L’avvio dei negoziati per la Brexit da ieri sera è più vicino. La legge che da al primo ministro Theresa May il potere di avviare i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha ottenuto, in terza lettura, il via libera dalla Camera dei Comuni a larghissima maggioranza con 494 voti favorevoli e 122 contrari. Il breve testo autorizza il governo britannico a chiedere l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona. Il voto era stato imposto a fine Gennaio dalla sentenza della Corte Suprema, la quale aveva stabilito che, visto il valore consultivo del referendum dello scorso Giugno, non sarebbe stato possibile modificare i trattati internazionali senza passare dal parlamento.
Il partito di maggioranza si è presentato compatto senza nessuna falla, capace di respingere senza problemi anche gli emendamenti presentati dalle opposizioni, compreso l’emendamento che impegnava il governo fin da subito a tutelare fin da subito i cittadino dell’Unione Europea residenti nel Regno Unito.
Il partito Laburista invece non si è mostrato compatto come quello Conservatore, infatti una cinquantina di deputati Laburisti non ha seguito la linea dettata dal segretario, Jeremy Corbyn, che prevedeva di non fare ostruzione e di non mettersi di traverso rispetto al testo presentato dal governo per rispetto della volontà popolare espressa con il referendum di Giugno. I voti dei dissidenti Laburisti si sono sommati a quelli dei liberaldemocratici e dei nazionalisti scozzesi che come previsto hanno votato contro il testo dell’esecutivo.
Adesso il primo ministro deve incassare anche il via libera della Camera dei Lord. Nel caso in cui questa camera decidesse di introdurre delle modifiche al disegno di legge approvato ieri, il testo tornerebbe alla Camera dei Comuni per un ultimo passaggio. La May spera che la Camera dei Lord approvi il testo e senza modifiche in modo da avviare le trattative già a partire del vertice Ue in programma il 9 e 10 Marzo prossimi per notificare ufficialmente agli altri paesi dell’Unione Europea l’uscita del Regno Unito.
Theresa May ha annunciato più volte nel corso degli ultimi mesi che tra le priorità dell’agenda di governo c’è quella di tutelare la situazione dei cittadini dell’Unione Europea che vivono nel Regno Unito, allo stesso modo dei britannici che vivono negli altri paesi dell’Unione, ma ha ribadito che la questione si affronterà a tempo debito, ovvero una volta che avvierà il il dialogo formale con l’Unione Europea.
Nonostante le incognite della transazione e del dopo Brexit, Theresa May ha avuto il via libera, forte anche del sostegno di Donald Trump che gli consente di uscire da un possibile isolamento.