venerdì, Aprile 18, 2025

Cina – Allarme per il focolaio di Shulan: ma il virus potrebbe essere mutato

Il governo cinese appare più allarmato di quanto non sia disposto ad ammettere per i nuovi focolai di coronavirus individuati nelle province di Jilin e Heilongjiang, nel nord-est del paese.

A destare preoccupazione è in particolare il focolaio nella città di Shulan, una contea sotto la giurisdizione della città di Jilin al confine con la Russia, dove è stata imposta la seconda più grande serrata in Cina dall’inizio dell’epidemia, dopo quella applicata a Wuhan lo scorso 23 gennaio. Shulan, con una popolazione di oltre 700 mila abitanti, ha visto aumentare i casi di infezione da coronavirus nell’ultimo periodo, fattore che ha portato le autorità locali a elevare l’emergenza al massimo livello.

Secondo i media cinesi, la città ha riportato 42 casi a partire dal 7 maggio, quando è stato identificato il primo paziente contagiato dal coronavirus. I numeri potrebbero però essere diversi, come suggerisce il fatto che almeno 8 mila residenti sono stati posti in quarantena e che nel capoluogo Jilin sono stati designati due ospedali con un totale di 1.300 posti letto per i pazienti. Nel frattempo, tuttavia, i nuovi casi sembrano suggerire la possibilità che il coronavirus stia mutando. I contagi a Jilin presentano caratteristiche diverse da quelli originati nella provincia di Hubei, focolaio della pandemia di coronavirus nella fase iniziale dello scoppio.

Lo ha spiegato Qiu Haibo, esperto del gruppo di trattamento medico della Commissione sanitaria nazionale cinese. Secondo Qiu, i nuovi contagi hanno un lungo periodo di incubazione e i loro sintomi clinici non sono “tipici“: in molti casi i pazienti non hanno la febbre ma soffrono di affaticamento o mal di gola. Alcuni pazienti sono così portatori di infezioni silenziose che si diffondono facilmente fra i membri dello stesso nucleo famigliare. Qiu ha inoltre osservato che i pazienti di Wuhan non hanno subito solo danni ai polmoni, ma anche problemi cardiaci, renali e intestinali.

Invece i casi nella Cina nord-orientale hanno portato principalmente danni ai polmoni, con ricadute molto lievi a cuore, reni o intestino. Si è inoltre osservato che i casi nella Cina nord-orientale richiedono un periodo più lungo per la trasmissione del virus, che sembra impiegare più di una o due settimane come fra i pazienti di Wuhan.

Questo ritardo nell’insorgenza sta rendendo più difficile per le autorità identificare i casi per tempo. Qiu sottolinea poi che il focolaio del nord-est è anche molto più piccolo rispetto a quello dell’epidemia dell’Hubei, che nel complesso – sempre secondo i dati ufficiali di Pechino – ha contagiato oltre 68 mila persone. Nelle ultime due settimane sono stati segnalati circa 46 casi sparsi in tre città – Shulan, Jilin e Shengyang – in un’area di 100 milioni di persone.

L’incertezza su come si manifesta il virus potrebbe ostacolare gli sforzi dei governi per frenarne la diffusione e far ripartire le attività economiche già duramente colpite. Tutto questo proprio mentre la Repubblica popolare si appresta domani, 21 maggio, a inaugurare le due sessioni legislative – la sessione plenaria dell’Assemblea nazionale del popolo cinese (Npc) e la sessione annuale del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Cppcc) – in cui la questione sulla bio-sicurezza avrà un ruolo cruciale sull’agenda del governo centrale.

La Cina dispone di uno dei sistemi di rilevamento e test dei virus più completi a livello globale e, tuttavia, sta ancora lottando con nuovi focolai attivi sul territorio nazionale. Ora più che mai la leadership cinese è determinata a proiettare un’immagine di stabilità e controllo della situazione epidemica, e si sta muovendo in modo deciso per arginare la diffusione del nuovo focolaio mentre migliaia di delegati politici si riversano nella capitale per partecipare alle due sessioni.

Da tempo ricercatori in tutto il mondo stanno cercando di capire se il virus stia mutando in modo significativo per diventare più contagioso, ma le prime ricerche non hanno portato evidenze. “In teoria, alcuni cambiamenti nella struttura genetica possono portare a un cambiamento del modo in cui il virus si comporta”, ha osservato Keiji Fukuda, direttore presso la Scuola di salute pubblica dell’Università di Hong Kong. “Tuttavia, molte mutazioni non portano affatto a cambiamenti riconoscibili”.

Secondo lo scienziato, è probabile che quanto osservato in Cina non abbia una correlazione con una mutazione e che siano necessarie “prove molto chiare” prima di concludere che il virus stia effettivamente mutando. Al momento, le autorità sanitarie cinesi credono che il nuovo focolaio sia derivato dal contatto con persone contagiate in arrivo dalla Russia, che al momento è uno dei paesi più colpiti dalla pandemia a livello globale. “Il sequenziamento genetico ha mostrato una corrispondenza tra i casi a nord-est e quelli registrati in Russia“, ha affermato Qiu. Attualmente, quattro delle sei regioni epidemiche ad alto e medio rischio in Cina sono nella città di Jilin.

Le crescenti preoccupazioni per il nuovo focolaio in atto hanno spinto le autorità sanitarie nella città di Jilin e di Shulan a designare due ospedali con circa 1.300 posti letto in totale per i pazienti Covid-19. Ieri sera Yang Limin, funzionario governativo cittadino, ha rivelato durante un briefing che un ospedale con 1.075 posti letto e 1.100 operatori sanitari sarà utilizzato a Jilin per i pazienti con coronavirus. Un secondo ospedale con 188 letti a Shulan può essere utilizzato in qualsiasi momento per i pazienti Covid-19, poiché dispone di adeguate forniture ed esperti medici.

Sempre ieri, il governo locale ha anche annunciato che tutti i cittadini rimpatriati dalla Russia devono registrarsi presso le proprie comunità residenziali e la città fornirà loro test gratuiti. Secondo la televisione di stato cinese “Cctv“, anche tutti i 3.005 studenti delle scuole superiori che hanno sostenuto gli esami di ammissione all’università quest’anno a Shulan saranno sottoposti a test gratuiti sull’acido nucleico organizzati dal governo locale. Coloro che nascondono informazioni o si rifiutano di collaborare saranno soggetti a sanzioni legali, secondo il regolamento provinciale.

Il governo di Shulan aveva annunciato lunedì l’intenzione di intensificare le sue misure di contenimento rafforzando il controllo degli spostamenti in tutte le aree residenziali; a partire da mezzogiorno del 18 maggio, i blocchi residenziali che hanno registrato casi confermati o sospetti di coronavirus impediscono ai residenti di uscire e ai non residenti di entrare. Le istituzioni preposte al controllo epidemico di Shulan hanno emesso un avviso in cui si spiega che i cittadini interessati non possono nemmeno recarsi a fare la spesa: i beni di prima necessità saranno consegnati a domicilio dai supermercati locali.

In altri complessi residenziali e villaggi, ogni famiglia può inviare un membro per l’acquisto di prodotti ogni due giorni e gli spostamenti all’esterno dell’area di residenza non dovrebbero durare più di due ore, cita l’avviso. Come riportano i media cinesi, prima delle ultime limitazioni entrate in vigore, Shulan aveva già attuato una serie di misure di controllo dell’epidemia, tra cui la chiusura delle scuole e il blocco dei trasporti pubblici, compresi gli autobus; nessun taxi è inoltre autorizzato a lasciare la città. La compagnia ferroviaria locale ha interrotto quasi una decina di viaggi da e per Shulan fino al 31 maggio.

Anche luoghi pubblici e di intrattenimento come palestre, cinema, sale da karaoke e piscine hanno abbassato le saracinesche. Secondo i dati aggiornati a ieri, 19 maggio, la provincia di Jilin ha riportato un totale di 133 casi confermati trasmessi localmente, tra cui due decessi e 106 pazienti dimessi dall’ospedale dopo il recupero. Ci sono ancora 25 pazienti che stanno ricevendo cure in ospedale, di cui tre in gravi condizioni, tutti nella città di Jilin. Sono infine 1.181 le persone che sono state a stretto contatto con i casi infetti sono attualmente sotto osservazione medica. 

Leonardo Pietro Moliterni
Leonardo Pietro Moliterni
Presidente dell'Associazione L'Ancora Capo Redattore Responsabile ma sono soprattutto giornalista, foto reporter e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Ho sposato Periodicodaily.com e Notiziedaest.com ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Sono un libero giornalista indipendente porto alla luce l'informazione Nazionale e Estera .. Soprattutto Cronaca, Meteorologia, Sismologia, Geo Vulcanologia, Ambiente e Clima.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisement -spot_img

Latest Articles