mercoledì, Aprile 16, 2025

La generazione Z e l’attivismo sui social network

Chi pensa che la generazione Z non ha battaglie da perseguire si sbaglia. I giovani di oggi sono circondati da stimoli, da un mondo che cambia velocemente e hanno in mano nuovi strumenti per far sentire la propria voce. Oggi si urla ancora in piazza quando ci sono le ingiustizie, ma le voci e le battaglie hanno un mezzo ancora più efficaci per raccontare una storia: i social network.

La battaglia di Muhammad Najem

La CBS News ha raccontato la storia di un giovane ragazzo siriano di 17 anni, Muhammad Najem. I profili Twitter e Instagram del ragazzo sono colmi di selfie, ma non sono ciò che ci aspetteremmo da un giovane della sua età. Dietro al suo volto, le foto ritraggono una realtà molto lontana dalla nostra, che Muhammad ha deciso di far conoscere: bombe, edifici che crollano e urla. Sono questi gli effetti della guerra civile in Siria che va avanti dal 2011.

DA quando aveva 14 anni Muhammad ha perseguito uno scopo: far conoscere al mondo intero la realtà della guerra in Siria. Decise di farsi aiutare dal fratello maggiore e aprirono insieme un canale Youtube e un profilo Twitter. I ragazzi hanno raccontato diverse storie, tra queste la morte del padre durante un bombardamento, le fondamenta della loro casa che crollano e i resti di quella che un tempo, era la scuola dei ragazzi.

Najem ha raccontato alla CBS news di voler dare voce a tutti i bambini morti nel conflitto. Si stima che in Siria siano deceduti circa 9.000 bambini dall’inizio della guerra.

“Questo è il mio paese, quindi è la mia responsabilità. È il mio lavoro mostrare al mondo la difficile situazione in Siria. Dobbiamo trovare una soluzione a questo problema.” Ha riferito il giovane.

Le nuove voci della generazione Z

Appena 20 anni fa, nessuno avrebbe potuto vedere ciò che Najem ha visto. Nessuno avrebbe potuto documentare la morte di George Floyd che ha smosso negli animi la voglia di un nuovo inizio. Molte voci non si sarebbero sentite e molti volti non sarebbero esistiti.

Ma oggi le cose sono diverse. Oggi i ragazzi hanno Facebook, Twitter, Instagram, Snapchat, Tik Tok. Piattaforme che sono nate con loro e che hanno saputo utilizzare al meglio, per raccontare le proprie storie.

Per generazione Z, secondo il Pew Research, si intende quella nata dopo il 1996, quindi ragazzi che attualmente hanno non più di 24 anni, ma anche molti meno. Ad esempio la giovane Amariyanna Copeny, che da quando aveva 8 anni combatte per risolvere il problema della crisi idrica nella sua città natale Flint, in Michigan. Il problema di Flint rientra in uno dei più grandi disastri ambientali causati dall’uomo.

Amariyanna è riuscita a far sentire la sua voce e nel 2016 ha invitato con una lettera il presidente Obama a far visita personalmente alla città. Solo in quel modo avrebbe potuto vedere quali davvero fossero gli effetti di quel disastro. Qualche anno dopo, la sua storia era stata così tanto ascoltata a livello nazionale che riuscì a raccogliere $ 500.000 per fornire più di un milione di bottiglie d’acqua ai suoi concittadini.

“Se non parlo, allora chi lo farà?” Ha detto la ragazza in un Tweet.

Su Tik Tok può iniziare una rivoluzione

“Con un clic di un pulsante, possiamo iniziare un movimento … Il peso del mondo è pesante. E ci sono molte cose in corso e ci sono molti cambiamenti che dobbiamo apportare e molta più giustizia che noi bisogno di raggiungere “, ha detto Ahmed.

Ziad Ahmed è uno studente di 21 anni, che al liceo ha creato l’organizzazione no profit Redefy. L’organizzazione è costituita da una serie di studenti che si impegnano a scrivere e condividere notizie locali e internazionali. le informazioni che prediligono solo quelle politiche e di giustizia sociale.

Tuttavia, il giovane Ahmed non utilizza soltanto questi mezzi per parlare di disuguaglianza, salute mentale e altri temi di interesse pubblico e sociale. Il mezzo predefinito per le sue parole e il suo profilo di Tik Tok da 16.000 follower.

16.000 giovani lo ascoltano e lo seguono nelle sue discussioni sulla leadership femminile, sugli effetti del coronavirus e molti altri argomenti. Insomma, su Tik Tok non ci sono solo balletti.

Il potere della generazione Z e la sua risonanza sulle altre generazioni

La voce dei più giovani non è passata inosservata alle altre generazioni. Martin Luter King III, che attualmente ha 62 anni, ha riferito alla CBS news che il gruppo Black Lives Matter è riuscito a raccogliere i decenni di attivismo che li hanno preceduti.

La forza del movimento è stata proprio quella della risonanza che hanno avuto sui social network. Quando i giovani hanno cominciato a filmare le violenze subite dai neri, quando hanno cominciato a chiedere giustizia su Instagram o su Twitter, il mondo li ha sentiti.

“Mi sentivo come se stessi battendo la testa contro il muro, cercando di convincere le persone a impegnarsi, e ora non devi farlo perché le persone vogliono, hanno il desiderio, hanno la propensione.” Ha detto King, per poi aggiungere che i giovani di oggi “sembrano avere un talento naturale per fare la differenza”.

SourceCBS news

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