Una preliminare analisi dei campioni lunari riportati da Chang’e-5 rivela che circa il 10% di quelle rocce non proviene dal sito di atterraggio nell’Oceanus Procellarum.
Cos’è Chang’e-5?
Chang’e 5 è una missione cinese di esplorazione lunare robotica, che consisteva in un lander e un veicolo per riportare sulla Terra campioni lunari. Il vettore è decollato correttamente il 23 novembre 2020 e ha riportato sulla Terra circa 2 kg di suolo lunare e rocce. Il programma punta a anche a semplificare l’atterraggio umano sulla Luna, al fine di creare le condizioni per la costruzione di un avamposto vicino al polo sud. Il Lander è atterrato sulla superficie lunare dopo la separazione dall’orbiter e conteneva uno strumento per scavare e raccogliere il terreno.
Chang’e-5: l’analisi dei campioni
In un articolo pubblicato di recente sulla rivista Science, i ricercatori riferiscono che la lava basaltica trovata in Oceanus Procellarum ha solo due miliardi di anni. La storia vulcanica della Luna risale a 4,2 miliardi di anni fa e dati precedenti suggeriscono che la maggior parte delle eruzioni si sia verificata tra i 3,8 e i 3 miliardi di anni fa. Le eruzioni consistevano in colate laviche basaltiche. Fuoriuscivano da bocche di fessura, simili a quelle che abbiamo alle Hawaii e in Islanda. La lava era primitiva, senza cristallizzazione precedente. Scorreva rapidamente e senza intoppi, risultando nei mari scuri e piatti che vediamo oggi sulla superficie del nostro satellite. Sapendo questo, possiamo dire che i campioni riportati a casa da Chang’e 5 sono giovani.
Le evidenze scientifiche
I risultati ci fanno capire quando sono stati creati i crateri sulla Luna. Il vincolo precedente era molto ampio tra uno e tre miliardi di anni fa. Ma, dicono gli scienziati, se ci fosse stato vulcanismo attivo due miliardi di anni fa, ora si potrebbe calibrare il tempo dei crateri sulla base di questi nuovi campioni di roccia lunare.