Caro Lucio ti scrivo, il docufilm su Lucio Dalla, sarà nei cinema dall’1 all’8 Marzo 2017.
Lucio Dalla è uno di quei colossi di cui non ci “libereremo” facilmente, forse mai. Una pietra miliare del nostro patrimonio musicale e artistico, un caposaldo da cui è difficile prescindere e a cui si sono ispirati molti artisti successivi. Lucio era un personaggio profondo e complesso quanto le sue canzoni, nelle quali ha sempre dimostrato un eclettismo e una sensibilità che trovano pochi eguali. Era un cantante eccezionale e talentuoso, uno showman, un poli-strumentista, un attore, un compositore e sceneggiatore… ma la sua veste principale, quella in cui ha trovato la sua massima espressione, è stata quella da cantautore.
Dalle parole delle sue canzoni emergono storie di vita. Che fossero storie autobiografiche o di personaggi “decadenti”, spesso emarginati sociali e reietti, Lucio amava raccontare e celebrare quei mondi ingiustamente disprezzati o ignorati dalla gente comune. E così nelle sue liriche troviamo celebrazioni di una vita sotto le stelle di Piazza Maggiore (Piazza Grande) della sua amata Bologna, racconti di amori fugaci e conclusi troppo presto, descrizioni dei mondi notturni urbani con tutti i suoi attori pieni di contraddizioni…
Cinque anni sono passati da quando Lucio Dalla ci ha salutati. Cinque anni da quando si è congedato da questo mondo che tanto ha amato, lasciandoci la compagnia confortante delle sue musiche e dei suoi personaggi. Adesso quei personaggi hanno deciso di rendere omaggio al loro cantore. “Cario Lucio ti scrivo” nasce come opera teatrale scritta da Cristiano Governa e tra pochi giorni sbarcherà sul grande schermo. Il docufilm diretto da Riccardo Marchesini sarà proiettato in molte sale italiane dall’1 all’8 Marzo. Vedremo Anna e Marco, Futura, Meri Luis, l’ “amico” di “Caro amico ti scrivo” e tanti altri prendere vita grazie alle voci di Ambra Angiolini, Alessandro Benvenuti, Piera Degli Esposti, Neri Marcorè, Ottavia Piccolo, Andrea Roncato e Grazia Verasani. Assisteremo ad un’emozionante materializzazione dei protagonisti delle storie che da anni ci fanno sognare, piangere e sorridere.
Nel film, Egle è la postina di Lucio. Paradossalmente, anche dopo la morte del cantautore Egle non ha smesso di consegnare la posta al suo domicilio bolognese. Gli vengono affidate un mucchio di lettere scritte da mittenti incredibilmente familiari. I “figli” di Dalla hanno finalmente avuto il coraggio di rispondere al padre e di rendergli l’estremo saluto. Le loro vite sono ovviamente andate avanti nel frattempo, ma non si sono mai dimenticati del debito verso quel simpatico ometto con gli occhiali, che ha saputo renderli così speciali.
Marchesini avverte di non aspettarsi un film biografico, o meglio, non un film biografico su Lucio Dalla: la biografia a cui saremo di fronte è la nostra. Citando dalle parole del regista, riportate sul sito ufficiale del film:
<<Questo film parla fondamentalmente di noi, di quella generazione che è cresciuta con le canzoni di Lucio. Affronta temi del quotidiano come la solitudine, la famiglia, gli amori corrisposti e non, i matrimoni, parla di come siamo cambiati noi e le città in cui viviamo e parla di come sono cambiati il mondo del lavoro, le nostre ambizioni e il nostro modo di rapportarci al passato e al futuro.
Insomma affronta tanti temi della vita partendo dalle riflessioni di Lucio che con poche parole riusciva a descrivere stati d’animo e sentimenti suoi e nostri, che sapeva essere universale nel suo modo di esprimersi, ma non banale.>>
Le voci di un cast d’eccezione, le canzoni di Dalla che prendono vita e, a fare da sfondo a tutto questo, i portici e le piazze della grande Musa di Lucio, la “vecchia signora” Bologna. Se queste premesse non vi convincono, rispolverate un vecchio disco di Lucio Dalla o fate partire una playlist online: dopo qualche minuto vi sorprenderete a desiderare che la magia di quell’ascolto non finisca mai.
“Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto… Anzi, si sentiva già felice, e ricominciò il suo canto.”
(Caruso)