Il Brooklyn Museum di New York vende opere di Monet, Degas e Mirò al fine di acquisire denaro per salvaguardare le sue collezioni. All’asta andranno diverse opere tra cui alcuni capolavori appartenenti all’impressionismo e al surrealismo. Il museo newyorkese è costretto a rinunciare a dipinti di inestimabile valore per fronteggiare la crisi in cui è piombato il settore della cultura e dell’arte. Incredibile ma vero:il museo di Brooklyn ha bisogno di fondi per sopravvivere ed evitare una chiusura definitiva.
Da luogo di cultura accessibile a tutti a museo in crisi: perché il Brooklyn Museum mette all’asta le sue celebri opere?
Situato al 200 di Eastern Parkway, il Brooklyn Museum è stato fondato da Augustus Graham nel 1897. Nasce allo scopo di dare agli abitanti dell’omonimo quartiere newyorkese un luogo di cultura accessibile a tutti. Il museo di Brooklyn è il secondo Grande Mela e uno dei più grandi musei degli Stati Uniti. La sua collezione permanente ospita opere d’arte di alto livello articolate in diverse sezioni tra cui quella di arte europea, americana e africana. Degne di nota sono le opere di arte femminista situate nel Centro Elizabeth A. Sackler che forniscono un unicum in tale genere.
Tappa obbligata in un qualsiasi tour di New York che si rispetti, Il Brooklyn Museum è una vera istituzione cittadina. I turisti si affollano per ammirare le meraviglie ivi contenute in un contesto estremamente suggestivo. La facciata del museo è una magnifica espressione dell’architettura di fine XIX secolo con elementi che richiamano al gusto classico.
Nonostante il prestigio di cui gode tale istituzione, Il museo di Brooklyn sta attraversando un periodo di grande crisi dovuta alla pandemia da Covid-19. A causa delle misure di contenimento del virus, esso ha subito una chiusura forzata dalla scorsa primavera. La pandemia da coronavirus ha portato alla perdita di ingenti somme di denaro, tanto che il museo ha deciso di mettere all’asta alcune delle sue opere più famose.
Un’asta per trovare fondi
La vendita di opere per sostenere le stesse collezioni oppure per acquistare nuovi pezzi non è un fenomeno così bizzarro negli Stati Uniti. Viene autorizzata la compravendita di oggetti artistici le cui aste sono curate dalle maggiori case del settore come Christie’s e Sotheby’s.
Terribile pensare che un luogo di cultura come il Brooklyn Museum si veda costretto a rinunciare ad alcuni dei suoi capolavori per sopravvivere al Covid-19. Le prime sette opere d’arte saranno vendute dalla sede newyorkese della famosa casa d’aste Sotheby’s durante la serata del 28 ottobre.
La stessa Sotheby’s si è assicurata una parte considerevole della collezione di arte europea del Brooklyn Museum al fine di venderla ai collezionisti nelle serate programmate per tutto il biennio 2020-2022. Il ricavato dalla vendita dei dipinti servirà a coprire alcuni costi fissi che il museo deve fronteggiare. Fotografi, curatori e personale competente rappresentano notevoli spese per le casse dell’istituzione museale. Lo scopo del Brooklyn Museum è quello di raccogliere 40 milioni di dollari per alleviare le problematiche finanziare causate dalla pandemia.
Le parole della direttrice Anne Pasternak
Difficile per la magnifica New York, la Grande Mela, vivere senza i milioni di turisti che affollano le sue strade e visitano le sue incredibili attrattive. In un periodo così surreale le parole della curatrice Anne Pasternak sono un faro nel buio.
La direttrice e curatrice del museo di Brooklyn , celebre e apprezzata curatrice statunitense, ha affermato che la vendita delle opere finanzierà diverse attività per salvaguardare la collezione ed evitare il fallimento dell’ente.
Pasternak continua: “Questo sforzo è progettato per supportare una delle funzioni più importanti di qualsiasi museo. La cura della sua collezione è un elemento fondamentale per un luogo di fruizione artistica e arriva dopo diversi anni di sforzi mirati per raggiungere tale obiettivo”