La paura è sempre di più il male del secolo. A dirlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Questi disturbi dell’umore sono in continuo aumento in Italia e negli altri paesi industrializzati“. La paura nella vita colpisce tutti senza fare alcuna distinzione, ma per fortuna non sempre è invalidante.
Paura: il male del secolo?
Sono anni e anni che si parla sempre di ansia, attacchi di panico e depressione. Fiumi di inchiostro, libri e siti web sono sempre più impregnati di questi argomenti, spesso orientati a dare degli indirizzi e consigli su come ritornare alla vita. La paura di essere felice o cherofobia, è la paura del meccanismo di compensazione per cui ad un evento positivo, succeda un evento negativo.
Quando ti morde l’anima
Quando l’ansia vera ti assale ti paralizza. Ti paralizza non permettendoti di pensare, non ti dà il tempo di essere razionale e ragionevole. Diventi un’ameba, vuoi aiuto ma allo stesso tempo lo rifiuti continuamente. L’unico scudo che riesci a costruirti è l’evitamento. Evitare tutto quello che puoi evitare. Un continuo, in cui inizi a sottrarre fino ad arrivare a zero. E così costruisci una vita preordinata che vita non può dirsi. Ne manca la spontaneità, la sorpresa, la scoperta e la ricerca. Manchi proprio tu al centro della tua vita perché lasci il posto alla paura.
Paura: life coach, psicologi, psichiatri e un’infinità di psicofarmaci.
Non esistono consigli giusti e farmaci adeguati a far scomparire il problema. Esiste una strada unica che la persona può percorrere e vivere la vita nella propria pienezza.
L’aiuto esterno è fondamentale
Ricorrere all’aiuto esterno di uno specialista che ti possa seguire in un percorso è il primo passo per ribellarsi e per uscire dal vortice della “paura”. In quel caso stai già lavorando su te stesso/a. Il percorso è sempre quello che prevede una pulizia completa di se stessi riconoscendo: “i pensieri abituali e i pensieri che ci fanno del male”, ricorrendo ad ogni mezzo possibile.
Mettersi in discussione o cercare fattori esterni?
Smettere di pensare: “perché ho paura che quando qualcosa di bello mi succede, dietro l’angolo mi attende qualcosa di brutto”. Si dovrebbe tener presente che nella vita straordinaria ci sono anche momenti brutti e nella vita terribile i momenti belli. E’ nell’essere resilienti la differenza. Capire che quello che ci accade è una “situazione”, situazione che se continuiamo a portarci a braccetto ci fa vivere in tondo e non in linea con ciò che vogliamo.
La paura di essere felici
La paura della felicità, che in realtà è la paura della sofferenza, è l’esatto contrario della “ricerca della felicità”. Sono i sensi di colpa (difficilissimi da sconfiggere, ma non è impossibile), è la paura di sbagliare, di soffrire, di non essere all’altezza, la paura di non meritare, tutto insieme.
Perché siamo ciò che crediamo di essere
Tutti tranne quelli che sono alla continua ricerca della propria e personale felicità e dell’autenticità in cui vivere. Se quindi, ciò che abbiamo non ci basta e ciò che crediamo di essere ci fa stare male è d’obbligo mettersi alla ricerca.