venerdì, Dicembre 20, 2024

Buchi neri nelle galassie nane: la scoperta degli scienziati

La scoperta è stata fatta dagli astronomi dell’Università della Carolina del Nord: numerosi buchi neri nelle galassie nane. Scopriamo cosa significa.

Cosa sappiamo dei nuovi buchi neri?

Cominciamo dall’inizio. Gli scienziati ritengono che la Via Lattea sia una galassia a spirale, e che sia formata dalla fusione di tante piccole galassie nane. Per fare un esempio, le Nubi di Magellano sono anch’esse galassie nane, e in un lontano futuro si uniranno alla Via Lattea. Ognuna di queste piccole galassie è in grado di trasportare un buco nero massiccio centrale, grande decine o migliaia di volte la massa del Sole: questo, a sua volta, può essere assorbito dal buco nero supermassiccio che si trova al centro della Via Lattea.


Gaia la nuova mappa stellare della Via Lattea


Buchi neri o formazioni stellari?

Ci sono ancora molte cose che non sappiamo dell’universo. Una di queste è quanto spesso le galassie nane contengano effettivamente un buco nero. Lo studio, pubblicato sull’Astrophysical Journal, rivela che questo accade molto più frequentemente di quanto si pensasse sino ad ora. Di solito i buchi neri sono rilevati nel momento in cui stanno crescendo, quando inglobano gas e polvere di stelle: in quel processo brillano molto intensamente. Ma anche le stelle appena nate brillano, pur se non allo stesso modo: per questo, gli astronomi devono distinguere gli uni dalle altre. Lo fanno con l’ausilio di test diagnostici, basati su caratteristiche ben dettagliate della luce, scomposta in uno spettro simile ad un arcobaleno.

Messaggi contrastanti

Tutto è cominciato proprio da questi test. Gli studenti senior, in concorso con la professoressa Sheila Kannappan, stavano proprio applicando i test tradizionali ai dati delle indagini sulle galassie. Alcune di esse sembravano mandare messaggi contrastanti. Due di essi infatti indicavano la crescita di buchi neri, mentre un terzo la formazione stellare. “Il lavoro precedente aveva appena respinto casi ambigui come questi dall’analisi statica, ma avevo la sensazione che potessero essere buchi neri sconosciuti nelle galassie nane” ha spiegato la professoressa.

Un test contraddittorio?

La sua prima valutazione è stata che il terzo test potesse essere contraddittorio, magari più sensibile alle proprietà tipiche dei nani: soltanto proseguendo nello studio è stata elaborata una teoria. Anche il coautore dello studio, Chris Richardson, professore associato alla Elon University ha confermato i risultati dei test a messaggi misti. Si tratta di una galassia nana con una composizione primitiva, e un alto tasso di formazione stellare contenente un massiccio buco nero. Negli anni, più dell’80% dei nuovi buchi neri scoperti apparteneva ad un nuovo tipo.

Serena Nencioni
Serena Nencioni
Nata all'Isola d'Elba, isolana ed elbana e orgogliosa di esserlo. Amo la scrittura e la musica.

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