giovedì, Aprile 17, 2025

Dalla collezione Olgiati “Terre”: in mostra anche Mušič

Si sviluppa da un gruppo di capolavori della collezione Olgiati “Terre”, la mostra che presenta opere accomunate dalla dimensione materica. In esposizione a Lugano dal 27 marzo anche i lavori di Alberto Burri, Leoncillo ed Emilio Vedova.

Nella collezione Olgiati “Terre” lavori di sono artisti contemporanei?

L’allestimento che presenta anche alcune opere mai esposte in precedenza, comprende ventidue creazioni. I lavori vanno dagli anni Venti a oggi e rappresentano la ricerca artistica degli autori attraverso i materiali. Nella prima sezione ci sono i paesaggi e i ricordi dei luoghi dell’infanzia del pittore sloveno Zoran Mušič. La stessa sala ospita anche i maestri del Novecento italiano, Alberto Burri, Leoncillo ed Emilio Vedova. Poi la visita prosegue attraverso i lavori degli interpreti dell’arte informale e di Arturo Martini. Infine, c’è spazio per la contemporaneità di Markus Lüpertz e il colombiano Gabriel Sierra. L’ultima parte propone i materiali “cosmici”e l’espressione di Enrico Prampolini, Eliseo Mattiacci e Anselm Kiefer.


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La passione di Giancarlo e Danna Olgiati per l’arte

La collezione di Lugano nasce dall’interesse della coppia per i movimenti artistici del 19° e 20° secolo. Giancarlo fin da giovane frequenta pittori e impara ad apprezzare il loro talento. Acquista alcuni quadri dell’amico Arman e si informa sul Futurismo, diventando un estimatore. Danna invece è una gallerista e dopo il matrimonio comincia a lavorare col marito. Da idee e passioni comuni nasce la biblioteca futurista che riunisce 1250 libri sull’argomento. Insieme poi comprano delle opere del dadaismo e russe, guardando anche al mercato italiano. La collezione si arricchisce anche con dipinti dell’astrattismo e dal 2012 è a disposizione della città di Lugano per eventi ed esposizioni.

Alcune opere in mostra

In Svizzera l’emergenza sanitaria è sotto controllo e quindi le iniziative possono svolgersi in sicurezza. Alla mostra “Terre” sono presenti i protagonisti delle correnti artistiche che danno alla materia un valore particolare. “Bianco nero cretto” di Burri rappresenta il terremoto di Gibellina in val di Belice del 1968. La scultura “Senza titolo” di Leoncillo, invece, lascia trasparire il rapporto tra l’autore e il gres che modella. Vedova in “Per uno spazio – 29” usa pittura e legno, creando una pittura tridimensionale. La lavorazione del gesso dipinto di “Deux oiseaux” di Max Ernst è in relazione con quella della pietra vulcanica di “Belle du vent” di Rebecca Horn. Infine, “Eridanus” ha un’ispirazione cosmico-astronomica ed è una riflessione sulla storia della Germania. L’esposizione è aperta fino al 6 giugno.

Odette Tapella
Odette Tapella
Vivo in piccolo paese di provincia. Mi piace leggere, fare giardinaggio, stare a contatto con la natura. Coltivo l'interesse per l'arte, la cultura e le tradizioni.

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