L’Associazione italiana archivi d’artista ha realizzato il progetto “InMostra”. AitArt organizza infatti una serie di rassegne virtuali nate da un’idea di Mariateresa Chirico.
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Di cosa tratta il primo ciclo di appuntamenti di AitArt?
La rassegna che dà inizio al progetto si intitola “Passione arte” ed è incentrata sul talento delle donne, ovvero delle artiste che aderiscono ad AitArt. Sono quindi: Gabriella Benedini, Rachele Bianchi e Carol Rama. La mostra virtuale è articolata in tre rassegne personali ideate dai curatori Mariateresa Chirico, Giorgio Uberti e Maria Cristina Mundici. La raccolta di opere sarà visibile a partire dalle 18 del 14 giugno sul sito del sodalizio.
AitArt e gli archivi degli artisti
Il progetto si inserisce tra le attività che dal 2014 AitArt svolge. L’associazione infatti crede dell’importanza delle raccolte d’artista quale strumento di valorizzazione. Lavora alla tutela all’interno del mercato delle opere d’arte e sostiene la necessità di un loro riconoscimento giuridico. Filippo Tibertelli de Pisis, Presidente del sodalizio parla così. “Archivi associati sono depositari di patrimoni affascinanti, non sempre adeguatamente conosciuti. Costituiscono spesso il tessuto culturale del nostro Paese, una ricchezza inestimabile fatta relazioni in cui vicende personali e avvenimenti storici si intrecciano”.
Le protagoniste della rassegna
Artiste molto diverse per storie personali e ricerca artistica che hanno operato in modi e ambiti del tutto differenti. Sono accomunate, però, nel loro operare da una forte, caparbia determinazione ad esprimere il proprio universo e la propria concezione della vita. Hanno lavorato, instancabili, nonostante le difficoltà determinate dall’essere donne in una società, prevalentemente al maschile.
Gabriella Benedini
Nasce a Cremona nel 1932 e sceglie di stabilirsi a Milano agli inizi degli anni Sessanta, dopo un soggiorno a Parigi, in cui presenta le prime esposizioni. La pittura è un’urgenza, cui perviene dopo un percorso tortuoso. Approda così all’Istituto Paolo Toschi di Parma e a una saltuaria frequentazione dei corsi a Brera. La letteratura, la poesia soprattutto, alimentano la sua costante ricerca, come anche i viaggi, ben poco convenzionali per mete e modalità. Attenta a quanto avviene attorno a sé, percorre però sempre un cammino indipendente, senza identificarsi in gruppi e movimenti. La Galleria Bergamini ospita nel 1962 la sua prima personale. Espone poi nel 1965 alla IX Quadriennale d’Arte di Roma e partecipa a numerosi premi. Riceve l’ambito riconoscimento del XI Concorso nazionale di pittura Premio Ramazzotti nel 1966. Vent’anni più tardi espone alla XLII alla Biennale di Venezia nella rassegna arte e scienza arte e alchimia.
Rachele Bianchi
Classe 1925, terminati gli studi classici scopre una profonda passione per l’arte. Cresciuta in una famiglia di industriali fatica a far comprendere la sua inclinazione arrivando anche allo scontro. Nel 1948 si iscrive a un corso di disegno per corrispondenza, ma si è sempre dichiara un’autodidatta. Chiusa nel suo studio, produce ininterrottamente per settant’anni, divisa tra le incombenze di moglie e madre, e le esigenze di artista. Risalgono al 1949 i suoi primi disegni a colori, ma poi sperimenta la cartapesta, la terracotta, il gesso. Al centro della ricerca c’è la donna in tutte le sue declinazioni. Sacra, madre, domestica, riflessiva, guerriera. Artista indipendente e prolifica, alla sua morte nel 2018, lascia un patrimonio composto da circa 1600 opere attualmente in corso di catalogazione.
Carol Rama
Nasce a Torino nel 1918 e inizia a dipingere ancora adolescente senza alcuna formazione accademica. L’incontro coi pittori Felice Casorati e Albino Galvano, Edoardo Sanguineti, Carlo Mollino, Man Ray è fondamentale nella sua formazione. Si dedica agli acquerelli iniziali alla maniera di Egon Schiele e alle tempere che seguono l’adesione al Movimento d’arte concreta. Poi sperimenta il bricolage degli anni Sessanta ai collage di camere d’aria su tela, alla ripresa del figurativo. Nel 1985 apre la prima ampia mostra pubblica al Sagrato del Duomo di Milano a cura di Lea Vergine. Seguiranno la personale allo Stedelijk museum di Amsterdam (1998) e quella alla Fondazione Sandretto di Torino. Successivamente una mostra monografica percorrerà l’Europa, a partire da Barcellona nel 2014, poi Parigi, Espoo, Dublino per approdare alla Gam di Torino nel 2016. Muore nello stesso anno. Icona per giovani generazioni di artisti, scomodo confronto per i suoi coetanei per qualità di segno e visionarietà di immagini, eccentrica presenza nel mondo dell’arte.
Immagine da cartella stampa.