A Cuba in migliaia sono scesi in piazza per prendere parte alle proteste antigovernative. Migliaia di cubani sono scesi in piazza in un evento senza precedenti. I manifestanti gridavano “Patria e vita”, titolo di una canzone contro il governo, ma anche “Abbasso alla dittatura” e “Non abbiamo paura”. Una protesta che ha messo in agitazione il governo cubano. Il presidente Diaz-Canel ha accusato gli USA di aver manipolato il malcontento diffuso.
Cuba: perché sono scoppiate le proteste?
Migliaia di cubani sono scesi in piazza in una delle più grandi manifestazioni antigovernative della storia. La marcia, che si è svolta sul lungomare Malecon dell’Avana e in altre città dell’isola, era per protestare contro la carenza di cibo e l’aumento dei prezzi scatenati dalla pandemia di coronavirus. I manifestanti, per lo più giovani, hanno affermato di essere stanchi di dover fare la fila ai negozi, dove non si trovano beni di prima necessità, e di dovere allo stesso tempo fare i conti con un marcato aumento di prezzi. La polizia ha assistito al corteo inizialmente senza intervenire, poi gli agenti sono intervenuti quando i manifestanti hanno lanciato pietre.
Secondo quanto riferito dall’Associated Press, le persone hanno cercato di registrare le proteste sui loro cellulari e di trasmettere le manifestazioni in diretta. Tuttavia le autorità cubane avrebbero disabilitato il servizio internet. Le manifestazioni si sono svolte anche a Miami. Qui migliaia di persone nel quartiere Little Havana si sono radunate in solidarietà con i cubani.
Il presidente cubano accusa gli USA
Cuba sta affrontando una delle più gravi crisi economiche degli ultimi decenni. Il Paese deve fare i conti con le sanzioni statunitensi imposte dall’amministrazione Trump e con la ripresa delle infezioni da coronavirus. Il governo cubano ha accusato gli USA di aver fomentato la protesta e di essere la causa principale dei problemi di Cuba. Il presidente cubano, Miguel Diaz-Canel, ha accusato “la mafia cubano-statunitense” di aver organizzato le proteste contro il governo. Il presidente ha quindi invitato ogni “rivoluzionario del Paese” a scendere in piazza contro chi manifesta per affrontarlo in modo “fermo, coraggioso e decisivo”.
Diaz-Canel ha osservato che “in modo molto codardo, molto perverso, nelle situazioni più complicate che abbiamo nelle province, cominciano ad apparire personaggi dell’impero yankee, propugnando dottrine di intervento per rafforzare il concetto che il governo cubano non è in grado di uscire da queste difficoltà”. Ha poi esortato gli USA a revocare il blocco economico, finanziario e commerciale contro l’isola. Ha concluso dicendo:” “Dietro a tutto questo c’è il sogno di porre fine alla rivoluzione cubana. Non permetteremo a nessuno di manipolare la nostra situazione. Né ammetteremo che un qualsiasi mercenario venduto agli Stati Uniti provochi una destabilizzazione a Cuba”.
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