L’Anoressia Nervosa è un Disturbo del Comportamento Alimentare. Il Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) o Disturbo dell’Alimentazione fa riferimento a un disagio caratterizzato da un alterato rapporto con il cibo e con il proprio corpo. Accanto all’alterazione del comportamento alimentare, esiste un alterata valutazione del corpo e delle sue forme, con la sensazione di essere grassi e brutti e quindi socialmente non accettabili. Andiamo a vedere cos’è l’Anoressia Nervosa e come si arriva ad una diagnosi.
L’Anoressia Nervosa
L’Anoressia Nervosa è un Disturbo del Comportamento Alimentare. Si presenta un’alterazione del comportamento alimentare. Insieme ad un’alterata valutazione del corpo e delle sue forme, con la sensazione di essere grassi e brutti, e quindi socialmente non accettabili.
Spesso tali disturbi iniziano con una dieta. Ma alla base ci sono molte altre cause scatenanti che possono portare a cercare l’illusione di poter spostare sul cibo il controllo che pensano di non avere sulla propria vita. Ci possono essere difficoltà relazionali in famiglia o nei rapporti sociali. Come pure insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto e delle forme del proprio corpo. Solitamente insorge negli adolescenti e nei giovani adulti.
Caratteristiche dell’Anoressia Nervosa per la diagnosi
L’Anoressia Nervosa è un Disturbo dell’Alimentazione. Esso è caratterizzato dai seguenti aspetti:
- rilevante perdita di peso, che viene valutata attraverso l’indice di massa corporeo. Esso si calcola dividendo il peso in kg, moltiplicandolo per il quadrato dell’altezza espresso in metri. Un soggetto che ha l’indice di massa corporea compreso fra 18,5 e 24,8 kg /m2 è una persona ‘normopeso’. Mentre sotto questo limite, si è sottopeso;
- intensa paura di ingrassare, anche se si è in sottopeso;
- alterazione della percezione nella valutazione del peso, della taglia e delle forme corporee, tanto che soggetto percepisce in maniera distorta il proprio corpo;
- amenorrea, per almeno tre cicli consecutivi, nelle femmine; per i maschi perdita di interesse sessuale e impotenza.
Anoressia e dieta
Così, può instaurarsi l’anoressia, quando le diete sono troppo drastiche. Il corpo produce una quantità di serotonina molto superiore alla norma. In tal modo, si facilita la malattia perché ci si sente una forza e una capacità superiori al normale. Questo è definito il periodo della ‘luna di miele con l’anoressia’. E’ caratterizzato dalla sensazione che si prova per aver trovato la cura ai propri problemi. In realtà, non è affatto così. Questo disturbo, quindi, è caratterizzato dalla ricerca di magrezza e perdita di peso. Quando è raggiunto, è vissuto come un successo e non come un problema pericoloso per la salute.
La fame è presente, anche se non è soddisfatta.
Esordio e cause
L’esordio avviene quasi sempre dopo una dieta intrapresa con lo scopo di perdere qualche chilo di troppo. Si arriva a perdere il controllo della propria alimentazione.
Le cause sono da ricercare in separazioni e perdite, modificazioni dell’equilibrio familiare. Come pure per nuove richieste dall’ambiente in cui si vive. Ad esempio dalla scuola, dalla vita affettiva. Per via di malattie fisiche ed inizio della pubertà. Una volta iniziata la dieta ferrea, alcuni fattori continuativi nel tempo tendono a favorire il mantenimento e la cronicizzazione del disturbo.
Così il dimagrimento prosegue senza avere la possibilità di fermarlo in maniera volontaria. Con il passare del tempo, in seguito alla denutrizione, si può strutturare una vera e propria ossessione per il cibo. Ci si giustifica affermando di sentirsi gonfi. Inoltre, si mettono in pratica dei veri e propri rituali stereotipati come contare le calorie, mangiare lentamente e sminuzzare il cibo prima di ingerirlo.
Anoressia restrittiva e anoressia con bulimia
Si distinguono due forme di Anoressia Nervosa:
- l’anoressia restrittiva, dove sono presenti digiuno e un’intensa attività fisica;
- l’anoressia con bulimia, dove compaiono anche delle ‘abbuffate’, cioè episodi in cui si mangia con la sensazione di aver perso il controllo sul cibo, soprattutto dopo un primo periodo di forte restrizione alimentare.
Le abbuffate sono associate a sensi di colpa e vergogna e sono spesso seguite dal bisogno compulsivo di adottare i meccanismi di compenso che permettono di arginare gli effetti sul peso, ad esempio abusi di lassativi e diuretici, vomito indotto e attività fisica intensiva.
I fattori continuativi fanno sì che il disturbo una volta iniziato si auto mantiene e si cronicizza determinando un progressivo peggioramento della qualità della vita è una profonda modificazione della personalità del soggetto che ne viene colpito.
Anoressia Nervosa e immagine del corpo
Direttamente collegata all’anoressia nervosa è l’immagine del corpo. La maggior parte delle persone limita l’idea di immagine del corpo all’apparenza fisica, ma c’è dell’altro. L’immagine del corpo è la rappresentazione mentale di se stessi. Ed è influenzata dai propri sentimenti e influenza gran parte del comportamento, delle emozioni. Come pure dei pensieri e dell’autostima. Orienta i progetti della persona. Nella società contemporanea, un corpo magro è considerato ideale di perfezione fisica, intesa come forza di volontà e controllo degli impulsi. Al contrario si pone l’essere grassi, che è considerato simbolo di debolezza e pigrizia.
I significati simbolici del cibo
Il cibo è sempre stato un mezzo di relazione. Al cibo si associa anche un’esperienza di benessere di conforto perché si ricollega all’accudimento e all’attaccamento con la figura materna. Inoltre, il cibo diventa un rituale. Quindi, fa riferimento al bisogno che l’individuo ha di prendersi cura di sé e degli altri significativi. Diventa, quindi, un simbolo che varia da individuo ad individuo e assume il significato di un bisogno.
Proprio perché viviamo in una società tecnologica, bisogna essere consapevoli che esistono tanti siti web ‘Pro Anoressia’, definiti Pro Ana che nascono negli Stati Uniti già alla fine anni Novanta, e in Italia arrivano qualche anno dopo. Aiutano a dimagrire permettendo anche di redigere dei diari online. Ancora, di scambiarsi consigli sui comportamenti restrittivi o come non destare sospetti. Ad esempio:
- comportarsi come se non si sapesse nulla di diete e di come perdere peso;
- cercare di mangiare solo insieme a familiari o amici;
- fare finta di mangiare entrando e uscendo spesso dalla cucina;
- fingere mal di pancia o malessere del genere per evitare di mangiare;
- se si va al ristorante, fingere di non avere abbastanza soldi per mangiare.
La famiglia
Davanti a tutto questo, il ruolo della famiglia è fondamentale. Specialmente perché una volta ricevuta la diagnosi, il soggetto deve curarsi. E non tutti accettano di partecipare ad un colloquio con uno specialista. Emergono sensi di colpa per ciò che sta accadendo, può esserci rifiuto. Vanno adoperate diverse strategie che possono essere di aiuto per gli adulti di riferimento.
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