domenica, Aprile 20, 2025

Corte Suprema USA: no al criterio della razza per l’ammissione all’università

Le università americane non potranno più usare la razza o l’etnia come fattore per ammettere gli studenti. Lo ha deciso la Corte suprema USA. Per Joe Biden e i democratici è un attacco ai progressi verso la giustizia sociale, per Donald Trump e i repubblicani una vittoria del merito e dell’uguaglianza. 

Corte Suprema USA: escludere il criterio della razza per l’ammissione all’università

La Corte Suprema degli USA ha stabilito che i college e le università devono smettere di considerare la razza nelle ammissioni negli atenei. La Corte ha ritenuto incostituzionale l’affirmative action, legge che favoriva le minoranze razziali nell’accesso alle università. Il parere è stato scritto dal giudice capo John Roberts e sostenuto dai cinque giudici conservatori. Tutti e tre i giudici progressisti si sono opposti. “Eliminare la discriminazione razziale significa eliminarla del tutto”, ha scritto il giudice capo della Corte Suprema John Roberts, insieme ai giudici Clarence Thomas, Samuel Alito, Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett. “Lo studente deve essere trattato in base alle sue esperienze come individuo, non in base alla razza. Molte università hanno fatto per troppo tempo esattamente il contrario”, ha continuato Roberts.

Dure le osservazioni dei tre giudici progressisti, che hanno accusato i colleghi di essere daltonici di fronte alla realtà di “una società endemicamente segregata”, illudendosi che il razzismo sia un problema del passato. “Ignorare la razza non renderà uguale una società che è razzialmente disuguale. Ciò che era vero negli anni ’60 del 1800, e ancora nel 1954, è vero anche oggi: l’uguaglianza richiede il riconoscimento della disuguaglianza”, ha scritto Sonia Sotomayor.

Biden contro la decisione della Corte Suprema

Anche il presidente Joe Biden ha criticato la decisione della Corte Suprema. “Sono fortemente, fortemente in disaccordo con la decisione della Corte. Non possiamo permettere che questa decisione sia l’ultima parola”, ha detto Biden. “Penso che questa Corte sia fuori fase con il sistema di valori fondamentali del popolo americano e che la grande maggioranza degli americani non sia d’accordo con le sue recenti decisioni”, ha aggiunto. Biden ha poi detto che la Corte Suprema “può fare molti danni”, ma si è detto contrario ad un suo allargamento per riequilibrarla. “Penso che i giudici della Corte Suprema potrebbero fare troppi danni. Ma penso anche che, se iniziamo il processo per cercare di espandere la Corte, la politicizzeremo, forse per sempre, non è un bene. Sarebbe una cosa da cui non possiamo tornare indietro”, ha affermato il presidente.

Critiche anche da Obama

Anche l’ex presidente americano Barack Obama ha criticato la decisione della Corte Suprema. “L’Affirmative action non è mai stata una risposta completa nella spinta verso una società più giusta. Ma per generazioni di studenti che erano stati sistematicamente esclusi dalla maggior parte delle principali istituzioni americane, ci ha dato la possibilità di dimostrare che meritavamo più che un posto a tavola. Sulla scia della recente decisione della Corte Suprema, è tempo di raddoppiare i nostri sforzi”, ha detto Obama, che lui stesso a beneficiato dell’Affirmative action per entrare ad Harvard.

I conservatori esultano

I conservatori, in primis l’ex presidente Donald Trump, hanno invece esultato. “Questo è un grande giorno per l’America. Le persone con capacità straordinarie vengono finalmente premiate. Ci manterrà competitivi con il resto del mondo. Torneremo alla situazione in cui tutto è basato sul merito, ed è così che deve essere”, ha detto Trump.

Cosa faranno ora le università?

Diversi college hanno già rilasciato dichiarazioni nelle quali affermando che cambieranno le loro pratiche in linea con la sentenza, ma non ha offerto misure concrete che intraprenderanno. Le università non avranno fretta di annunciare tali adeguamenti poiché le ammissioni sono per lo più terminate per l’anno scolastico 2023-2024. Nel frattempo, i sostenitori temono che ciò comporterà effetti negativi sull’iscrizione per le comunità sottorappresentate. “Senza la considerazione della razza nelle ammissioni al college, vedremo le nostre istituzioni diventare ancora più esclusive di quanto non siano già a vantaggio dei candidati bianchi, maschi e ricchi“, ha affermato il presidente di Color Of Change Rashad Robinson. 


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