mercoledì, Aprile 16, 2025

Ungheria: attacco ai diritti fondamentali

In diversi paesi, i governi stanno ricevendo poteri straordinari per contrastare l’epidemia, sempre con limiti temporali e meccanismi di controllo ben precisi. Tra le misure previste da Viktor Orban, c’è la possibilità di infliggere fino a 5 anni di carcere a chiunque diffonda fake news sul virus.

Il progetto di Orban

Il progetto di Orban è stato discusso negli scorsi giorni dal collegio dei commissari sollevando numerose preoccupazioni. I critici, inoltre, avvertono che potrebbe essere data carta bianca al primo ministro ungherese, per governare con un decreto senza un chiaro limite di tempo.

Il parlamento ungherese, sembra che approverà il disegno di legge lunedì, nonostante l’opposizione degli altri partiti politici.

Tra le varie novità incluse nel disegno legge, quella che sta facendo più discutere riguarda le “Fake news“. Orban vuole introdurre una pena detentiva fino a cinque anni per chiunque diffonda intenzionalmente notizie false in grado di ostacolare la risposta del governo alla pandemia. Il timore degli esperti è che questa nuova norma possa essere utilizzata come forma di censura per le critiche al governo.

Diversi critici hanno affermato che, sebbene il Coronavirus sia una sfida per stati, alcuni controlli dovrebbero essere imposti al governo Orban. Soprattutto dato il suo rapporto con le norme democratiche negli ultimi dieci anni in cui è stato al potere.

Le numerose opposizioni

“Questo disegno di legge creerebbe uno stato di emergenza indefinito e incontrollato e darebbe a Viktor Orbán e alla sua carta bianca il governo per limitare i diritti umani”, ha dichiarato David Vig, direttore ungherese di Amnesty International. “Questo non è il modo di affrontare la vera crisi che è stata causata dalla pandemia di Covid-19”.

La scorsa settimana, il governo aveva già tentato di approvare il disegno di legge, senza però raggiungere i quattro quinti dei parlamentari necessari. L’opposizione liberale ungherese, afferma che, sarà disposta a trascurare le sue preoccupazioni riguardo ad alcune norme a patto che il governo stabilisca un limite di tempo per il decreto.

Oggi, il parlamento ungherese ha votato nuovamente il disegno di legge. Con 157 voti positivi, 53 negativi e zero astenuti, Orban potrà governare con il suo decreto. Il tutto senza un limite di tempo o alcun controllo significativo.

“Naturalmente sosteniamo la situazione di emergenza. Concordiamo con il governo che esiste un’emergenza e che devono fare di tutto per combatterla. Abbiamo offerto quasi tutto, ma abbiamo chiesto il limite di tempo “, ha dichiarato Ágnes Vadai, deputato della coalizione democratica dell’opposizione.

Tuttavia, il partito al potere aveva già affermato di non voler rinunciare alla “clausola del tramonto”. Ha accusato poi l’opposizione di essere “non patriottica” e di star aiutando la diffusione dell’epidemia.

Venerdì, il ministro della giustizia Varga, ha difeso ferocemente le misure di Orban: ” assicuro a tutti i cittadini ungheresi che tutto ciò che il governo sta facendo è in relazione alla lotta contro il coronavirus e alla protezione della vita e della salute dei cittadini”.

I timori sono legati al fatto che, da tempo i principali personaggi del governo sostengono che i giornalisti indipendenti ungheresi e i media stranieri sono parte di un piano per imbrattare il governo di Orban. Riguardo a questo, Varga ha chiarito che la legge si applica a tutti, anche ai giornalisti.

La risposta dell’UE

Anche la commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo ha espresso la sua preoccupazione riguardo al nuovo decreto legge Ungherese. Il presidente della commissione, Juan Fernando López Aguilar, ha detto che i deputati “sono consapevoli che gli Stati membri hanno la responsabilità di adottare misure di protezione in questi tempi difficili, ma queste misure dovrebbero sempre garantire la protezione dei diritti fondamentali, dello Stato di diritto e dei principi democratici”.

Simona Bonafé, del PD, ha espresso la sua opinione sottolineando la pericolosità dei poteri che Orban sta cercando di dare a se stesso. Soprattutto per la mancanza di una data di fine.

Infine, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, ha riferito che, uno stato di emergenza senza alcun controllo e termine, non può garantire il rispetto dei principi democratici. Soprattutto se la restrizione dei diritti umani non è proporzionale alla minaccia per cui queste norme sono state applicate.

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