Il sorriso di Anna Magnani ha invaso la capitale sulle scale del mercato Trionfale grazie all’artista David “Diavù” Vecchiato e al progetto Popstairs

La chiamavano “Nannarella” ed è stata una delle donne più rilevanti del cinema e della cultura italiana. La sua bellezza e la sua semplicità hanno trovato spazio tra le storie del neoralismo nel secondo dopoguerra, mentre il suo sorriso continua ad illuminare la capitale ancora oggi. Il volto di Anna Magnani è stato infatti dipinto sulla doppia scalinata del Mercato Trionfale.
I ritratti sono stati realizzati per opera dell’artista David “Diavù” Vecchiato che ha deciso di immortalare i due volti di Anna Magnani. Le immagini sono state tratte dalle pellicole de “Campo de’ Fiori” di Mario Bonnard (1943) e “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini (1962). L’idea nata dal progetto Popstairs è stata quella di riportare vitalità e cultura in un contesto urbano spesso dimenticato e vandalizzato.
La realizzazione di Anna Magnani al mercato Trionfale ha richiesto una settimana circa di lavoro per poter “entrare dentro la tela” come afferma l’artista stesso. Infatti, salendo e scendendo le scale si possono ammirare tutti i lati e gli aspetti della stessa immagine.
All’ANSA l’artista ha poi affermato: “Nannarella è una delle donne della cultura e dello spettacolo che desideravo omaggiare perché è tra le donne che, tramite l’esempio che hanno dato a tante altre ragazze della loro epoca, hanno contribuito a cambiare i costumi della società italiana.”
Il progetto Popstairs: i murales della Magnani e della Bergman

Secondo il progetto Popstairs, ideato dallo street artist e da Roma&Roma, sono stati scelti soggetti femminili in stretta relazione con il territorio. L’obiettivo è quello di inserire nella routine dei cittadini un insieme di cultura e bellezza rappresentate dalle maggiori figure che hanno segnato il cinema della capitale. Insomma, una riqualificazione urbana per la fruizione dell’arte libera.
Il progetto ha già visto la realizzazione di opere che raffigurano le attrici Ingrid Bergman in “Europa ’51” di Roberto Rossellini (1952) in via Fiamignano nel quartiere Primavalle. Dopodiché è stata dipinta Michèle Mercier a Corso Francia nel film “Il Giovedì” di Dino Risi (1963). Infine, si può ammirare una giovane Elena Sofia Ricci nel film “In nome del popolo sovrano” di Luigi Magni (1990) che domina sulla Scalea Ugo Bassi a Trastevere.
“Se gli uomini italiani di oggi non sono a proprio agio con donne libere e forti e mascherano spesso la loro inadeguatezza o paura con la violenza – ha spiegato lo street artist – è anche perché i modelli offerti dai media sono spesso donne-oggetto che devono piacere ai maschi, prive di qualsiasi consistenza”.
Anna Magnani: dalla relazione con Rossellini alle nomination degli Oscar
Nata a Roma nel 1908, Anna Magnani ha esordito al cinema nel 1934 con una piccola parte del film di Nunzio Malasomma “La cieca di Sorrento”. A seguito della separazione col marito – il regista Goffredo Alessandrini – ha un figlio con l’attore Massimo Serato con il quale resterà per un breve periodo. In seguito si legherà al regista Roberto Rossellini che la porterà alla fama internazionale grazie alla pellicola “Roma città aperta” del 1946.
Rosselini e il triangolo tra la Magnani e la Bergman
Nel 1953 girerà “Bellissima” con Luchino Visconti in cui rappresenta una madre che sogna per la propria figlia un futuro nel cinema. Un film metacinematografico che tende a spiegare e a mostrare i retroscena di un mondo che può sembrare incredibilmente affascinante.
Nel 1952 comparirà per la prima volta in un film a colori grazie al regista Jean Renoir e alla pellicola “La carrozza d’oro”. Mentre quattro anni dopo riceverà l’Oscar per la sua interpretazione nel film “La rosa tatuata” che gli vale anche il Golden Globe. Solo un anno dopo riceverà la seconda candidatura agli Oscar e un Orso d’argento per il film “Selvaggio è il vento” diretto da George Cukor.
Dieci anni dopo sarà la protagonista di “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini, pellicola utilizzata per la realizzazione del murales. Infine, dagli anni ’70 passerà dal cinema al mondo televisivo iniziando con un ciclo di tre mini-film intitolato “Tre donne” con la colonna sonora di Ennio Morricone.
Morirà nel 1973 nella sua città a causa di un tumore al pancreas accanto al figlio Luca e a Rossellini con il quale mantenne dei buoni rapporti fino ai suoi ultimi giorni.