Arriva a definizione l’asta svoltasi presso il Ministero dello Sviluppo Economico per l’assegnazione delle frequenze per il 5g, che rappresenta l’ “infrastruttura digitale” dove si svilupperà la banda larga del futuro.
Alla corsa per l’assegnazione hanno partecipato tutte le più grandi compagnie telefoniche operanti nel nostro territorio nazionale, sborsando nel complesso circa 6 miliardi e 500 milioni di euro, quasi 4 miliardi in più delle previsioni inserite nella legge di bilancio.
Nella gamme di frequenze compresa tra 3,6 e 3,8 due slot da 80 Megahertz sono andati a Tim e Vodafone con un investimento di circa 1 miliardo e 700 milioni a testa.
Iliad e Wind Tre sono risultate invece aggiudicatarie di un blocco da 20 Megahertz sempre nel medesimo range di frequenza (3,6-3,8).
I cinque operatori in gara Fastweb, Tim, Iliad, Wind Tre e Vodafone si sono aggiudicate tutte uno slot sulla frequenza da 2,7, con un esborso contenuto di circa 35 milioni di euro.
Anche le frequenze della banda 700 sono state affidate agli operatori, e ad avere la meglio sono state Iliad, Tim e Vodafone con un costo di circa 680 milioni a testa.
Queste ultime frequenze potranno però essere utilizzate solo a partire dal 2022.
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