È iniziato un ‘concorsone’ per 32000 posti da insegnante nella scuola pubblica. Previsto dal 22 ottobre al 16 novembre. È un concorso straordinario indetto dal ministero dell’Istruzione per l’immissione in ruolo di 32 mila docenti precari. 64 mila i candidati che dovrebbero recarsi nelle rispettive sedi d’esame. Per la grande quantità di posti disponibili è stato soprannominato il ‘concorsone‘
Concorsone che fa paura
Tutti i media nazionali raccontano la paura degli aspiranti docenti a tempo indeterminato. Paura di un contagio molto presente in ogni regione. Anche le rassicurazioni del Ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina non hanno aiutato molto. Oltre 60000 persone dovranno spostarsi per affrontare le prove di esame. In questo periodo questo vagare diffuso non è ben visto da nessuno. Compresi i sindacati del settore che denunciano inoltre l’assenza di molti candidati perché in quarantena.
Ma per molti questo concorso è la vera occasione della vita. Precari che in poco tempo saranno trasformati in docenti a tempo pieno. Una chimera per tante persone.
Un fenomeno non previsto
Ma facendo un giro per le scuole italiane ci accorgiamo anche che molti supplenti non hanno insediato le cattedre a loro assegnate. Molte classi hanno orari e lezioni scoperte. La didattica specifica a molte materie non è ancora iniziata e siamo quasi a fine ottobre. Molti alunni affrontano viaggi per recarsi a scuola per poi prendere atto dell’assenza protratta nel tempo di un professore. Il concorso prevede che tutti gli insegnanti facciano ritorno alle proprie attività didattiche una volta finito l’esame. E allora dove sono? Eppure secondo molti documenti presenti nelle segreterie scolastiche, questi docenti sono stati chiamati. Vediamo allora qual’è questo nuovo fenomeno non previsto.
La sala misteriosa
Esiste una sala misteriosa che fa paura, accanto al luogo dove si svolge l’esame per il concorso. In ogni sede, in ogni regione d’Italia. Questo ambiente è preparato a ricevere tutti quei candidati che prima dell’entrata presentano sintomi febbrili con temperatura superiore a 37,5 gradi centigradi. In questo luogo aleggiano pensieri di grande malinconia e delusione perché il candidato perde il diritto a svolgere l’esame. Rimane solo in attesa che sia applicato il protocollo relativo ad un contagio, ma comunque messo fuori decisamente dal concorso. In un attimo quello che poteva apparire come una grande occasione di crescita professionale si trasforma in una delusione amara.
Meglio non prendere incarichi ‘pericolosi’ fino al concorsone?
I numeri del contagio e le relative statistiche ci illustrano spesso quali sono i luoghi a rischio. Comunque oggi tutti gli assembramenti rappresentano un pericolo. Specialmente nelle classi, ma comunque nelle scuole in generale. E allora ci chiediamo se sia meglio non prendere incarichi di supplenza per poter arrivare al concorso quanto più ‘sani’ possibile. Anche grazie a questo nuovo fenomeno non calcolato, molte classi si ritrovano senza insegnanti. Non vogliamo giudicare nessuno ma nemmeno esaltare un atteggiamento del genere. Non è giusto parlare di giovani solo quando devono indossare la mascherina o quando passano gran parte del loro tempo davanti ai videogiochi.
La vera occasione persa non è il concorsone
Questo concorsone è una grande occasione per molti ma la vera occasione di vita rimane l’insegnamento e l’esperienza, che ognuno di noi può passare ai giovani. La condotta della propria vita è davanti agli occhi dei nostri ragazzi mentre la perdita di autorità, alla luce di questi fatti, è dietro l’angolo.