Conservata intatta nelle acque nella penisola dello Yucatan, una canoa Maya era utilizzata per conservare offerte rituali. Il ritrovamento è avvenuto nei pressi delle rovine dell’antica città di Chichen Izta.
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In che modo gli archeologi hanno scoperto la canoa Maya?
Durante i lavori di realizzazione della ferrovia turistica Maya train, un percorso su binari che attraversa cinque territori a sud del Messico. L’imbarcazione era in una grotta carsica allagata, a 16 piedi di profondità. Ricavata da un tronco di legno, presenta anche alcuni ritagli simmetrici utilizzati per inserire gli elementi di una copertura. Quindi una canoa a piattaforma, lunga 1,60 metri e larga 80 centimetri.
La datazione dell’imbarcazione
Partecipano allo scavo gli archeologi dell’Istituto nazionale di antropologia e storia del Messico che hanno identificato il reperto. La canoa risale al 9° o 10° secolo, quindi alla fine del periodo di massimo splendore della civiltà Maya. Secondo gli studiosi poteva essere una barca con funzioni cerimoniali, oppure essere impiegata per estrarre acqua dolce dai cenotes. Il termine fa riferimento a grotte in cui si formano bacini lacustri in cui si svolgevano rituali. Infatti, oltre alla canoa, il team di ricercatori ha trovato anche frammenti ceramici, un coltello e dipinti murali nell’antro. C’erano pure uno scheletro umano e una stele di pietra e pertanto l’anfratto roccioso potrebbe essere un luogo sacro per cerimonie rituali.
Una scoperta che contribuisce a far conoscere la civiltà Maya
Raro trovare negli scavi resti di imbarcazioni ancora interi, tali da studiarne la struttura e le caratteristiche. Altre barche per gli spostamenti fluviali sono tornate alla luce in Guatemala, Belize o Quintana Roo, ma erano a pezzi. A novembre proseguiranno le ricerche e l’Università Sorbona a Parigi ha già realizzato un modello 3D della canoa Maya per riprodurre la tecnica.