sabato, Aprile 19, 2025

Castrazione chimica in Pakistan: la punizione per gli stupratori

Dopo il caso shock dello stupro di gruppo ai danni di una automobilista, il premier Imran Khan sta pensando di introdurre la castrazione chimica in Pakistan come punizione per chi commette violenza di genere. Si tratta di un metodo davvero efficace?

Perché introdurre la castrazione chimica in Pakistan?

La situazione in Pakistan, nelle ultime settimane, si è aggravata per una serie di casi shock, tra cui quello dello stupro di gruppo di una donna che era rimasta senza carburante in una strada fuori città a settembre. Riguardo a quell’episodio, Umar Sheikh, capo della polizia della metropoli pakistana di Lahore, si era espresso ponendo domande del tipo “Perché era in autostrada così tardi, senza un fratello o un marito?”. Tutto ciò ha portato a tante, agguerrite manifestazioni di piazza, per chiedere al governo di agire in fretta contro questa spirale senza fine di violenza.

La risposta del governo

Il governo ha risposto, introducendo una legge sullo stupro che creerà tribunali speciali per processare i casi in massimo quattro mesi. Il decreto presidenziale prevede anche che le cellule anti-stupro forniscano specifici esami medici entro sei ore dalla presentazione della denuncia ed inoltre crea un registro nazionale dei molestatori sessuali

La situazione pakistana: gli studi

La Thomas Reuters Foundation, per analizzare la condizione femminile ovunque sul pianeta Terra, si basa su alcuni criteri. Tra questi, l’assistenza sanitaria, la violenza sessuale e non, la tratta di esseri umani e la discriminazione. Secondo un studio condotto nel 2018 dalla Fondazione, il Pakistan è uno dei paesi più pericolosi al mondo per le donne. Il sesto, a voler essere precisi, dopo India, Afghanistan, Siria, Somalia, Arabia Saudita. Quarta peggior nazione per quanto riguarda le risorse economiche e la discriminazione sul posto di lavoro, il Pakistan ha lo stesso infausto posizionamento anche per quanto riguarda i rischi che le donne devono affrontare per le pratiche culturali, religiose e tradizionali. Tra questi ultimi sono compresi i cosiddetti delitti “d’onore”.

I dati degli ultimi anni

I dati della Banca mondiale mostrano che quasi una donna pakistana sposata su tre riferisce di aver subito violenza fisica da parte dei mariti, sebbene le stime informali siano molto più alte. I gruppi per i diritti civili dicono che ogni anno centinaia di donne e ragazze vengono uccise in Pakistan da membri della loro famiglia, Nella maggior parte dei casi, questo succede proprio per il danno percepito al loro “onore” da un rapporto di amicizia con un un maschio o una qualsiasi violazione dei valori conservatori rigidissimi ed ancora ampiamente condivisi nel paese.
Negli ultimi anni, il Pakistan ha registrato un aumento del numero di casi di stupro segnalati in tutto il paese. Secondo le statistiche del governo, solo il 5% dei 5.000 casi di stupro denunciati ogni anno alla polizia porta ad una condanna. I gruppi per i diritti delle donne riportano che la maggior parte delle violenze non viene mai denunciata. Non è un dato che stupisce ma che, allo stesso tempo, dovrebbe invece allarmare.

La proposta della castrazione chimica in Pakistan

All’orizzonte, dopo una prima proposta di pubblica impiccagione per gli stupratori, si è concretizzata l’ipotesi di castrazione chimica per i colpevoli di violenza sessuale.
L’unica domanda da farsi è se un simile provvedimento possa servire a fermare la violenza contro le donne. Per molti che si occupano di queste tematiche, a partire da Amnesty International, sembrerebbe che la castrazione chimica non sarebbe in alcun modo un deterrente. Invece di cercare di distogliere l’attenzione dal vero problema, le autorità dovrebbero concentrarsi sul lavoro cruciale delle riforme messe in atto per affrontare le cause profonde della violenza sessuale.

In cosa consiste la castrazione chimica?

La castrazione chimica è una procedura mediante la quale i livelli di testosterone vengono ridotti mediante iniezioni di ormoni, con l’obiettivo di ridurre il desiderio sessuale. Non è da confondere con la castrazione chirurgica, in cui vengono rimossi i testicoli. Il trattamento può durare dai tre ai cinque anni.

La castrazione chimica in Pakistan potrebbe servire?

Tooba Syed, segretaria per i media del Fronte democratico delle donne, un’organizzazione femminista socialista pakistana, ha detto chiaramente che “la violenza sessuale non può essere eliminata dalla società con pene punitive più severe”. Bisogna iniziare a riconoscere l’autonomia fisica delle donne, il loro diritto di dire di no e il loro arbitrio.
Ci sono alcune persone che stuprano perché stanno rispondendo a voglie sessuali anormali e ripetute. Questo è un sottogruppo di stupratori per i quali questa pratica medica potrebbe essere utile.
Ce ne sono altri, tuttavia, che violentano perché mancano di coscienza e responsabilità morale. In questo caso, non ci sono farmaci o interventi chirurgici che potranno mai instillare in loro quei valori.


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