domenica, Aprile 20, 2025

Calcio, sabato di derby in Spagna e Germania: cieli immensi

Il mondo del calcio attraversa continenti interconnessi grazie alla grande passione che accomuna miliardi di tifosi in tutto il mondo.

Questo sabato pomeriggio, in Spagna e in Germania si giocheranno due derby straordinari che potrebbero indirizzare in un senso o nell’altro il verso di un’intera stagione.

Nella capitale spagnola, i due club di Madrid, allungano l’elenco di una sfida che dura da sempre, ma che negli ultimi anni ha regalato anche due finali di Champions League finite al cardiopalma, con supplementari e calci di rigore a determinarne la vittoria finale.

Due filosofie impersonate da grandi tecnici, che da calciatori hanno coronato una meravigliosa e strameritata carriera, vincendo tutto o quasi (nel caso dell’albiceleste), dimostrando fino all’ultima partita l’immenso talento e stoffa da fuoriclasse.

Ora, seduti in panchina, non sembrano per nulla cambiati; serafico il francese e caliente l’argentino, sono simili come allora, cercando di stupire ancora in un altro ruolo, ma con la stessa bravura.

Solo il destino infatti ha impedito, per ora, di far vincere ad entrambi la coppa dalle grandi orecchie, pur avendo però rispettivamente già conquistato il titolo nazionale.

Obiettivo che Zidane può ancora permettersi di vincere, avendo la fortuna di allenare campioni eccezionali che non hanno nessuna intenzione di arrestare la loro fame insaziabile di successi, provando a regalarsi ancora una volta il pacchetto completo.

Discorso diverso riguarda il “Cholo”, che invece non potrà fare calcoli, essendo ormai distante dieci punti dal Barcellona e ben otto dai cugini madrileni, ma che nel derby proverà in ogni caso a trasmettere ai propri giocatori le sue caratteristiche di guerriero, grazie alle quali ha condotto i suoi uomini ad un passo dalla cima d’Europa.

A qualche centinaio di chilometri, per il classico di Germania, si affrontano altre due squadre importanti, che quest’anno non lotteranno come avviene solitamente per il primo posto in classifica, ma per una vittoria prestigiosa quanto la grande rivalità esistente da ormai diversi decenni.

Da una parte uno stratega veterano di molte battaglie vinte dappertutto, da giocatore e da allenatore; dall’altra un uomo che vorrebbe ripercorrere lo stesso percorso, con un atteggiamento tattico più sfrontato e rivolto all’attacco.

Ancelotti, maestro amato da tutti i giocatori che ha allenato, dal Parma fino al Bayer Monaco, ha le idee fin troppo chiare e sa benissimo di avere in mano un gruppo di campioni in grado di vincere tutto, avendo anche l’esperienza per guidarli senza patemi d’animo, governando lo stress mentale con pazienza e la saggezza che l’hanno sempre contraddistinto.

Tuchel, viceversa, non ha la statura del Carlo nazionale, ma ha tutto per poterla acquisire nei prossimi anni.

Non a caso, gli è stata affidata l’eredità di Klopp, tecnico eclettico, che ha reso grande il Borussia Dortmund durante il suo periodo sulla panchina giallo nera.

Storie di uomini diversi, accomunati da una sola motivazione: vincere, termine che conoscono benissimo e che collocano al primo posto nel loro personale vocabolario.

Un mantra che li rende devoti a questo sport, grazie al quale hanno già vinto tanto e per il quale hanno la convinzione di poterlo rifare ancora, incrociandosi chissà quante altre volte, per volere del destino e il valore del proprio lavoro: sempre e comunque, però, sotto lo stesso cielo.

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