Il Segretario di Stato americano Antony Blinken si recato a Baghdad per discutere dell’instabilità del Medio Oriente. Prima di recarsi a Baghdad, Blinken ha incontrato il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen a Ramallah. Il Segretario di Stato americano ora si trova ad Ankara per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Blinken a Baghdad
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken si è recato a sorpresa a Baghdad, in Iraq, tra le preoccupazioni di un conflitto più ampio in Medio Oriente derivante dalla guerra tra il gruppo palestinese Hamas e Israele. Blinken ha incontrato il primo ministro iracheno Shia al-Sudani. Blinken ha affermato che lui e al-Sudani hanno avuto un “incontro positivo, produttivo e sincero”. I due leader hanno discusso della sicurezza del personale americano nella regione e della riaffermazione dell’impegno degli USA nella partnership con l’Iraq. Blinken ha chiarito che la recente ondata di attacchi provenienti dalle milizie alleate con l’Iran contro il personale americano in Iraq sono “totalmente inaccettabili”. Al-Sudani ha condannato gli attacchi contro gli americani e ha sottolineato la sua determinazione nel garantire che tali attacchi non continuino. Blinken ha poi detto che lui e al-Sudani stanno lavorando “molto duramente” per assicurarsi che il conflitto a Gaza non si intensifichi.
Blinken ha incontrato Abu Mazen
La visita a sorpresa di Blinken a Baghdad è arrivata dopo il suo viaggio in Cisgiordania, dove ha incontrato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmūd Abbās Abu Mazen e ha riaffermato l’impegno degli USA per la fornitura di assistenza umanitaria salvavita e la ripresa dei servizi essenziali a Gaza. Durante i colloqui, Abu Mazen ha accettato di farsi carico della futura amministrazione di Gaza, ma ad una condizione che gli USA convincano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la soluzione a due Stati. L’amministrazione Biden non ha mai smesso di sostenere la soluzione a due Stati che ora sembra l’unica possibile, attraverso tre passaggi: l’eliminazione di Hamas da Gaza; la creazione di una forza internazionale di pace sotto egida dell’Onu, con militari arabi ma forse anche europei, e l’affido del governo della Striscia all’ANP, che già amministra la Cisgiordania.
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