La Cina guarda all’Europa e rafforza la propria presenza nel settore cinematografico globale: durante la visita del premier spagnolo Pedro Sánchez, è stato firmato un memorandum d’intesa tra la Cina e la Spagna per la cooperazione cinematografica, segnando un importante passo nella promozione degli scambi culturali e produttivi tra i due Paesi.
Nuova alleanza Cina-Spagna nel settore del cinema
Il protocollo di intesa è stato siglato tra l’Amministrazione Cinematografica Nazionale cinese e l’Istituto di Cinematografia e Arti Audiovisive spagnolo, e prevede la collaborazione su più fronti: coproduzioni, partecipazione a festival, proiezioni congiunte e scambio di professionisti del settore.
Questa apertura internazionale della Cina al mercato europeo arriva in un momento strategico, segnato dalla diminuzione dell’importazione di film dagli Stati Uniti, una mossa che rispecchia le scelte tariffarie di Washington e le nuove preferenze del pubblico cinese.
Hollywood in calo: gli effetti delle politiche tariffarie USA
Un portavoce del settore cinematografico cinese ha confermato che la decisione di ridurre l’import di pellicole americane è dettata da logiche di mercato e dalla risposta del pubblico, sempre più orientato verso produzioni alternative. A questo si aggiunge l’impatto delle tariffe imposte dagli Stati Uniti su una vasta gamma di prodotti cinesi.
Le conseguenze sono già visibili a Wall Street: le azioni di Disney e Warner Bros. Discovery hanno registrato cali rispettivamente del 6,79% e del 12,53%, a causa dei timori di un’esclusione progressiva dal secondo mercato cinematografico mondiale.
Il mercato cinese: un punto chiave per i profitti hollywoodiani
Nel biennio 2018–2019, le uscite cinematografiche statunitensi in Cina hanno generato quasi 2,72 miliardi di dollari in incassi, rappresentando oltre l’80% dei profitti da film stranieri nel Paese. Un mercato strategico che oggi rischia di sfuggire dalle mani di Hollywood, a causa delle tensioni commerciali e del crescente orientamento della Cina verso partnership alternative.
Il paradosso della guerra tariffaria: il surplus americano nei servizi
L’amministrazione statunitense ha giustificato le tariffe contro la Cina per riequilibrare il disavanzo commerciale, ignorando però il massiccio surplus americano nei servizi, che include cinema, tecnologia e finanza.
Secondo il Dipartimento del Commercio USA, le esportazioni di servizi verso la Cina sono cresciute da 5,63 miliardi di dollari nel 2001 a 46,71 miliardi nel 2023, con un surplus che ha raggiunto i 39,7 miliardi di dollari nel 2019. Una fonte importante di ricchezza per gli Stati Uniti che ora rischia di essere compromessa.
Anche l’Europa valuta contromisure
Nel frattempo, anche l’Unione Europea osserva da vicino l’evoluzione dei rapporti commerciali. La Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’UE è pronta a rispondere in modo simmetrico se i negoziati con gli Stati Uniti non porteranno risultati, suggerendo tassazioni sui servizi digitali offerti dai colossi tech americani come Meta, Google e Facebook.
La Cina apre, l’America si chiude?
La nuova alleanza culturale tra Cina e Spagna rappresenta un segnale forte: Pechino è pronta a condividere il proprio mercato e a favorire la cooperazione internazionale, mentre le tensioni geopolitiche rischiano di isolare Hollywood da uno dei suoi mercati più redditizi.
Venerdì scorso, i leader di Cina e Spagna – Li Qiang e Pedro Sánchez – hanno ribadito l’impegno congiunto a sostenere il libero scambio, la cooperazione culturale e l’innovazione nel settore audiovisivo, tracciando una nuova rotta nella diplomazia cinematografica globale.