La leader della Birmania Aung San Suu Kyi è stata arrestata durante in colpo di Stato per opera del potente esercito del Myanmar. L’esercito birmano ha annunciato che sarà imposto lo Stato di emergenza per un anno. Nel frattempo, l’ex generale Myint Swe, uno dei due vicepresidenti, ricoprirà la carica ad interim. Tutti i poteri sono stati invece trasferiti al generale Min Aung Hlaing, capo delle forze armate.
Colpo di Stato in Myanmar: cos’è successo?
Il potente esercito del Myanmar ha preso il controllo del Paese con un colpo di Stato e ha dichiarato lo Stato di emergenza per un anno, in seguito all’arresto di Aung San Suu Kyi e ad altri leader del governo. Il paese si è svegliato con diffusi blackout nelle comunicazioni, come interruzioni della linea telefonica e di Internet, banche chiuse e soldati che pattugliavano le strade della più grande città del Myanmar, Yangon. I residenti, al loro risveglio, accendendo la TV possono ora accedere ad un solo canale, il Myawaddy, di proprietà militare. Tutti gli altri canali sono oscurati.
La TV militare ha annunciato che tutti i poteri sono stati trasferiti al capo dell’esercito Min Aung Hling. Nel discorso l’esercito ha confermato di aver arrestato il leader civile de facto del paese Sunn Kyi, insieme ad altri leader di alto livello della Lega nazionale per la democrazia (NDL), in risposta alle presunte irregolarità di voto nelle elezioni di novembre. Infatti, secondo l’esercito, tali elezioni, vinte da Sunn Kyi, sarebbero state truccate e così le tensioni politiche sono aumentate. Nell’annuncio, firmato dal presidente Myint Swe, i militari affermano che la frode elettorale ha avuto luogo nelle elezioni dell’8 novembre 2020. Inoltre affermano che l’arresto dei leader politici è dovuto “alla loro mancanza di azioni e al fatto di non aver eseguito la richiesta di rinviare le sessioni del parlamento della camera bassa e della camera alta”.
Cos’è successo nelle elezioni in Birmania
L’elezione in Birmania è stato il secondo voto democratico dal 2011, anno in cui il paese è uscito da 50 anni di governo militare isolazionista. L’8 novembre il partito di Suu Kyi aveva rivendicato una schiacciante vittoria, con l’83% dei voti, che le aveva concesso altri cinque anni di governo. Mentre il partito per la solidarietà e lo sviluppo sostenuto dai militari aveva vinto solo 33 seggi su 476, molto meno delle aspettative. I militari hanno così accusato il partito di Sunn Kyi di brogli elettorali.
I leader internazionali condannano il colpo di Stato
Il colpo di Stato in Birmania ha innescato un’immediata e diffusa condanna internazionale. I primi a condannare l’accaduto sono starti gli USA, dove il Segretario di Stato Antony Blinken ha espresso grave preoccupazione e allarme per la situazione. Blinken ha dichiarato: “Invitiamo i leader militari birmani a rilasciare tutti i funzionari governativi e i leader della società civile. Inoltre, a rispettare la volontà del popolo birmano espressa nelle elezioni democratiche”. Anche l’Australia ha chiesto l’immeditato rilascio dei leader del paese. Il ministro degli Affari esteri Marise Payne ha dichiarato: “Il governo australiano è profondamente preoccupato per le notizie che l’esercito del Myanmar sta cercando di riprendere il controllo del Myanmar. Chiediamo ai militari di rispettare lo stato di diritto, di risolvere le controversie attraverso meccanismi legali e di rilasciare immediatamente tutti i leader civili e altri che sono stati detenuti illegalmente”.
Anche il ministero degli Affari esteri dell’Indonesia ha espresso preoccupazioni per la situazione in Myanmar. Il Ministero ha affermato che le divergenze elettorali devono essere affrontate in conformità con il meccanismo legale disponibile. Inoltre ha esortato tutte le parti in Myanmar a esercitare l’autocontrollo e dialogo nella ricerca di soluzioni alle sfide per non esacerbare la condizione.