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“C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento”: la citazione chiave di Arminio

La citazione di Franco Arminio: il panico come forma di intrattenimento

Il 23 febbraio 2020 Franco Armino ha pubblicato in rete la citazione tratta dal “Decalogo contro la paura“:

“Lavarsi le mani molto spesso, informarsi ma senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si trova qualcuno che ce la vende. La nostra vocazione al consumo ora ci rende consumatori di paura. C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento”

Un concetto chiave, espresso con parole semplici, che si inserisce alla perfezione nella situazione attuale, in cui la parola Coronavirus prende il sopravvento su tutto il resto. Franco Arminio propone dunque un decalogo per comprendere la vastità delle sfaccettature della globalizzazione. Tramite i dieci punti emergono i comportamenti che l’umanità è spinta ad assumere, conducendo ad un allontanamento fra gli individui.

Il decalogo contro la paura

Consapevolezza, pensiero critico, fiducia nel futuro: sono tratti indistinguibili che il nuovo mondo, successivo alla rivoluzione attuale dal COVID-19, dovrà avere.

L’insinuarsi del dubbio nell’acquisizione delle informazione è ciò che potrà distinguere la mentalità del virus attuale, da quella diffusa durante la peste del ‘600: evitare la caccia alle streghe, agli untori, sfuggire dal vortice dell’allarmismo sono le strade da percorrere.

In un tempo in cui siamo costretti all’abbandono dello stato sensibile ed emozionale, Franco Arminio invita a non perdere i tratti che determinano la nostra umanità, a non distaccarci dagli aspetti simbolici e sacri che restano nella “gabbia d’acciaio” che è l’epoca contemporanea.

Osservare accuratamente piuttosto che parlare senza conoscere, informarsi criticamente piuttosto che assorbire passivamente le notizie.

10 regole: il panico NON E’ la nuova forma di intrattenimento

  1. Le passioni, quelle intime e quelle civili, aumentano le difese immunitarie. Essere entusiasti per qualcuno o per qualcosa ci difende da molte malattie.
  2. Leggere un libro piuttosto che andare al centro commerciale.
  3. Fare l’amore piuttosto che andare in pizzeria.
  4. Camminare in campagna o in paesi quasi vuoti.
  5. Capire che noi siamo immersi nell’universo e che non potremmo vivere senza le piante mentre le piante resterebbero al mondo anche senza di noi. Stare un poco di tempo lontani dai luoghi affollati può essere un’occasione per ritrovare un rapporto con la natura, a partire da quella che è in noi.
  6. Viaggiare nei dintorni. Il turismo è una peste molto più grande del coronavirus. È assurdo inquinare il pianeta coi voli aerei solo per il fatto che non sappiamo più stare fermi.
  7. Sapere che la vita commerciale non è l’unica vita possibile, esiste anche la vita lirica. La crisi economica è grave, ma assai meno della crisi teologica: perdere un’azienda è meno grave che perdere il senso del sacro.
  8. La vita è pericolosa, sarà sempre pericolosa, ognuno di noi può morire per un motivo qualsiasi nei prossimi dieci minuti, non esiste nessuna possibilità di non morire
  9. Lavarsi le mani molto spesso, informarsi ma senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si trova qualcuno che ce la vende. La nostra vocazione al consumo ora ci rende consumatori di paura. C’è il rischio che il panico diventi una forma di intrattenimento.
  10. Stare zitti ogni tanto, guardare più che parlare. Sapere che la cura prima che dalla medicina viene dalla forma che diamo alla nostra vita. Per sfuggire alla dittatura dell’epoca e ai suoi mali bisogna essere attenti, rapidi e leggeri, esatti e plurali.

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