’organizzazione più vicina alle esigenze dei residenti dei quartieri circostanti il Viadotto Polcevera, ha sottolineato che i dubbi non riguardano tanto l’amianto, quanto le polveri sottili, soprattutto le Pm1 che potrebbero non essere riscontrate dalla strumentazione dell’Arpal. Proprio per questo motivo, D’Agostino ha dichiarato che se il sindaco Bucci pensa di risolvere tutto con le vasche, ciò assomiglia molto ad una «presa in giro».
Le limitazioni alla viabilità
Durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Tursi, il vicesindaco e assessore alla mobilità Stefano Balleari ha illustrato anche tutte le misure approntate in merito al controllo e alla limitazione della viabilità nelle fasi concitate della procedura di demolizione del Ponte Morandi. Partendo dall’autostrada, oggi resterà chiuso il tratto fra il bivio A7/A12 Genova-Livorno e Genova Ovest dalle ore 7 alle 22. Inoltre non sarà possibile circolare lungo le strade cittadine che si trovano ad una distanza compresa nei 300 metri dalla zona della detonazione, mentre il divieto di transito per i mezzi pesanti varrà per tutte le vie del capoluogo ligure.

Per quanto concerne gli autobus, alcune linee cambieranno il percorso. Ad esempio, la Linea 59 non passerà in Via Baden Powell; la FP sarà limitata in Piazza Montano per tutta la giornata di oggi, e l’integrativa 106 sarà del tutto sospesa.
La metropolitana continuerà a circolare, tranne 15 minuti prima e dopo l’esplosione, quando verrà interdetta la tratta lungo la stazione Brin che, in questo lasso di tempo, risulterà chiusa.