Artisti contemporanei si confrontano con un ciclo di affreschi del passato per reinventarlo. La mostra “Camera picta” a Trento prende spunto dalla decorazione dei Mesi del Castello del Buonconsiglio, completandola e attualizzandola.
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Qual è l’idea che sta dietro all’esposizione “Camera picta” a Trento?
La valorizzazione e la rilettura di un’opera del Trecento caratterizzata da una decorazione unitaria. Interamente affrescato, il locale della Torre Aquila dell’edificio storico presenta pitture che ricreano lo spazio architettonico. Infatti, attraverso la rappresentazione di elementi strutturali, colonne e architravi, cambia la percezione della stanza. Un effetto ottico che nasce dagli studi degli artisti del Gotico internazionale. Come nel passato, alcuni artisti si sono confrontati con un contesto, utilizzando linguaggi diversi per trasformarlo e rinnovarlo.
Il Ciclo dei mesi del castello del Buonconsiglio
Il vescovo di Trento Giorgio di Liechtenstein ha commissionato all’artista Venceslao tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento. Il maestro boemo realizza così un ciclo pittorico che raffigura i mesi, mancante però di marzo. Infatti, il riquadro era su un supporto ligneo e un incendio l’ha distrutto. La decorazione riproduce una loggia da cui si vede un panorama dove si muovono nobili e contadini. I signori hanno la pelle chiara e si intrattengono in attività di svago, mentre i braccianti sono abbronzati e lavorano la terra. L’opera riprende lo stile miniaturistico, ma lo applica ad una stanza.
La mostra “Camera picta” a Trento
L’esposizione si svolge dal 19 giugno al 12 settembre al Museo di arte contemporanea di Trento. Gli artisti hanno utilizzato pittura e scultura per realizzare un ambiente completamente decorato, oltre a installazioni, luci e suoni. Le sale della Galleria civica cittadina cambiano aspetto e forma con le creazioni dei talenti che hanno partecipato al progetto. Presentano i propri lavori: Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Andrea Mastrovito, Fabrizio Perghem, Alessandro Piangiamore, Federico Pietrella ed Esther Stocker. Punto focale della mostra è l’opera di Francesco De Grandi che ha realizzato una versione del mese di marzo del ciclo di affreschi della Torre Aquila.