giovedì, Aprile 17, 2025

CO2: il piano “green” adottato dal Giappone

Il Giappone mira ad eliminare i veicoli a benzina entro 15 anni. L’annuncio del governo è arrivato ieri. Yoshihide Suga, il primo ministro, ha dichiarato di voler raggiungere il traguardo delle zero emissioni entro il 2050. La strategia per raggiungere il traguardo ambito è quella di investire nelle energie rinnovabili e ridurre le emissioni di CO2. C’è poi l’impegno delle industrie automobilistiche, che faranno la loro parte per accelerare le cose.

Perché il CO2 rappresenta un problema?

È il principale gas serra presente nell’atmosfera terrestre. Da una sua produzione incontrollata deriverebbe un aumento dell’effetto serra, causa del surriscaldamento globale per un buon 70%. La quantità di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre dovrebbe essere equilibrata. Troppa concentrazione di CO2 e la Terra si surriscalderebbe. La cosa comporterebbe un effetto serra simile a quello di Venere. Troppo poca e le piante non potrebbero più adoperare la fotosintesi per produrre ossigeno, rendendo il pianeta inabitabile.

Il piano “green” del Giappone

Nel mondo sono sempre più i Paesi che adottano una strategia “green”. Il Giappone è tra questi. Gli investimenti “green” sono per il paese del Sol levante un’opportunità di crescita e non un peso. La strategia prevede una tabella di marcia per il raggiungimento degli obiettivi in ​​diversi settori. Prevede di triplicare l’impiego di energie rinnovabili. C’è poi la volontà di massimizzare l’uso dell’energia nucleare come fonte di energia stabile e pulita. I settori coinvolti sono 14.

I settori coinvolti nel piano “green”

La strategia coinvolge 14 settori, come l’eolico offshore, il nucleare ed i veicoli elettrici. Secondo la strategia, il governo dovrebbe anche fornire incentivi fiscali e altro sostegno per incoraggiare gli investimenti nella tecnologia “green”. Come il Giappone, anche il Regno Unito ha annunciato di voler ridurre le emissioni entro il 2050. Per fare ciò, ha previsto 12 miliardi di investimenti negli stessi settori che il Giappone vuole rafforzare.

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