domenica, Aprile 20, 2025

Crisi in Myanmar: il movimento di disobbedienza civile

Dal golpe militare guidato da Min Aung Hlaing, la crisi in Myanmar sta scivolando verso un baratro profondo. Dopo le manifestazioni in strada, sedate con violenza dalle forze dell’ordine, le proteste del settore pubblico. Ora il paese è fermo.

Crisi in Myanmar: cosa sta accadendo?

Quasi un terzo degli ospedali dell’intera nazione sono in stand-by. La crisi in Myanmar è profonda e continua a peggiorare. Un medico dichiara che la carenza di personale ha messo in ginocchio il suo ospedale, con conseguente impossibilità di accogliere nuovi pazienti. Secondo i resoconti dei media locali ci sono impiegati, autisti e amministratori licenziati in tutto il paese per l’assenteismo protratto in segno di protesta. I militari non si aspettavano che gran parte del servizio civile avrebbe dato forfait, lasciandoli senza un apparato statale.

L’impatto del movimento di protesta

Il movimento di protesta deve il suo impatto alla presa di posizione di certi settori chiave. Senza questi, la paralisi è obbligata: i militari non possono raccogliere entrate e distribuirle. Una fuga di notizie sostiene che gli scioperi ostacolino la Myanmar Economic Bank (MEB), che distribuisce gli stipendi e le pensioni del governo, ma i media locali smentiscono. A questo si aggiunge una violenta campagna di pressione nei confronti dei dissidenti: il governo “invita” i dipendenti pubblici a tornare a lavoro mentre le forze dell’ordine arrestano gli aderenti al movimento di disobbedienza civile. Parlare di crisi in Myanmar sembra, a questo punto, riduttivo.

Il prezzo della protesta

“Tutti i funzionari dei ministeri che partecipano al movimento di disobbedienza civile stanno subendo pressioni”, ha detto un membro dello staff della MEB. Min Ko Naing, un leader della rivolta pro-democrazia del 1988, esorta i dissidenti a non arrendersi. Ma la protesta comporta un sacrificio che i lavoratori non possono a lungo sostenere. Thida, docente universitaria, sa che non riceverà lo stipendio: “Ho risparmiato un po’ di reddito e lo userò. Capisco che dobbiamo fare alcuni sacrifici per combattere la giunta militare”.

Il governo spodestato contro la crisi in Myanmar

Da una parte ci sono gruppi che aiutano i dipendenti pubblici, donando loro cibo e un alloggio. Dall’altra, i membri del governo civile spodestato sono impegnati a compensare i salari che i lavoratori hanno perso e perderanno. Il loro sostegno incondizionato alimenta le speranze di lavoratori come Thida, che crede in un futuro migliore: “Non sono affatto preoccupata di perdere il lavoro. Sono convinta che la democrazia verrà ripristinata”.

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