Fino al 30 gennaio la Basilica di San Saturnino di Cagliari ospita la mostra Apostoli di Antonio Porru. L’organizzazione è riuscita a proporre l’evento, rinviato per motivi tecnici. Testi critici di Gabriele Simongini, Giorgio Pellegrini, Nico Stringa, Alessandro Sitzia sono in esposizione insieme alle opere dell’artista.
“Apostoli” di Antonio Porru: testimoni del cambiamento
Cosa presenta la mostra Apostoli di Antonio Porru?
L’artista presenta la sua seconda importante mostra dopo ben venti anni dall’ultima all’Exmà di Cagliari. In esposizione una serie di oltre 90 opere raccolte in sei gruppi, Apostoli, Cieli, Terre, 1652 peste a Sanluri 2020 Pandemia, Testimoni, Terrecotte. I lavori dialogano profondamente con lo spazio architettonico. Ci sono infatti dodici ritratti replicati sei volte, inseriti in un retable di sei pannelli e dodici raffigurazioni.
L’artista e la formazione
Nasce a Sanluri (Cagliari) nel 1950. Sin da piccolo la sua passione è il disegno. Nel 1966 frequenta la scuola d’arte di Oristano. Nel 1969 si diploma, rifiuta varie proposte di lavoro e la possibilità di intraprendere la carriera di insegnante. La sua passione per la pittura e l’arte non gli consente di cedere a compromessi. Nel 1973 frequenta un laboratorio sulla terracotta organizzato dal frate francescano Padre Ambrogio Fozzi nel convento di Santa Lucia di San Gavino. L’esperienza sarà importante per la sua formazione; non lascerà più la materia di cui sfrutta la potenza espressiva. Nel 1981 pubblica il giornalino “Sellori”, nome antico di Sanluri, in cui affronta tematiche politico-sociali. Nei primi anni ottanta costruisce la sua casa in località “Cuccuru S.Rita”, non lontano dal paese e si trasferisce con la compagna. Seguirà un periodo di intenso lavoro con bassorilievi e sculture a tutto tondo in terracotta.
I premi e il riconoscimento della sua arte
Alla fine degli anni Ottanta frequenta il suo professore di disegno alla scuola d’arte, il pittore Antonio Amore. I due condividono per un decennio lo studio laboratorio di Sanluri. Poi realizza diverse opere per il suo paese, pannelli in terra cotta, bassorilievi, stele in pietra e graffiti. La prima mostra di rilievo è nel 2002 all’Exmà di Cagliari. Nel 2010 vince a Oristano il 1° premio “Città della ceramica”. Viene chiamato a partecipare all’esposizione a Sassari per la Biennale di Venezia. Nel 2014 la Facoltà di teologia di Cagliari gli commissiona un lavoro: una terracotta da sistemare nell’aula magna. Con questo grande pannello si chiude il periodo dei bassorilievi. Nel 2015 il preside del Liceo Dettori di Cagliari gli commissiona un graffito per il 150° della fondazione. Di recente realizza ritratti di grandi dimensioni di persone che conosce. Alcune sue opere sono presenti nella collezione della Fondazione Banco di Sardegna.
Porru e gli “Apostoli”
L’artista non vuole essere originale quanto mirare all’originario così come è primigenio per vocazione anche il segno inciso. Potente e essenziale, ma anche leggero e lirico costituisce la matrice delle opere più graffite che dipinte. Usa poi tecniche e materiali semplici e ascetici quali terra, carboncino, tempera o terracotta. È dunque un’umanità che resiste al drastico, sconvolgente mutamento antropologico del dominio delle corporazioni hi-tech. Gli “Apostoli” con la loro presenza autenticamente umana, danno testimonianza concreta della fatica, del lavoro. Porru li rappresenta quindi a figura intera quasi a sottolineare la solidità del loro ruolo. In quasi tutti gli altri ritratti emergono solo la testa e il busto. Nella serie a tempera e carboncino del 2020, conferisce loro un andamento regolare, quasi la forma di vasi antropomorfi. Così vien voglia di toccare lavori così vitali, di sentirne le rughe e l’epidermide materica.