Conan, il batterio appartenente ad una determinata colonia di microorganismi, è sopravvissuto per un anno fuori dalla Stazione spaziale internazionale. Non è il film Alien. Ma la realtà dimostrata da uno studio chiamato Tanpopo. Sviluppato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Tokyo, il cui risultato è riportato dettagliatamente sulla rivista Microbiome
Conan, il batterio, sopravvissuto nello spazio: come è riuscito?
Se le missioni spaziali mettono a dura prova gli astronauti, lo stesso non si può dire di Conan. Il batterio dalla forma sferica scoperto nel 1956 all’interno di cibi in scatola. Non è un comune microorganismo, difatti Conan è riuscito a sopravvivere a condizioni ostiche dello spazio. Nonchè a resistere a dosi di radiazioni impensabili. Ed è per questo motivo che è annoverato nel Guinness World Records. Come la “forma di vita più resistente del mondo”
Il dettaglio dello studio
Il team di ricercatori giapponesi, ha esposto le colonie del superbatterio all’esterno della ISS. I pannelli, contenenti le piastre batteriche del Deinococcus radiodurans, sono stati esposti fuori della stazione orbitante, a condizioni estreme nello spazio. Per poi testarne la sopravvivenza. In particolare, verificare la sopravvivenza alla radiazione con una lunghezza d’onda maggiore ai 200 nm. Perchè l’atmosfera marziana assorbe la radiazione Uv-C al di sotto dei 190-200 nm. E pertanto specie affini altrettanto resistenti, potrebbero potenzialmente sopravvivere anche su Marte. Quindi potrebbero migrare tra i pianeti. E distribuire la vita nell’universo. L’esperimento ha avuto una durata di 3 anni, dal 2015 al 2018.
I risultati dell’esperimento
Una volta recuperato il carico biologico è stato poi analizzato. L’esito della prova ha confermato che gran parte dei batteri presenti sui cluster posizionati all’esterno della stazione sono tornati in vita una volta reidratati. In particolare, quando osservate al microscopio, le cellule non presentavano alcun danno morfologico. Ma Conan il super batterio è riuscito a resistere, alle oscillazioni di temperatura e al vuoto estremo. Come pure al congelamento, all’essicazione e alla microgravità. Pertanto, i risultati suggeriscono che Conan potrebbe sopravvivere durante il viaggio dalla Terra a Marte. E viceversa. Con durata di diversi mesi o anni nell’orbita più breve.
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