Dici Charles M Schulz e non puoi non pensare ai Peanuts, i personaggi dei fumetti di cui è stato il creatore e le cui vicende hanno appassionato per circa mezzo secolo i lettori giovani e adulti di tutto il mondo. Con la sua morte, avvenuta il 12 febbraio 2000, il geniale fumettista statunitense portò via con sé anche le avventure di Snoopy, Charlie Brown, Patty, Linus e tanti altri, poiché prima di andarsene volle che nessun altro si occupasse di portare avanti le sue storiche strisce a fumetti.
Charles Monroe Schulz nacque a Minneapolis (nel Minnesota) il 26 novembre 1922, ma fin da bambino crebbe e visse a Saint Paul. Il padre era originario della Germania, mentre la madre era norvegese. Fin da piccolo il suo destino sembrò indirizzato verso il mondo dell’arte e dei fumetti: uno zio, infatti, gli diede subito il soprannome di Sparky, abbreviazione di Sparkplug, ovvero il cavallo di Barney Google, popolare protagonista di una serie di strisce ideate da Billy DeBeck.

Diventato ormai Sparky per tutti, Schulz decise di firmare i suoi fumetti d’esordio proprio con questo presudonimo. Stando ad un aneddoto relativo alla sua giovinezza, si racconta che una volta un’insegnante del ragazzo statunitense, dopo aver visto un suo disegno, gli abbia detto con fare quasi profetico: “Un giorno sarai un artista”. In effetti, la docente aveva avuto un’ottima intuizione sul talento innato del suo alunno.
Charles M Schulz: i primi passi nel mondo dei fumetti
Charles M Schulz a scuola fu uno studente modello e – manco a dirlo – la materia nella quale si distinse fu l’arte. Fin da giovane aveva manifestato la sua passione per i fumetti, infatti era un accanito lettore delle storie che venivano pubblicate sui vari giornali, sognando di poter un giorno avere uno spazio dedicato alle sue. Nel periodo dell’adolescenza, quando aveva 13 anni, ebbe in regalo un cane, Spike, di colore bianco e nero, piuttosto simpatico e allo stesso tempo molto intelligente. Fu lui a ispirare al disegnatore americano il personaggio del mitico Snoopy. Inoltre successivamente aggiunse nei Peanuts un altro protagonista che si chiamava proprio Spike ed era il fratello goffo di Snoopy.
Negli anni delle superiori, il giovane talento dei fumetti strinse amicizia con un ragazzo che si chiamava Charlie Brown. Oggi questo nome è familiare a tutti perché è quello di uno dei principali protagonisti dei Peanuts. Il disegnatore non ha mai rivelato se il carattere della sua “creatura” sia legato in qualche modo a quello del suo amico di scuola. Dopo aver conseguito il diploma e, superata la Seconda guerra mondiale con una fugace esperienza militare in Franzia, Schulz divenne insegnante presso l’Art Instruction School, una scuola di disegno per corrispondenza.

Quest’esperienza fu per lui proficua perché conobbe una serie di persone e colleghi che poi gli avrebbero dato le brillanti idee per realizzare tanti dei personaggi dei mitici fumetti. Tra questi vi era anche Donna World, la contabile dell’azienda di cui il giovane docente si era innamorato ma senza trovare mai una corrispondenza da parte dell’amata. Questa vicenda gli ispirò la ragazzina dai capelli rossi di cui sarebbe stato per sempre innamorato Charlie Brown.
Il successo mondiale dei Peanuts
Charles M Schulz, deciso più che mai ad affermarsi nel mondo dei fumetti, cominciò ad inviare le sue creazioni a vari giornali. Tra questi fu contattato da una testata di Saint Paul che gli diede l’opportunità di pubblicare ogni tanto le sue strisce. Quest’evento diede coraggio e maggior fiducia nei suoi mezzi al disegnatore, il quale completò un’intera collezione di storie e la mandò all’United Feature Syndacate di New York. Ricevette una risposta positiva.
E così Sparky partì subito per New York per consegnare di persona i fumetti. L’editore decise di intitolarle Peanuts in riferimento alle “noccioline” perché, a suo parere, i lavori del giovane artista sarebbero state consumate con velocità e senza sosta dai lettori. In un primo momento il disegnatore staunitense ebbe qualche dubbio sulla scelta del nome, ma in realtà questo si rivelò quantomai vincente, facendo dei Peanuts dei fumetti davvero “irresistibili”.
Charles M Schulz incrementò così il proprio lavoro e dalla sua fantasia brillante arrivarono gli ormai iconici protagonisti delle sue avventure. Il debutto ufficiale delle vicende di Snoopy, Lucy e compagni avvenne il 2 ottobre 1950, quando le prime strisce arrivarono su sette giornali americani. In un battibaleno i Peanuts divennero un fenomeno mondiale e approdarono in più di duemila quotidiani e in quasi 70 Paesi. Al contempo vennero realizzati dei programmi di animazione e film cinematografici a loro dedicati, per poi diventare un vero e proprio brand con diari scolastici, linee di abbigliamento e anche delle raccolte a fumetti. Durante il 40° anniversario dalla nascita dei Peanuts, persino il Louvre di Parigi gli dedicò una mostra.

Le vicende firmate da Schulz catturarono le attenzioni di saggisti, letterati, psicologi e filosofi, i quali cercarono di interpretarne storie e valori. Umberto Eco in diverse occasioni si soffermò sui personaggi delle famose strisce a fumetti, poiché, occupandosi delle piccole problematiche dei bambini (e non solo) facevano riflettere su tematiche importanti.
26 novembre 1922 – oggi nasceva Charles Schulz, il papà dei Peanuts
Fin dai primi anni del suo lavoro, Charles M Schulz affermò che, quando lui non avrebbe più potuto disegnare, nessuno avrebbe dovuto sostituirlo, perché voleva che Snoopy, Charlie Brown e tutti gli altri personaggi smettessero di esistere insieme a lui. E così è stato. L’artista americano scomparve per un attacco cardiaco (era già malato di cancro) il 12 febbraio 2002, e lasciò un testamento nel quale riportò la sua volontà di far sì che i Peanuts restassero “genuini” per sempre e che nessun altro creasse nuove avventure al posto suo. Dunque, con la scomparsa del loro “papà”, terminò anche l’esistenza dei suoi leggendari protagonisti.