Per prevenire l’anoressia nervosa è importante saper cogliere i primi segnali rivelatori di un disagio interiore e la famiglia rappresenta sicuramente l’ambito principale entro cui questo è possibile e deve avvenire. Il trattamento consiste nella scelta di un percorso e di una terapia mirata al paziente.
Dai primi segnali alla diagnosi
Quando si parla di Anoressia Nervosa, dopo aver ricevuto una diagnosi, si pensa al trattamento, alla cura del paziente, come pure alla prevenzione intesa come la rapida lettura e interpretazione dei primi segnali.
Per diagnosticare l’Anoressia Nervosa, si avvia un processo anche di diagnosi differenziale. Ciò per escludere la presenza di altre malattie che comportano un rifiuto alimentare. Come ad esempio le disfagie, gli spasmi esofagei e pilorici, le dispepsie, i danni neurologici ed endocrini, le depressioni, la schizofrenia ed altri disturbi della personalità.
Vengono anche utilizzati dei questionari di personalità e dei test per misurare i ‘check del corpo’, ovvero il controllo ripetuto del peso e delle forme corporee.
Criteri per la diagnosi
Ciò che rende subdola l’Anoressia Nervosa e che la rende difficile da curare è che si confonde facilmente con una semplice astenia. Come pure con la scelta di perdere qualche chilo.
Se si manifestano tutte e quattro le seguenti caratteristiche, si può fare la diagnosi di Anoressia Nervosa:
- severa perdita di peso, cioè pesare meno dell’85% del peso standard oppure essere incapaci di raggiungere il peso previsto durante il periodo di crescita;
- paura di ingrassare o di diventare grassi anche se si è sottopeso;
- preoccupazione estrema per il peso e le forme del corpo;
- amenorrea per almeno tre cicli mestruali consecutivi nelle donne, mentre negli uomini è presente una perdita dell’interesse sessuale e impotenza.
Prevenire l’Anoressia Nervosa
Per prevenire l’Anoressia Nervosa è importante saper cogliere i primi segnali rivelatori di un disagio interiore. In tal senso, la famiglia rappresenta sicuramente l’ambito principale entro cui questo è possibile e deve avvenire.
Questi segnali riguardano fattori di vario tipo. Essi sono genetici, socio-culturali, psicologici e biologici. Soprattutto, sono descritti due tipi di prevenzione: primaria e secondaria.
Prevenzione primaria
La prevenzione primaria è possibile solo quando le cause sono note e modificabili. Ad esempio, cambiare i fattori che hanno portato a seguire un regime dietetico drastico. Allo stesso modo, non è possibile intervenire sui fattori genetici, fattori di personalità o familiari.
Prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria punta a riconoscere i casi prima possibile rispetto all’esordio. Infatti, le terapie più efficaci sono quelle intraprese nelle prime fasi della malattia.
Il trattamento dell’Anoressia Nervosa
Il trattamento consiste nella scelta di un percorso e di una terapia mirata al paziente. Ma non è solo la persona malata ad aver bisogno di un aiuto. Bensì, l’intero nucleo familiare. Ciò perché la malattia coinvolge i rapporti e le dinamiche dell’intera famiglia.
Le terapie più efficaci
Una terapia a breve medio termine, dai 5 ai 12 mesi di terapia, può andare bene per la maggior parte dei pazienti che sviluppano disturbi alimentari. Le forme più lievi vengono curate con diversi trattamenti che sembrano efficaci alla stessa maniera. Tra esse, la terapia familiare, la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia nutrizionale, i gruppi di autoaiuto.
Chiaramente, per le forme più gravi, è necessario adottare modelli terapeutici che devono considerare gli aspetti biologici e nutrizionali. Come pure quelli psicologici e interpersonali. Esiste, infatti, la possibilità di seguire un percorso di terapia ospedaliera per i casi molto gravi. Si basa su un équipe multidisciplinare di operatori composta da medici, nutrizionisti e psicologi, formati nel trattamento dei disturbi alimentari.
Purtroppo la casistica e l’esperienza clinica raccontano che la maggior parte necessità di forme complesse e di affrontare anche un lungo periodo di ricovero.
Conclusioni
Interessante sarebbe ipotizzare la realizzazione di percorsi di prevenzione che coinvolgano la popolazione in generale. L’obiettivo è di diffondere raccomandazioni per una sana alimentazione in termini di nutrienti, di scelta di uno stile alimentare sano. Massima attenzione per la comprensione che il sovrappeso, l’ obesità, l’anoressia e la bulimia sono delle gravi patologie che a volte possono anche avere effetti drammatici sulla propria vita. Quindi, è necessario seguire anche i percorsi di prevenzione che possano lavorare sugli aspetti personali. Ovvero, sugli stimoli corporei e le abitudini. Come pure sugli aspetti fisiologici che sono legati allo stile alimentare. E ancora sugli aspetti collettivi, ovvero quelli socio-culturali, acquisendo una maggiore consapevolezza del rapporto tra emozioni e cibo. Soprattutto, stimolando una buona accettazione di sé del proprio corpo e della propria immagine.
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