Comunicazione aperta e scambi multiculturali a Desio in un evento che descrive la comunità post-lockdown. Dopo 10 anni a Shangai e Pechino approda al museo Scalvini “Present art festival”, la rassegna di talenti che indagano gli aspetti della contemporaneità.
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Perché al museo Scalvini “Present art festival”?
Villa Tittoni Traversi è una residenza settecentesca che dal 1999 ospita la collezione Scalvini, composta da sculture e disegni. La location si presta alla manifestazione che riunisce opere di diversi linguaggi creativi. Infatti, lo scultore milanese che fa parte della corrente del Realismo esistenziale, ha donato alla città di Desio i suoi lavori. Proprio il suo stile figurativo può essere messo in relazione all’argomento che fa da filo conduttore alla mostra.
Il tema della rassegna
L’analisi della società attuale, la crisi economica, oltre all’impatto della pandemia hanno fornito le idee agli artisti. Fotografie, installazioni e performance sono accomunate dalla riflessione sugli effetti che tutti questi fattori hanno sulle comunità. Quindi, attraverso la creatività dei talenti i partecipanti prendono coscienza della situazione contingente. Individuata la problematica, la collettività può attivarsi per superare il momento difficile.
Al museo Scalvini “Present art festival” e alcuni artisti
Rappresentano le civiltà orientale e occidentale. Sono: Sabine Barnabò, Gianluca Capozzi, Jorge Cavelier, Hai Chen, Qingyu Deng, Emanuele Gregolin, Mengjie Huang. Poi Huiming Hu, Tannaz Lahiji, Zhenhuan Liu, Cristina Navarro, Xunmu Wu, Zhihai Zhang.
Alcune delle opere in mostra
Sabine Barnabò ha realizzato un’installazione con gomitoli variopinti, ludici e luminosi, ma dettagli fanno presagire il peggio. Infatti, la vegetazione che copre i manufatti umani sembra volere una rivincita. Gianluca Capozzi invece presenta una scena conviviale attraverso una figurazione luminosa. Il ciclo “Contaminazioni” di Emanuele Gregolin insiste su alcuni elementi attuali che hanno trasformato l’immaginario collettivo. In particolare fa riferimento alla tecnologia e al grottesco.
Lo spettacolo finale
Tannaz Lahiji sarà il protagonista del finissage del 6 giugno. La sua opera dal titolo “Conoshhhenza” utilizza tinte forti per allertare sulla situazione in corso. Nella performance di danza e pittura presenta movimenti tribali e cerca di affrontare le sofferenze dell’uomo. Il finale suggerisce poi il ritorno alla quiete per l’azione pacificatrice dell’arte e dell’amore. La mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18. Il lunedì e martedì il museo Scalvini apre solo su appuntamento.