L’autolesionismo tra gli adolescenti è aumentato in molti Paesi. E’ interessante capire le possibili cause. Uno studio condotto tra studenti della Norvegia ricerca la possibile causa nel cambiamento del modo in cui gli adolescenti socializzano e utilizzano i social media. Andiamo a descrivere l’adolescenza e proponiamo i risultati dello studio.
L’adolescenza
L’autolesionismo tra gli adolescenti è aumentato in molti Paesi. E’ interessante capire le possibili cause. Ma prima è bene delineare le caratteristiche del periodo che vivono gli adolescenti.
L’adolescente ha una struttura mentale dove c’è il primato della vita interiore che, ascoltata, fa emergere i conflitti con il mondo presente, sentito come contraddittorio per le diverse interpretazioni date dagli adulti. Come pure con i conflitti derivanti dal passato a livello interiore. Ancora, con il futuro, inteso incerto e problematico.
In questa fase della vita, la realtà esterna è sentita come incerta e instabile. Si vivono conflitti psichici relativi a:
- sviluppo fisico, infatti si hanno trasformazioni rapide e vistose con effetti a livello psicologico, ad esempio sull’autostima, il peso, parti del corpo;
- sviluppo sessuale, cioè deve avvenire una nuova accettazione della femminilità e mascolinità che può essere raggiunta con un buon livello di maturità psicologica adeguata all’età cronologica;
- sviluppo intellettivo, cioè cambiamento a livello del funzionamento mentale.
L’adolescenza per Sigmund Freud
Il padre della psicoanalisi Sigmund Freud non parla di adolescenza. Ma di pubertà, caratterizzata spesso dai conflitti irrisolti che si riflettono nei rapporti interpersonali.
La pubertà è rappresentata dalle pulsioni sessuali, centrate su un rapporto di reciproca considerazione con l’altro. Dal piacere dell’Io si passa al bene dell’oggetto amato.
L’autolesionismo
L’autolesionismo tra gli adolescenti è una pratica abbastanza diffusa. Si verifica specialmente tra i 12 e i 15 anni. Si tratta di una condotta che tende a restare segreta. Infatti, gli adolescenti la attuano in parte nascoste del corpo.
Vengono descritti come ‘comportamenti intenzionali che provocano dolore fisico’ e possono essere:, tra gli altri:
- graffi;
- tagli;
- bruciature.
In tal modo gli adolescenti esprimono il proprio disagio, che non si riesce ad esprimere diversamente. Dunque, diventa una modalità
di reagire agli stress e alle emozioni negative.
Il funzionamento pone attenzione alla sofferenza fisica. Questa copre e distoglie dal malessere interno, colmando il senso di vuoto attraverso questa punizione rivolta contro di sé.
Uno studio
Uno studio condotto tra studenti della Norvegia ricerca la possibile causa nel cambiamento del modo in cui gli adolescenti socializzano e utilizzano i social media.
Ricercatori sono Anita Johanna Tormoen, Martin Øverlien Myhre, Anine Therese Kildahl, Fredrik Andreas Walby del Centro Nazionale per la Ricerca e la Prevenzione del Suicidio dell’Università di Oslo, e Ingeborg Rossow dell’Istituto Norvegese di Sanità Pubblica a Oslo.
Essi partono dalla constatazione che l’autolesionismo è legato a problemi di salute mentale ed è stimolato da eventi contrastanti che si verificano. Inoltre, rappresenta un fattore di rischio per il suicidio.
Osservano che si è registrata una crescita delle condotte autolesive . Ciò è spiegato dai dati sui ricoveri ospedalieri e dalle autovalutazioni effettuate utilizzando sondaggi condotti nelle scuole.
Giacché le cause sono poco chiare, ricercano altre spiegazioni.
Campione
Il campione è rappresentato da studenti dai 13 ai 17 anni che hanno partecipato ai sondaggi Ungdata nell’anno 2017 o 2018, ovvero tutti gli studenti che hanno fornito risposte valide a domande sull’autolesionismo e sull’uso dei social media, e sono 37.268.
I partecipanti sono quegli studenti che hanno fatto parte del progetto di indagine nazionale sulle scuole in Norvegia, appunto Ungdata. Gli studenti hanno completano un questionario elettronico a scuola durante un’ora scolastica. Il questionario ha coperto una serie di argomenti, tra cui la famiglia e le condizioni di vita, le attività del tempo libero e argomenti legati alla salute. I sondaggi erano anonimi e hanno richiesto il consenso passivo dei genitori.
L’obiettivo dello studio
L’obiettivo era di esplorare se l’autolesionismo tra gli adolescenti norvegesi è associato al tempo trascorso sui social media e, in tal caso, se l’associazione è confusa da fattori correlati all’autolesionismo adolescenziale. Esplorano anche se l’associazione varia con l’età, il sesso o la presenza di sintomi depressivi.
L’analisi
Una causa che prendono in considerazione per analizzarla è l’utilizzo dei social media, partendo dal presupposto che questi hanno condizionato il modo di socializzare dei giovani. Pur portando grandi benefici e vantaggi, l’uso dei social media presenta anche conseguenze nocive in relazione all’autolesionismo. Per questo, i ricercatori hanno considerato le due variabili dell’autolesionismo e tempo trascorso sui social media. Come pure una serie di potenziali fattori che possono disorientare. Ad esempio, status socioeconomico, sintomi depressivi e di ansia, utilizzo di sostanze stupefacenti come alcool e cannabis, autostima, rapporto con i genitori e problemi comportamentali, esposizione alla violenza, bullismo.
Così, vengono analizzate le associazioni sia tra autolesionismo e il tempo trascorso sui social media sia tra ciascuna di queste e ciascuna dei potenziali fattori.
Cosa emerge?
L’uso eccessivo dei social media può avere un effetto diretto sull’autolesionismo fino a provocare impulsi autolesionistici. Come pure andando ad accentuare i sintomi depressivi o l’odio verso se stessi.
E’ emerso che un utilizzo maggiore dei social media è correlato a sintomi più gravi di ansia e depressione, che sono anche conosciuti fattori di rischio di autolesionismo.
Dunque, i ricercatori scoprono che i sintomi della depressione sono fortemente associati sia all’autolesionismo sia all’uso dei social media. Ciò porta a tre considerazioni:
- l’uso eccessivo dei social media può causare o peggiorare problemi di salute mentale;
- gli adolescenti con problemi di salute mentale possono tendere a cercare coetanei sui social media, nel qual caso questi problemi costituiscono fattori di rischio condivisi;
- alcuni adolescenti autolesionisti possano trovare forum sui social media che possono contribuire a mantenere problemi di salute mentale e comportamenti autolesionistici normalizzando e supportando questi problemi, cioè quello che è chiamato ‘effetto contagio’.
La connessione tra intossicazione da alcool e autolesionismo è influenzata dagli effetti diretti dell’intossicazione da alcool, ma anche dalle caratteristiche personali che predispongono l’individuo sia all’intossicazione da alcool che all’autolesionismo.
Risultato dello studio
Gli adolescenti che utilizzano i social media per più di tre ore al giorno hanno una maggiore probabilità di commettere atti di autolesionismo rispetto agli adolescenti che trascorrono meno tempo sui social media. L’utilizzo dei social media è un’attività normale, alla quale la maggior parte delle persone dedica tempo. Ciò che può essere nocivo è l’impatto individuale e le connessione tra l’uso dei social media e l’autolesionismo. Dunque, si pensa a quanto è importante limitare l’uso dannoso dei social media, data la alta incidenza di tale comportamento tra gli adolescenti.
Conclusioni
L’adolescenza si basa sulla costruzione dell’identità. E’ influenzata dalla progettualità. Ci si pongono mete e si fanno progetti e scelte scolastiche. Certamente, ha un ruolo importante l’educazione che aiuta gli adolescenti a realizzare la propria identità per orientare energie e potenzialità, considerando sentimenti ed emozioni. In tutto questo quadro, bisogna porre attenzione ad una nuova educazione, anche per genitori e insegnanti che vanno supportati affinché possa diminuire la dipendenza dai social media e aumentare la consapevolezza che i social media non possono sostituire le relazioni in presenza.
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