sabato, Aprile 19, 2025

Cina: la politica zero-Covid è sotto i riflettori

In Cina la politica zero-Covid è ora sotto i riflettori. Molti cinesi si dicono stanchi dei continui blocchi, che stanno anche danneggiando l’economia. Ma c’è chi è ancora al fianco del governo e delle sue politiche.

La politica zero-Covid è sotto i riflettori in Cina

La politica zero-Covid in Cina sta accendendo un intenso dibattito. Molti commentatori cinesi ritengono che il governo abbia esagerato con le misure di blocco. Pechino, a differenza del resto del mondo, ha continuato ad attuare la politica zero-Covid in tutto il Paese. L’ultimo caso di attuazione di tale politica è arrivato dalla provincia di Guangdong, nella Cina meridionale. Qui si sono registrati 2.528 nuovi casi Covid, il 92% dei quali asintomatico. Il governo ha così deciso di imporre un lockdown di tre giorni, che poi è stato esteso di altri sette giorni.  

I cinesi sono ora stanchi di tutti questi blocchi, anche perché stanno influendo negativamente sull’economia. Il Comprehensive Team for Joint Prevention and Control Mechanism for Covid-19, organismo del Consiglio di Stato, ha invitato i governi locali a mantenere politiche zero-Covid. Allo stesso tempo ha però sollecitato l’uso di “metodi scientifici” per determinare il metodo più giusto per contrastare l’epidemia. Ha anche sottolineato che alcune province e città hanno ampliato “irregolarmente” le loro aree di blocco e rafforzato le regole di distanziamento sociale e quarantena.  

Con l’aumento delle preoccupazioni, il governo cinese ha affermato che sta formando un “comitato di riapertura” guidato da Wang Huning, un membro del comitato permanente del Politburo. Secondo quanto riferito, la Cina potrebbe iniziare ad allentare le sue regole di quarantena nel prossimo marzo, dopo la stagione fredda invernale e le vacanze di Capodanno cinese.

Le critiche al governo

Zeng Guang, un ex capo epidemiologo presso il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, ha affermato che presto saranno implementati cambiamenti sostanziali alla politica cinese zero-Covid. Hu Xijin, un commentatore di alto profilo ed ex redattore capo del Global Times, gestito dal Partito Comunista, ha dichiarato che la Cina era ora a un bivio nella sua battaglia contro il coronavirus. Hu ha affermato che i cinesi non possono più tollerare blocchi su larga scala, che secondo lui danneggerebbero le economie locali. Un altro famoso propagandista pro-stato, Zhou Xiaoping, ha dichiarato sui social media che non aveva più senso bloccare le aree e costringere le persone a fare i test Covid.

Gli elogi al governo

Qiu Chaoyi, giornalista del People’s Daily, ha pubblicato un articolo per elogiare il Partito Comunista per aver attuato le misure di blocco a Shanghai tra metà marzo e metà maggio. Qiu ha affermato che molte persone inizialmente avevano espresso preoccupazioni sul fatto che il lockdown avrebbe creato un’enorme perdita economica per Shanghai, ma il partito ha fornito una risposta chiara e forte al pubblico dimostrando che poneva la vita delle persone come la massima priorità del paese. Ha affermato che i blocchi di Shanghai hanno interrotto con successo la trasmissione del ceppo Omicron altamente infettivo, impedendo a centinaia di milioni di cinesi di essere infettati.


Leggi anche: La dura vita dei dissidenti in Cina

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