Dopo un lungo silenzio, Beppe Grillo è tornato a parlare di auto: “Bandite la pubblicità delle vetture termiche“, ha esclamato giorni fa. Inutile dire che si tratta di una sciocchezza: bandire una pubblicità di questo o quello non impedisce di consumare un certo prodotto (sigaretta docet), ma soprattutto il motore termico non è il male assoluto, e nemmeno frutto di un complotto di forze plutocratiche. Insomma, l’ennesima sparata nel mucchio. Ma Grillo non è la prima volta che parla di questo ambito, lasciandosi spesso andare a cacchiate mostruose. Ma ci sono state delle volte in cui ha fatto affermazioni coerenti, persino profetiche. Vi proponiamo una breve carrellata delle “perle” del comico diventato attivista e, in un certo senso, anche capo di un partito.
Quante ne ha dette Beppe Grillo sulle auto?
Da dove cominciamo? Facciamo un passettino indietro, all’anno 2002. In occasione di una visita ad uno stabilimento Fiat, a Mirafiori, Grillo parlò ad un operaio dichiarando che stava assemblando una “stufa dell’800“, riferendosi alla perfida auto diesel. Secondo il suo ragionamento, il diesel era il male perché convertiva parte dell’energia in calore anziché in lavoro meccanico. Tecnicamente è vero, ma dimentica che anche le sue adorate auto elettriche fanno altrettanto, con la batteria che converte il 20 e passa per cento dell’elettricità in calore. Ed essendo che il motore elettrico è nato prima di quello termico, anche queste vadano considerate stufe dell’800! Nella stessa occasione, parlò di un presunto “piano mondiale per portare il motore diesel al 30% del parco mondiale entro il 2015“. Qualcuno avrebbe dovuto spiegargli che il diesel già in quell’anno aveva raggiunto la quota del 50%, e solo in Italia!
Quei cattivoni dei costruttori
Il delirio complottista non finisce qui. In un’intervista a Repubblica nel 2005, Grillo sosteneva che il prezzo del petrolio doveva salire ben oltre i 100 dollari al barile, in modo da costringere le case a costruire veicoli ecologici (le auto a metano già esistevano da un pezzo). Inoltre, dichiarò che le auto dovevano essere costruite da chi non le aveva mai fatte, perché i produttori del settore erano “piromani brucia petrolio“. È una frase senza senso: ma crede davvero che le case inquinino per divertimento, e che le alternative siano dietro l’angolo? Ma soprattutto, ha una vaga idea di quanto sia complicato progettare e costruire un veicolo che funziona? Da queste parole emerge anche un certo odio nei confronti dell’auto come oggetto, e di chi lo usa. Un sospetto che trova conferma in un intervento su La7 nel 2015. In quella occasione, Grillo affermò che l’auto era una “malattia da debellare” che causava sei milioni di morti l’anno. Anche qui, dichiarazioni illogiche con tanto di cifre messe a casaccio. Nello stesso anno, in un comizio, disse che dedicare tempo alle auto era sprecato, e tra le perdite di tempo c’era anche la lettura di riviste specializzate. A parte che c’è chi coltiva la passione, e quindi tale tempo non lo spreca, le riviste del settore sono quelle che istruiscono la gente come lui su un argomento a volte difficile e tecnico. Istruirsi, secondo Grillo, è tempo sprecato. Sappiatelo.
Beppe Grillo in auto: le “perle” profetiche
Non tutte le sparate di Beppe Grillo sulle auto sono delle vaccate astronomiche. In alcuni casi, il comico prestato alla politica, a modo suo, ha intuito sviluppi che oggi si stanno consolidando. Il primo esempio è del 2002, quando aveva previsto la crescita delle formule del noleggio a lungo termine con un decennio di anticipo. Grillo aveva intuito il serio problema dei costi di gestione, mostrando un certo occhio. Anche qui, ci mise la firma sotto forma di scempiaggine cospirazionista, affermando che “l’auto si rompe solo quando è la tua, quando non lo è non si rompe più“. Nello stesso anno, davanti a Mirafiori, il buon Beppe presentò agli operai Fiat un prototipo di auto ad idrogeno, presentandola come propulsione del futuro. “Ci curi pure il raffreddore“, esclamò, per sottolineare che dallo scarico usciva solo acqua (distillata). Certo, la condì con cretinate del tipo l’olio essenziale per profumare l’ambiente, ma non si allontanò troppo dalla realtà. L’idrogeno è nei pensieri dei costruttori (che secondo Grillo, ricordiamolo, sono dei criminali e non devono produrre più auto), che stanno sviluppando progetti interessanti. Alla luce di queste ultime affermazioni, va riconosciuto all’ispiratore del MoVimento 5 Stelle una certa capacità di osservazione, anche se mischiata pericolosamente con una dose di analfabetismo tecnico.
Toyota guarda all’idrogeno: dalla pista alla strada