” Loujain al-Hathloul è una persona forte. Sapeva cosa stava rischiando e non aveva paura. In ogni caso, non vedeva l’ora di affrontare la sfida”. Il professore Sima Godfrey ha usato queste parole per descrivere la giovane donna saudita. Al-Hathloul è stata arrestata per aver cercato di difendere i diritti delle donne, ma qualcosa sembra essere cambiato.
Chi è Al-Hathloul?
Era il 15 maggio 2018, quando la giovane Al-Hathloul è stata arrestata dalle autorità saudite. Quel giorno l’attivista non era sola, lo stesso destino è toccato ad altre donne. La loro colpa? Aver fatto una campagna pacifica per chiedere più diritti per le donne. In Arabia Saudita le donne non possono guidare l’auto, hanno bisogno della tutela obbligatoria degli uomini e hanno molti meno diritti dei propri mariti o fratelli. Il 13 marzo 2019, Al-Hathloul è stata trascinata al tribunale penale di Riad. All’inizio, la donna è stata condannata a cinque anni e otto mesi per spionaggio e cospirazione contro il regno Saudita. Poi, le cose sono cambiate, la pena è stata ridotta a 2 due anni e dieci mesi. Questo significa che fra tre mesi potrà uscire di prigione. Ma non sarà mai più davvero libera.
Le accuse a Al-Hathloul
Secondo le fonti saudite i reati sono chiari: l’attivista ha compiuto attività criminali proibite dall’articolo 43 della legge contro il terrorismo. La donna è accusata di aver contattato organizzazioni internazionali e paesi ostili all’Arabia Saudita e ad aver istigato a un cambiamento politico. Le accuse sono molte e complesse. Ci basti sapere che il 26 ottobre 2019, Al-Hathloul ha denunciato le sue terribili condizioni. Dopo torture, maltrattamenti e molestie, l’attivista ha iniziato uno sciopero della fame. A quel punto ha attirato l’attenzione dell’Onu, che ne ha chiesto il rilascio immediato. Questo caso ci mostra la tesa situazione dell’Arabia Saudita. Se una donna viene arrestata e condannata a 10 anni di carcere per aver chiesto di guidare un auto, c’è davvero della libertà?
Qualcosa non va
Alaa Al-Siddiq, direttore esecutivo dell’organizzazione non governativa ALQST: “Il fatto che sia stata condannata ai sensi della legge antiterrorismo, basata esclusivamente su accuse relative al suo attivismo pacifico, è l’ultima parodia della giustizia in un processo che è stato viziato dall’inizio alla fine e mancava di prove del tribunale affidabili “. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani ha poi aggiunto: “Le autorità saudite si sono prese gioco della giustizia“. Le ingiustizie non finiscono qui. Anche se Loujain al-Hathloul verrà liberata, la sua vita non tornerà più come prima. La donna non potrà viaggiare per almeno cinque anni. Inoltre, la sospensione della pena detentiva ha una condizione: l’attivista non deve ripetere i suoi reati. Cosa significa? Al-Hathloul dovrà rimanere in Arabia Saudita e non avrà più il diritto di libertà di parola, sempre che prima ce ne sia stato.