L’otto aprile 2017 è stata approvata la legge “Buona scuola bis”, che prevede otto decreti del governo in più, rispetto alla precedente. Ora la legge seguirà l’iter promulgativo: dal passaggio alle Finanze alla pubblicazione nel Gazzettino Ufficiale.
Dall’accesso all’insegnamento dopo un percorso triennale di formazione al rafforzamento del welfare scolastico fino all’ammissione alla maturità con un voto inferiore a sei, sono molti i temi oggetto della riforma: esami, assunzioni, infanzia e disabilità.
Non mancano, però, le diverse critiche da associazioni e sindacati. Francesca Picci, ad esempio, ha annunciato l’organizzazione di una manifestazione per il 9 maggio: “Il governo non ascolta gli allievi, approvando testi scritti frettolosamente e che non rispondono alle reali necessità della scuola. Ci chiediamo se questo non avvenga per paura degli studenti” – ha poi affermato.
Ma vediamo nel dettaglio la legge:
-Scuola dell’infanzia= Verrà istituito un Sistema integrato di educazione e di istruzione dai primi mesi di vita fino a 6 anni, progressivamente, poi, verranno estesi ed ampliati i servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia su tutto il territorio nazionale. Per finanziare il nuovo Sistema viene creato un Fondo specifico (239 milioni all’anno a regime) per l’attribuzione di risorse agli Enti locali.
-Accesso all’insegnamento= Secondo quanto contenuto nei testi approvati cambia il sistema di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, con un nuovo modello di reclutamento e formazione iniziale. Il periodo di formazione e tirocinio sarà triennale: primo anno di specializzazione, secondo anno con ingresso in classe con supplenze corte e il terzo con supplenze lunghe. Superati i 3 anni con i 3 relativi diplomi, si può essere assunti. Inoltre, se la Graduatoria di merito e la prima fascia restano prioritarie per l’assenzione, per chi è in seconda fascia basterà un concorso più semplice, con un solo esame orale, per accedere alla cattedra. Per gli iscritti in terza fascia con 36 mesi di supplenze, invece, si prevede un concorso con un solo scritto al posto di due e l’orale.
-Esame di Maturità= Viene abolito il quiz e, quindi, le prove scritte passano da tre a due. Si viene ammessi alla maturità con tutti sei, ma vi è la possibilità, per il Consiglio di classe, di ammettere, con adeguata motivazione, chi ha un voto inferiore a sei in una disciplina, trasformando il “5” in una sufficienza, ma i crediti formativi del tiennio, in tal caso, verranno ridotti. Sale il credito massimo, da 25 a 40, ma il voto massimo rimane sempre 100. Anche l’esame di terza media, vede la riduzione degli scritti, da 6 a 3 (escono la prova invalsi, la prova concettuale, e la tesina).
-Sostegno= Viene previsto un incremento dei posti di impiegno per gli insegnanti di disegno, con 90mila insegnanti fissi. Il provvedimento introduce anche l’obbligo di tenere conto della presenza di alunne e alunni diversamente abili per l’assegnazione del personale Ata alle scuole. Ne consegue che le scelte tra il personale Ata si faranno anche in base al genere: uno studente disabile maschio avrà bisogno di un bidello maschio e viceversa. I docenti di sostegno per le classi elementari vedranno istituito un corso ad hoc post-laurea di circa 2 anni. E’ uno degli argomenti più criticati. Novara ha, a tal proposito, affermato: “Nella commissione medica per l’accertamento della disabilità, la figura dei pedagogisti non c’è: continua imperterrito il processo di medicalizzazione della scuola”.
-Istruzione professionale= I percorsi durano 5 anni: biennio più triennio. Gli indirizzi, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, passano da 6 a 11. Si sceglierà l’indirizzo a seconda dai dati e dalle richieste del territorio. Maggiore importanza per i lavoratori e l’alternanza scuola-lavoro.