OGR Torino torna a Venezia per la 59a Biennale di Venezia, presentando per la prima volta in laguna gli artisti iraniani Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian. Propongono un nuovo progetto site-responsive, a cura di Samuele Piazza: ALLUVIUM. Dal 23 aprile al 27 novembre al Complesso dell’Ospedaletto è in esposizione il lavoro, un corpus di opere al quale gli autori hanno lavorato nel corso degli ultimi due anni.
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Cosa rappresenta il progetto ALLUVIUM e la partecipazione alla Biennale degli artisti iraniani?
ALLUVIUM segna una nuova tappa nella collaborazione tra gli artisti di base a Dubai e OGR Torino. Una partnership avviata con l’assegnazione del primo OGR Award a Artisstima 2017 sostenuto da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT. La sinergia prosegue poi con la mostra Forgive me distant wars for bringing flowers home organizzata nel 2018 per presentare i talenti iraniani.
Gli artisti di Dubai a Venezia
Massimo Lapucci, CEO di OGR Torino e Segretario Generale di Fondazione CRT parla del progetto. “Presentare il lavoro degli artisti Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian a Venezia sottolinea anche un naturale collegamento tra la città e la mission di OGR Torino. Venezia, infatti, per l’unicità della sua configurazione richiama la pratica dell’arte e del genio umano. Sviluppata su più livelli è cresciuta in un palinsesto di restauri e costruzioni, nuove estetiche e contributi di diversi popoli che hanno portato a una sedimentazione culturale continua. Processi molto vicini anche a OGR Torino che ha fatto della conservazione e del rinnovamento il principale punto di partenza per la costruzione di una nuova storia all’insegna di arte, cultura contemporanea ricerca”.
OGR Torino
Un hub internazionale di 35.000 mq nel cuore di Torino incentrato sull’arte e la cultura contemporanea, l’innovazione e l’accelerazione d’impresa, e il food. Dal 2017 spazio aperto e inclusivo, accoglie i visitatori con mostre site-specific, eventi musicali, progetti educativi e iniziative sviluppate con partner internazionali. In OGR Tech mette a sistema una vera e propria “filiera dell’innovazione” dove ricerca applicata, startup e scaleup, PMI e grandi corporate si incontrano in un ambiente dinamico, in dialogo con eccellenze su scala internazionale.
ALLUVIUM
Il titolo rimanda all’argilla, alla ghiaia, al limo depositati dall’acqua corrente e si presta a varie letture. Richiama la materialità dei dipinti presentati in mostra e del loro supporto fisico in terracotta e metaforicamente i resti di un flusso più astratto. I detriti lasciati dal flusso di notizie, immagini culturali e storia che gli artisti setacciano e scansionano e da cui pescano materiali sedimentati, raccolti per guadagnare nuova vita. Quindi un atto di resistenza e creazione di una contro narrazione. La mostra è composta da una serie di strutture che gli artisti hanno realizzato in collaborazione con un fabbro di base a Dubai, Mohammed Rahis Mollah. Le sculture in ferro reggono una serie di piatti in terracotta, prodotti da artigiani locali, secondo la tradizione mediorientale. I piatti accolgono i dipinti degli artisti, creando composizioni e costellazioni in delicato equilibrio.
Una coreografia di sculture
La struttura sospesa e la disposizione spaziale dei piatti si basa su una coreografia condivisa dagli artisti, interpretata e ricreata dal fabbro impiegando la sua conoscenza delle proprietà del metallo. Ogni struttura ha una coerenza propria, ma entra in relazione con le altre opere, funzionando come vera e propria traduzione. Al tempo stesso è una partitura per lo sviluppo di nuove gestualità e performance. I dipinti e i collage sui dischi sono frutto di una riscrittura delle immagini provenienti dalle news. Al flusso di immagini a cui siamo esposti che va a comporre una narrazione ufficiale, si contrappone una riscrittura che traccia una registrazione dei nostri tempi. Crea così un nuovo immaginario alternativo alle rappresentazioni. Si sovrappone alle immagini per modificarle, replicandole e ridisegnandole secondo nuovi assi geometrici come nelle ceramiche islamiche. Le astrae con fondi piatti come nelle miniature persiane, tracciano un ritratto inedito del presente.
Il lavoro dei tre artisti
I lavori di Ramin Haerizadeh, Rokni Haerizadeh e Hesam Rahmanian nascono da un costante processo di rielaborazione, di negoziazione. In ogni mostra assumono un temporaneo equilibrio, per poi essere potenzialmente rielaborate e modificate, con nuove formalizzazioni, graduali e costanti. Associano il loro modo di lavorare a quello delle termiti che sviluppano le tane in una crescita organica, piuttosto che seguendo un piano ideale prestabilito. Vasari, nella sua contrapposizione tra disegno e colorito, descriveva i pittori veneziani rinascimentali in contrapposizione ai maestri fiorentini. A differenza dei toscani, i pittori della laguna non partivano da un ideale teorico ex nihilo riportato sulla tela, ma si muovevano in un confronto con la realtà da rappresentare. Giustapponevano quindi pennellate di colore direttamente sulla tela.
Influenze mediorientali a Venezia
L’approccio compositivo nasce in diretto confronto con la realtà e è un interessante collegamento con la pratica di Ramin, Rokni e Hesam. Un ulteriore legame tra il lavoro degli artisti e il contesto veneziano è connaturato nella storia della città, ponte verso il Medioriente, aperto alle influenze estetiche e culturali dei modelli islamici, I veneziani hanno fatto proprie le conoscenze fin dal Medioevo come sottolineato da Ruskin in Le Pietre di Venezia. La casa che i tre condividono coi loro collaboratori è il perfetto esempio di come la loro pratica si sviluppi in un continuum. Infatti, i luoghi di vita e lavoro sono utilizzati per testare continuamente nuove idee, in relazione tra loro e al mondo esterno. I campi di negoziazione di interazione, come loro definiscono le loro creazioni scultoree, seguono processi organici di crescita, interazione, rigenerazione e cross pollinazione.
Le opere di ALLUVIUM
La ricerca si muove a partire da oggetti accumulati per creare un vero e proprio paesaggio, mentale e fisico. Nel flusso di immagini culturali e informazioni, gli artisti si comportano come raccoglitori che creano inedite possibili costellazioni. Sommano infatti oggetti provenienti da vari contesti a immagini, libri, film e opere d’arte, riarrangiati in un ecosistema dal quale emergono nuove relazioni e narrazioni. Sarina Basta in un testo commenta il lavoro dei talenti di Dubai. “Le statue accadono, non sono create. Gli artisti considerano questi progetti come paesaggi, invece di inscriverli nella tradizione occidentale dell’installazione o dell’opera d’arte totale. Vita e arte si dissolvono”. Con ALLUVIUM OGR Torino continua a sostenere la ricerca creativa e presenta una nuova produzione. Pertanto si conferma un luogo unico di sperimentazione e rinnovamento, radicato a Torino e aperto al mondo. Hanno contribuito all’esposizione Galerie In Situ-fabienne leclerc, Grand Paris.
Immagine da cartella stampa.