Le vacanze influiscono sulla mente e hanno un valore psicologico che risiede nell’analogia tra lo spostamento fisico. Che ci porta a contatto con una realtà diversa da quella quotidiana, e il percorso di conoscenza di sé.
Le fasi stesse delle vacanze influiscono: partenza, percorso e arrivo
Replicano la ciclicità della vita e del suo dinamismo e non a caso questa metafora nutre da sempre la letteratura, dall’Odissea in poi. Viaggiare rappresenta la rottura dalla routine, che è una base sicura ma che può risultare stretta. E così la vacanza offre una possibilità di svago dalla solita vita. Se l’arrivo alla meta desiderata non rappresenta il punto finale del viaggio, ma l’inizio di una nuova stimolante ricerca. Il ritorno a casa, invece, ci riporta al punto di partenza, in cui spesso trova spazio la nostalgia. Che farà poi da impulso per un nuovo viaggio.
La vacanza, quindi, coinvolge emozioni complesse
La quotidianità non sempre ci riesce a offrire e il cui portato positivo è reso ancor più urgente da ciò che abbiamo vissuto nell’ultimo anno. Una quotidianità spesso invasa da preoccupazioni, paure e pensieri negativi e dalla difficoltà di trovare un equilibrio tra il tempo dedicato al lavoro. E il tempo libero, con il conseguente accumulo di stress che, a lungo termine, ha effetti concreti sulla salute. Gli studi dimostrano che dopo un viaggio di piacere ci si sente più felici, più sani e più rilassati. Perché in vacanza si impara a essere più indulgenti con se stessi. Concedendosi degli sfizi, ci si allontana dalle preoccupazioni e si sta più a contatto con la natura, i cui effetti positivi sul benessere sono noti. Nei lavoratori dipendenti, in particolare, una vacanza riduce i sintomi del burnout, che interferisce col lavoro stesso: oltre a irritabilità e sbalzi d’umore, lo stress provoca difficoltà di concentrazione, che una vacanza aiuta a ritrovare.
Anche il lavoro dovrebbe accogliere e rispettare il bisogno di staccare la spina
Tanto che anche una riduzione della settimana lavorativa favorirebbe la produttività – perché la mente, non essendo di solito equipaggiata per affrontare periodi di stress prolungati, funziona più chiaramente se ci si concede un po’ di tregua; svagarsi, infatti, specialmente se in un luogo diverso da quello della propria quotidianità, favorisce creatività e problem solving, come dimostra uno studio del 2014 da cui è emerso che dopo una vacanza internazionale di due o tre settimane, i lavoratori hanno idee nuove su possibili usi alternativi di oggetti di uso quotidiano.
Alcune ricerche sottolineano gli effetti positivi: le vacanze per le famiglie
Fare un’esperienza insieme, lontano dalle preoccupazioni quotidiane, permette di rinsaldare i legami affettivi, spesso trascurati nella quotidianità e dai problemi di tutti i giorni. Oltre che sulle energie mentali e sull’umore, questi effetti positivi si ripercuotono anche sul corpo, e quindi sulla salute fisica, perché generalmente in vacanza si conduce una vita più attiva e si assumono delle buone abitudini che si cerca poi di replicare anche al ritorno.
Le vacanze in luoghi diversi dalla propria città, influiscono inoltre ad allargare lo sguardo sul mondo
Questo aspetto vale a maggior ragione nel caso di viaggi a contatto con lingue, cibo e diversi dai nostri, che rappresentano un continuo stimolo per la mente e per i sensi; visitare più Paesi o immergersi nella cultura locale migliora l’attenzione e l’energia anche dopo il rientro a casa e ha un effetto positivo sulla nostra attitudine verso l’altro e sul nostro atteggiamento verso noi stessi. Visitando luoghi sconosciuti, infatti, diventiamo da un lato più tolleranti ed empatici e dall’altro più sicuri della nostra capacità di affrontare situazioni nuove e sconosciute. Tutto questo aiuta ad avere una mentalità aperta, oltre a una mente sana.