Oggi venerdì 24 dicembre 2021 (07:48)
E’ il 358° giorno dell’anno, 52ª settimana. Alla fine del 2021 mancano 7 giorni.
A Roma il sole sorge alle 07:36 e tramonta alle 16:44 (ora solare)
A Milano il sole sorge alle 08:02 e tramonta alle 16:43 (ora solare)
Luna: 11.16 (tram.) 21.46 (lev.)
Marte sorge alle 5.41 e tramonta alle 15.01. Distanza: km 356.000.000 . Parte illuminata: 98,2%.
Santi del Giorno
Sant’Adele di Pfalzel (Abbadessa benedettina)
Sant’Irmina di Treviri (Vergine)
San Delfino di Bordeaux (Vescovo)
San Giacobbe (Patriarca)
San Metrobio venerato a Malesco (Martire)
Santa Rachele (seconda moglie di Giacobbe)
Santa Tarsilia (o Tarsilla)
Etimologia
Irma, l’antico termine tedesco “irmin”, “grande, potente”, è all’origine di questo personale, che troviamo anche nella mitologia nordica come appellativo del Dio Sole. Diminutivo di “Irmina”, entra in Italia in epoca medievale, rimanendo ancora oggi discretamente attestato.
Proverbio del giorno
Tutte le volpi al fine si rivedono in pellicceria.
Aforisma del giorno
Capitanata dalle corone o capitanata dal berretto, la discordia civile è il pessimo di quanti flagelli possono percuotere un popolo (G. Giusti)
Sei nato oggi?
Sei nato in un giorno davvero speciale e lo dimostri con una vita centrata sulla ricerca e la crescita spirituale. Carriera e denaro sono per te valori futili e non esiti a rifiutarli. Potrai, però, trarre molta soddisfazione da un lavoro basato sullo studio, la ricerca e la riflessione. In amore ti mostri timoroso e a volte preferisci la solitudine all’impegno di un rapporto a due, che ti distrarrebbe dal tuo mondo interiore.
Oroscopo quotidiano
Oroscopo di Venerdì 24 Dicembre 2021
Accadde Oggi
Crisi politica in Afghanistan
24 Dicembre 1979
La crisi politica in Afghanistan raggiunge il suo zenit. Dopo le richieste di aiuto da parte del leader afghano Karmal, le truppe sovietiche invaderanno, pochi giorni dopo, il paese asiatico. Per quasi dieci anni l’Afghanistan si trasformerà in un Vietnam russo. Alla fine dell’occupazione si conteranno non meno di 14 mila soldati russi morti e almeno mezzo milione di vittime fra gli afgani.
Prima Guerra Mondiale: scoppia la pace
24 Dicembre 1914
Nelle trincee della Prima Guerra Mondiale scoppia la pace. Improvvisamente, senza alcun preavviso. Una pace spontanea nata dal cuore dei soldati e non decisa dalle gerarchie militari. I tedeschi addobbano gli alberi con le candeline e intonano la canzone “Stille Nacht”. Gli inglesi, che ignorano le tradizioni tedesche legate al Natale, riconoscono però quel motivo come “Silent Night”. E i canti si uniscono in un’unica voce. Questo miracolo passerà alla storia come la “tregua di Natale”.
La prima dell’Aida di Verdi
domenica 24 dicembre 1871 (150 anni fa)
La prima dell’Aida di Verdi: Al Teatro khediviale dell’Opera del Cairo, il 24 dicembre 1871, venne eseguita in pubblico per la prima volta l’Aida, celebre capolavoro di Giuseppe Verdi, tra le più eseguite nei teatri di tutto il mondo.
Tutto partì da un’iniziativa del viceré d’Egitto Ismail Pascià, intenzionato a festeggiare in pompa magna l’inaugurazione del Canale di Suez, avvenuta nel novembre del 1869. Per questo commissionò al famoso egittologo francese Auguste Mariette (le cui preziose scoperte lo portarono ad essere il fondatore del Museo del Cairo) un testo ambientato nell’antico Egitto, che ne celebrasse trionfalmente la millenaria civiltà.
Nello stesso periodo era stato inaugurato anche il Teatro dell’Opera del Cairo e la prima opera lirica rappresentata era stata il Rigoletto di Verdi. Di qui l’idea di chiedere al grande compositore di Busseto, di comporre un inno per celebrare entrambe le inaugurazioni, dietro compenso di 80mila franchi.
Al rifiuto di quest’ultimo a scrivere musica d’occasione, il viceré inviò Mariette a Parigi con l’incarico di assicurarsi la collaborazione di uno tra Verdi, Wagner o Gounod. Grazie all’intercessione del librettista Camille Du Locle (che aveva scritto per Verdi il libretto del Don Carlos), il testo di Mariette arrivò tra le mani del compositore italiano che ne rimase entusiasta, accettando l’incarico di trarne un inno per un compenso più alto (150mila franchi).
In collaborazione con il poeta scapigliato Antonio Ghislanzoni iniziò la stesura del libretto, in cui l’intento di Verdi era di dare valore drammatico all’ambientazione scenica, curando in maniera minuziosa i particolari dei vari ambienti e dei costumi legati all’epoca dei faraoni.
Protagonista è il capitano egiziano Radames, incaricato di contrastare l’invasione degli Etiopi. Innamorato della schiava etiope Aida, combattuta tra la fedeltà al suo popolo e l’amore per l’egiziano, Radames rivelerà alla stessa la strategia d’attacco del suo esercito, ignaro di essere spiato dal padre della ragazza. Convinto di essere caduto in trappola, si farà condannare a morte ma nell’affrontare la pena capitale ritroverà al suo fianco l’amata che morirà con lui.
La “prima”, programmata inizialmente per gennaio del 1871, slittò a causa della guerra franco-prussiana, che rese difficoltoso portare fuori dalla capitale francese le straordinarie scenografie e i sontuosi costumi, curati dallo stesso Mariette (studiando gli antichi bassorilievi egiziani) e realizzati negli ateliers parigini del prestigioso teatro dell’Opera da noti artisti (come Daran e Lavastre).
La sera del 24 dicembre arrivò l’atteso debutto del melodramma, suddiviso in quattro atti. Sotto la direzione del maestro Giovanni Bottesini, si esibirono nel ruolo dei protagonisti quattro dei migliori artisti dell’epoca: il soprano Antonietta Pozzoni Anastasi (Aida); il tenore Pietro Mongini (Radames); il mezzosoprano Eleonora Grossi (Amneris, figlia del faraone e innamorata di Radames); il baritono Francesco Steller (Amonasro, padre di Aida).
Fu uno straordinario successo e il pubblico rimase affascinato da brani di grande intensità drammatica come la Celeste Aida. La conquista delle platee e della critica europea fu altrettanto immediata riuscendo ad intercettare il rinnovato interesse per la civiltà egiziana, che nell’Ottocento si respirò nelle diverse forme di espressione artistica, dall’architettura alla musica.
La prima rappresentazione in Italia – ospitata nello splendido Teatro alla Scala di Milano l’8 febbraio del 1872 – fu un trionfo per Verdi, che vide la sua opera salutata come un inno ai valori risorgimentali. In particolare, la marcia trionfale del II atto venne giudicata di travolgente intensità emotiva e per questo riproposta in tutti gli eventi celebrativi dell’Unità d’Italia.
L’Aida fu portata in scena dai più illustri interpreti della lirica, da Maria Callas a Placido Domingo, e diretta da maestri d’eccezione quali Arturo Toscanini e Riccardo Muti.
Prima esecuzione di Silent Night
giovedì 24 dicembre 1818 (203 anni fa)
Prima esecuzione di Silent Night: Due voci soliste accompagnate da una chitarra. Così, in un piccolo borgo dell’Austria, venne eseguito per la prima volta Stille Nacht, il canto di Natale più amato in assoluto.
A scrivere il testo nel 1816 fu il reverendo Joseph Mohr, che due anni dopo lo fece musicare all’organista ed insegnante di musica Franz Xaver Gruber. La prima occasione per cantarlo in pubblico si presentò il 24 dicembre del 1818, durante la Messa di Natale nella chiesa di San Nicola di Oberndorf (vicino Salisburgo). A intonarlo furono gli stessi autori, accompagnandosi con la chitarra, per l’inservibilità dell’organo (secondo la tradizione rosicchiato dai topi).
Finito nel dimenticatoio e cantato di tanto in tanto da qualche venditore ambulante, il brano acquisì grande polarità oltre i confini dell’Austria, dopo aver conquistato la corte dell’imperatore Francesco I nel 1822. Trentasette anni più tardi un vescovo americano, John Freeman Young, ne trasse una versione in inglese col titolo di Silent Night, destinata a diventare la più eseguita nel mondo.
La sua fortuna in Italia crebbe grazie alla versione italiana Astro del ciel (non un’esatta traduzione del testo tedesco), pubblicata nel 1937 dal prete bergamasco Angelo Meli. Nel 1993 ad Oberndorf, accanto alla chiesa di San Nicola, venne creato lo Stille Nacht Museum che conserva, tra gli altri, la chitarra del reverendo Mohr, utilizzata per la prima esecuzione del 1818.
Nati in questo giorno
Ricky Martin
data di nascita: venerdì 24 dicembre 1971 (50 anni fa)
Ricky Martin: Nel pop latino non conosce rivali, da oltre trent’anni sulla ribalta musicale internazionale.
Portoricano di San Juan (capitale del piccolo stato caraibico), inizia prestissimo la carriera entrando a far parte di una boy band latina, i Menudo, da cui si separa nel 1989, proseguendo come solista. Trasferitosi a New York, qui ottiene ruoli in telenovelas e in alcuni musical, prima di firmare un contratto con la Sony.
I primi due album riscuotono enorme successo, ma a livello internazionale s’impone con il terzo, “A Medio Vivir” e soprattutto con il singolo Maria. Nel 1999 si esibisce ai Grammy, riscuotendo una “standing ovation” e il premio per il “miglior disco pop latino”.
Nel 2004 dà vita alla “Ricky Martin Foundation” per combattere lo sfruttamento minorile. Altrettanto celebri i suoi duetti con star italiane e straniere, tra cui Eros Ramazzotti e Christina Aguilera. Nel 2012 ritorna al musical, interpretando Che Guevara nel revival di Evita (tenutosi a Broadway).
Ad aprile 2014 incide il singolo Vida, scelto come inno dei Mondiali di calcio brasiliani. L’anno seguente pubblica il decimo album, “A quien quiera escuchar”.
Edwige Fenech
data di nascita: venerdì 24 dicembre 1948 (73 anni fa)
Edwige Fenech: Icona sexy del cinema anni Settanta, è considerata una delle attrici più affascinanti del panorama italiano.
Edwige Sfenek, il suo vero nome, nasce ad Annaba, nell’allora Algeria francese, e, giovanissima, si trasferisce in Francia dove si fa notare per l’avvenenza in importanti concorsi di bellezza. Da qui si aprono per lei le porte del cinema: dopo l’esordio in “Samoa, regina della giungla” (1968), compare in diversi film del genere giallo e commedia sexy.
Gli anni Settanta le danno la massima popolarità grazie alla commedia sexy, dove recita accanto a famosi attori comici, come Lino Banfi, Renzo Montagnani e Alvaro Vitali. Il successo in TV arriva a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, quando è chiamata a condurre Domenica In (diretta da Gianni Boncompagni) e il Festival di Sanremo 1991 (con Andrea Occhipinti).
Nel 1987 fonda la società di produzione televisiva e cinematografica “Immagine e cinema”, producendo tra gli altri la serie TV Commesse e il film Il mercante di Venezia (presentato nel 2004 alla Mostra del cinema di Venezia).
Nati… sportivi
Claudia Corsini
data di nascita: sabato 24 dicembre 1977 (44 anni fa)
Claudia Corsini: Nata a Roma, è un’ex pentatleta. Nel 2005 è stata campionessa del mondo di pentathlon moderno. Ai Mondiali ha conquistato anche due argenti e un bronzo. Ai campionati europei ha vinto 3 ori, 2 argenti e 3 bronzi. Alle Olimpiadi di Atene 2004 si è fermata ai piedi del podio, per pochissimi punti, equivalenti a un ritardo di 5 secondi nella gara di corsa.
Nel pentathlon moderno gli atleti competono in cinque diversi sport: tiro a segno, nuoto, scherma, equitazione e corsa. Viene detto il moderno per distinguerlo dall’antico pentathlon, praticato nelle Olimpiadi antiche, in cui le cinque prove erano: salto in lungo, tiro del giavellotto, corsa, lancio del disco e lotta
Marcelo Salas
data di nascita: martedì 24 dicembre 1974 (47 anni fa)
Marcelo Salas: Nato a Temuco (Cile) è stato un calciatore, in Italia dal 1998 al 2003 come attaccante di Lazio e Juventus. In maglia biancoceleste ha vinto uno scudetto, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane ed una europea. Con quella bianconera ha conquistato due scudetti e una Supercoppa italiana.
José Marcelo Salas Melinao, queste le sue generalità complete, ancor prima dell’uruguaiano Edinson Cavani, è stato soprannominato “El Matador”, perché dopo una rete salutava i tifosi con un inchino, simile a quello dei toreri.
In Nazionale ha collezionato 70 presenze e grazie alle 37 reti è il miglior marcatore di sempre. Lasciati i campi di gioco, è diventato un dirigente sportivo della squadra della sua città natale.
Il Mondo degli Animali
Macaco Giapponese
mercoledì 24 dicembre 2014 (7 anni fa)
Macaco Giapponese: Il macaco giapponese è anche detto macaco dalla faccia rossa, è una scimmia che appartiene alla famiglia delle Cercopithecidae, il nome scientifico è Macaca fuscata.
Il macaco giapponese ha una folta pelliccia grigio-bruna e, da adulto, una caratteristica colorazione rossastra del viso, la coda è piuttosto corta. Queste scimmie possono raggiungere una lunghezza di 57 centimetri e il peso di 11 chili.
Il macaco si nutre principalmente di frutti, foglie, germogli, insetti e semi.
Vive nelle foreste e sulle montagne giapponesi.
E’ un animale molto intelligente e, come il procione, ha la “sana” abitudine di lavare il cibo prima di mangiarlo. Un’altra curiosità è che passa molto tempo a rilassarsi immerso nelle acque calde delle sorgenti termali.
Secondo una leggenda buddista esistono tre sagge scimmie che si tappano, con le mani, gli occhi, le orecchie e la bocca in rispetto al proverbio “non vedere il male, non ascoltare il male e non parlare del male“, le tre scimmie sono proprio dei macachi giapponesi!
Scomparsi oggi
Harold Pinter
data di nascita: venerdì 10 ottobre 1930 (91 anni fa)
data morte: mercoledì 24 dicembre 2008 (13 anni fa)
Harold Pinter: Drammaturgo tra i più valenti del secondo Novecento, dopo Samuel Beckett, che prese a modello, è l’autore più rappresentativo del cosiddetto teatro dell’assurdo.
Nato a Londra e qui scomparso nel dicembre del 2008, mosse i primi passi nella poesia passando poi alla scrittura e alla recitazione teatrale. Consacrato da successi come The Caretaker (1960), nelle sue commedie si ripete costantemente il passaggio da un’iniziale condizione di normalità al caos più totale, con i personaggi condannati dai loro stessi comportamenti assurdi.
Autore prolifico, scrisse per la radio, la TV e il cinema, denunciando a partire dagli anni Settanta le violazioni dei diritti umani e condannando diverse guerre combattute dagli USA, ultima quella in Iraq del 2003. Nel 2005 ottenne l’ambito Nobel per la Letteratura, riconosciutogli «perché nelle sue commedie scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione».