Gli asteroidi, detti anche ‘pianetini’, sono corpi celesti di piccole dimensioni la cui orbita è in genere compresa tra quelle di Marte e di Giove.
Battezzato Ceres Ferdinandea -in onore della dea romana Cerere e del Re Ferdinando III di Sicilia – fu poi chiamato solo Ceres il primo asteroide scoperto, nel 1801, dall’astronomo Giuseppe Piazzi.
Il termine, dal greco asteroidés «simile a stella», fu coniato nel 1802 dall’astronomo J. F. W. Herschel.
Da allora l’osservazione degli asteroidi ha fatto molta strada.
Oggi è il giorno dedicato a questi ‘pianetini’: l’Asteroid Day.
Perché oggi: l’impatto di Tunguska
Nel 1908 si verificarono una serie di singolari fenomeni luminosi nel raggio di 600-700 km da una regione della gelida taiga siberiana, Tunguska: qui qualcosa era esploso nel cielo alla 7.14 del mattino, abbattendo 60 milioni di alberi su una superficie di 2.150 chilometri quadrati: i fusti vennero trovati allineati a raggiera intorno all’epicentro di quella che dovette essere una spaventosa deflagrazione.

Il rumore venne udito a 1000 chilometri di distanza. Alcuni testimoni distanti 500 chilometri affermarono di aver visto sollevarsi una nube di fumo all’orizzonte.
Semen Semenov, che si trovava a 65 chilometri dall’evento, raccontò di aver visto il cielo spaccarsi in due, un grande fuoco coprire la foresta, un boato, sentendosi addirittura spostare fino a qualche metro di distanza.
Alcuni testimoni riferirono di un vento talmente caldo da bruciare i vestiti.
A ben 600 km dal punto d’impatto quasi deragliarono alcuni convogli della Ferrovia Transiberiana, a causa dell’onda d’urto.
A Londra, il cielo pare si sia illuminato talmente tanto da consentire di leggere un giornale senza l’ausilio della luce artificiale. Di notte.
La potenza dell’esplosione si è stimato essere compresa tra 10 e 15 megatoni: 1000 bombe di Hiroshima.
Persino i baroscopi di Gran Bretagna rilevarono l’onda di pressione.
La causa del disastro
La prima vera spedizione scientifica nella zona venne organizzata quasi 20 anni dopo, nel 1927 e fu guidata dal geologo Leonid Kulik.
Numerose sono state le teorie avanzate per cercare di spiegare una simile devastazione e certi fenomeni: la più consolidata tra i ricercatori è quella che vede come causa l’esplosione di un oggetto cosmico, una deflagrazione di parecchi megatoni liberati a 5-10 chilometri di altezza dalla violenta e repentina distruzione di un corpo celeste nella sua interazione con l’atmosfera, che avrebbe causato la vaporizzazione dell’oggetto e un’immane onda d’urto che ha colpito il suolo.

L’oggetto misterioso
Gli scarsi elementi a disposizione non permettono di stabilire l’esatta natura dell’oggetto, se asteroide o cometa.
Gli studiosi propendono maggiormente per la prima ipotesi, anche se non si è esclusa del tutto l’origine cometaria.
Il punto d’impatto
A Tunguska si trova un piccolo lago a 8 km dall’epicentro, il Cheko: si è ipotizzato che sia in realtà il cratere d’impatto di uno dei frammenti. Le indagini di una spedizione italiana del 1999 rivolte a setacciare i depositi lacustri alla ricerca di tracce chimiche e sedimentarie lasciate dall’evento, hanno portato i ricercatori a formulare questa ipotesi.

Tra gli indizi che fanno ritenere la formazione del lago successiva al 1908 ve ne è anche uno di natura cartografica: il lago infatti non compare nelle mappe anteriori al 1928. Attualmente non è però possibile stabilire oltre ogni ragionevole dubbio se questa ipotesi sia corretta.
La giornata mondiale
E’ in memoria di questo evento, avvenuto il 30 giugno del 1908, che nel 2015 è stato istituito l’Asteroid Day, per sensibilizzare sul pericolo d’impatto di questi oggetti con il nostro pianeta. L’istituzione di questo giorno -giunto oggi alla quinta edizione – la si deve al regista Grigorij Richters, a Danica Remy, COO della Fondazione B612, all’astronauta dell’Apollo 9 Rusty Schweyckart e a Brian May chitarrista dei Queen, laureato in astrofisica. Oltre 200 astronauti, scienziati, tecnologi e artisti hanno firmato la Dichiarazione del ‘Giorno degli asteroidi’.
Il Virtual Telescope Project è il coordinatore di Asteroid Day in Italia.

Se un grande asteroide colpisse il nostro pianeta
Secondo l’analisi di un gruppo di scienziati britannici pubblicata sul Geophysical Research Letters, si è stabilito che il 60% delle morti per impatto di asteroide deriverebbe da vento, pressione e onde d’urto.
Un asteroide di grandi dimensioni, infatti, causerebbe distruzione ben prima di impattare al suolo: si disintegrerebbe in atmosfera come a Tunguska provocando un’onda d’urto in grado di radere al suolo città e sbriciolare, con la pressione, i nostri organi interni.

Per la giornata di oggi sono diversi gli eventi organizzati a livello mondiale, come indicato nel sito ufficiale dell’evento.
Guardando il cielo
Qui potete trovare un calendario degli eventi astronomici 2019: il prossimo appuntamento in Italia è per il 16 luglio, con un’eclissi parziale di luna.