Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Alessandro Manzoni, scrittore tra i più grandi della letteratura italiana e mondiale
Probabilmente la storia della letteratura italiana contemporanea iniziò con Alessandro Manzoni. Lo scrittore milanese personificò la cultura italiana, quella più avanzata, praticò la letteratura e praticò la poesia per passione, per vocazione.
La sua lunga vita gli permise di percorrere una parte sostanziale della storia europea e italiana del suo tempo; lo scrittore milanese affondò le radici nel periodo illuministico e rivoluzionario, attraversò il periodo napoleonico, conobbe la Restaurazione, visse il Risorgimento e assistette all’unificazione del Regno d’Italia.
Alessandro Manzoni. Vita e opere di uno scrittore importante
Alessandro Manzoni nacque a Milano il 7 marzo 1785. La madre fu Giulia Beccaria, nipote del celebre illuminista Cesare Beccaria e il padre fu il conte Pietro Manzoni, però il vero padre di Alessandro probabilmente fu Giovanni Verri. Manzoni trascorse dieci anni in collegio e proprio in quel luogo si formò una solida cultura classica e maturò anche una spiccata avversione per i principi tradizionalisti.
Uscì dal collegio anticlericale e democratico, ammiratore della Rivoluzione Francese e di Napoleone. Nel 1805, Alessandro Manzoni raggiunse la madre Giulia a Parigi e frequentò l’ambiente degli “ideologi”, eredi del pensiero illuminista, di orientamento liberale e critici verso l’assolutismo napoleonico, che venivano scoprendo il valore della storia e dell’identità nazionale dei popoli.
Nel 1808 sposò Enrichetta Blondel, di famiglia calvinista; poco dopo il matrimonio i due giovani si convertirono al cattolicesimo. La conversione religiosa segnò una svolta fondamentale nella vita e nell’animo di Alessandro Manzoni: lo scrittore abbandonò le idee strettamente illuministe e iniziò ad aprirsi ad una cultura più romantica, legata ad un sentimento religioso e civile.
Dopo la svolta, Alessandro Manzoni si dedicò ad una letteratura moderna e cristiana scevra di aspirazioni rivoluzionarie. Nel 1812 diede alle stampe gli Inni sacri e nel 1819 Osservazioni sulla morale cattolica; tra il 1816 e 1822 pubblicò anche le due tragedie, Il Conte di Carmagnola e l’Adelchi e sempre in questi due anni pubblicò anche Marzo 1821 e Il Cinque Maggio. L’anno 1821 invece fu l’anno in cui iniziò a scrivere una storia che cambiò la cultura italiana e forse europea: I Promessi Sposi. Questo romanzo storico portava nella sua prima redazione il titolo di Fermo e Lucia, l’opera, con il suo titolo conosciuto sino ad oggi, uscì solo nel 1827.
Alessandro Manzoni con I Promessi Sposi raggiunse un successo enorme; divenne il padre spirituale per le generazioni del Risorgimento. Con I Promessi Sposi, Manzoni ci insegnò, ci insegna ancora oggi, la solidarietà per il bene pubblico, per la giustizia e per la creazione di una società migliore.
Lo scrittore caratterizzò il suo romanzo storico con un cattolicesimo che si coniugò con i valori liberali e progressisti; amore per il prossimo, rispetto dell’individuo e solidarietà sono i grandi ideali cristiani che Alessandro Manzoni pose a fondamento della sua concezione di civiltà. Nel 1860 l’intellettuale milanese fu nominato senatore e l’anno dopo si recò a Torino per votare la costituzione del regno d’Italia; nel 1868 fu nominato presidente di una commissione per l’unificazione della lingua italiana. Morì nel 1873.

Alessandro Manzoni. Un intellettuale critico e partecipe
Il Manzoni fu l’erede diretto della grande tradizione illuminista lombarda, un’eredità “biologica” oltre che intellettuale, dal momento che era il nipote di Cesare Beccaria. Ma l’illuminismo manzoniano fu segnato da una profonda delusione storica: il Terrore, l’assolutismo napoleonico, la restaurazione, il fallimento dei tentativi liberali, furono per lui segni dell’incapacità dell’uomo di costruirsi un futuro migliore.
Il pessimismo toccò anche la fede cristiana del letterato; per Manzoni l’agire dell’uomo nella storia appariva come un susseguirsi di follie e assurdi, egoismi e violenze, esito inevitabile dell’agire dell’uomo privo della grazia divina.
I Promessi sposi, Il conte di Carmagnola e l’Adelchi furono scritti secondo questo pessimismo, secondo il rifiuto di un meccanismo accomodante del “lieto fine”, per avvertire il lettore che la violenza e l’ingiustizia degli uomini portano seco drammi pronti ad esplodere.
Manzoni ebbe sempre uno sguardo pietoso e caritatevole per il dolore e per l’ingiustizia incarnati nella storia, per la tragedia dell’uomo caduto e abbandonato dalla grazia. In virtù di questa concezione, anche il romanticismo sembrerebbe assumere per Manzoni un particolare significato: l’interpretazione del romanziere milanese della corrente letteraria dell’800 fu estranea a tutte le tendenze irrazionalistiche e esasperanti.
Il romanticismo di Alessandro Manzoni fu un romanticismo milanese che indicava specificamente «un complesso di idee più ragionevole, più ordinato, più generale che in nessun altro luogo». In quest’ottica il Manzoni vide la letteratura e la poesia; le arti umanistiche dovevano ricondursi al criterio del vero e rispondere all’unico bisogno che è quello della verità.
Alessandro Manzoni è di sicuro uno tra gli scrittori più significativi d’Italia e del mondo intero, Alessandro Manzoni è ovunque, è la storia dei popoli, è la fede della mancanza di fede, è il Dio che c’è e anche quello che non c’è. Alessandro Manzoni è ciò che ogni lettore cerca quando apre un libro; quello che ci ha lasciato è preziosissimo, spirituale ed eterno.